dì Nicolas de Francesco
“Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri” diceva Antonio Gramsci nei “Quaderni del carcere”.
Proprio da questo principio possiamo riconoscere, nell’attuale contesto, quanto siano importanti la creatività, l’espressione e le relazioni intorno agli stessi valori: abbiamo vissuto questo 25 aprile, festa della Liberazione, percependo l’esigenza di unirci e connetterci nonostante il distanziamento sociale, prima ancora che attraverso gli strumenti dell’etere, attraverso i valori della Resistenza.
Questa esigenza si è realizzata con diverse iniziative che sono forite sui social: video, canzoni, format, post creativi, immagini, foto e memorie sono stati numerosi e hanno in qualche modo “connesso” e reso possibile la partecipazione comune intorno alla giornata del 25 aprile.
Allo steso modo è nata l’idea del gruppo “Emily Collettivo Musicale” di produrre, con il supporto e l’impegno fondamentale di altri artisti e attivisti parmensi, un video che fosse una sintesi tra diverse forme artistiche come disegno, teatro, poesia, musica, accomunati tutti dall’impegno politico e civile.
Il video, dal nome “25 aprile: connessi e collegati” ha avuto l’obiettivo di essere un megafono per difondere attenzione sul mondo della cultura, sugli artisti e i lavoratori dello spettacolo che stanno subendo una crisi senza precedenti e su cui evidentemente bisogna rifettere afnchè si possa tutelare non solo il settore e chi ci lavora ma riconoscendo anche il primato etico e fondante della cultura in una società: anche questa è resistenza.
Al video hanno partecipato artisti e attivisti con contributi originali e liberamente pensati e interpretati secondo la propria sensibilità;
il video si apre con un disegno di Gianluca “Foglia” Fogliazza, dedicato a Vittorio Arrigoni, partigiano dei nostri tempi, abbracciato alla madre Egidia, divenuta stafetta dei diritti; successivamente Hisam Allawi, poeta curdo-siriano, ha recitato una poesia (“Presto la guerra fnirà”” dedicata al suo popolo, una nazione senza terra e senza patria, dalle radici antiche e profonde e da sempre in lotta.
L’intervento di Elisabetta Salvini, presidentessa della neonata “Casa delle donne”, è stato un monologo di impegno civile sui temi dell’antisessismo, oltre che una rifessione profonda sul tema della partecipazione, che ha visto negli ultimi mesi, proprio nella Casa delle donne, un punto di riferimento e di contatto, uno strumento di liberazione per tutte e tutti; Elisabetta ha inoltre citato due artisti recentemente scomparsi quali Helin Bolek (cantante di Grup Yorum, in sciopero della fame contro il dittatore Erdogan” e Luis Sepulveda, scrittore militante, la cui scomparsa ha commosso tutto il mondo nei giorni scorsi.
L’ultimo contributo del video è nato dall’idea di Laura Cleri, autrice e attrice teatrale, sempre sensibile e impegnata sulle tematiche della Resistenza (celebre, tra gli altri, è la sua scrittura e interpretazione di “Una eredita senza testamento” liberamente tratto da “Al vento del Nord” di Laura Seghettini”).
Il suo intervento di importanza storico/artistico, dal titolo “Il partigiano di Parma”, è un omaggio al monumento simbolo della nostra città, opera dello scultore Renato Mazzacurati.
L’ omaggio si è arricchito della partecipazione del regista Stefano Vaja e del musicista Fabio Biondi con una sua rivisitazione personale di “Bella Ciao”.
Tra questi interventi si sono alternate le esibizioni live di Emily Collettivo Musicale, i quali hanno interpretato tre brani dal loro repertorio: “Partigiani”, “Sankara” e “Cantare di Garabombo l’invisibile”, una scelta in linea con lo stile della band, legata ai temi sociali e alla narrazione delle storie degli ultimi, degli invisibili.
Il Collettivo ha avuto, inoltre, il merito di essere fonte dell’idea di questo video e di aver riunito energie importanti, in modo totalmente indipendente ed originale, oltre ad essere ideatore della scaletta e della produzione realizzata con la fondamentale assistenza tecnica del videomaker Lorenzo Melegari.
Un video che ha arricchito di contenuti questo 25 aprile un po’ strano, senza abbracci, cortei, canti, bandiere, e che, oltre a essere stato un motivo di rifessione, ci ha dimostrato come la voglia di partecipazione, libertà e solidarietà siano valori universali insostituibili e da preservare.
Presto la guerra finirà di Hisam Allawi
Il fucile raccoglierà i suoi bagagli E accetterà la sconfitta
Vana la speranza per gli invasori Oh terra mia, non siamo più
Una cifra senza identità
Una città che porta il nome di un’altra
Una piazza che annoda il cappio per i suoi amanti
Le dolci combattenti
Metteranno il rossetto
Vestiranno di bianco
Riempiranno lo spazio con il loro profumo E daranno tregua alle armi
Leonesse amanti della luce
Disegnatrici sulle nostre labbra di mille soli e mille lune
Pace alle montagne, combattenti fino al martirio Dagli albori nostre amiche fedeli
Pace ai rivoluzionari che hanno sorriso in faccia ad un proiettile E gli hanno dato le spalle
Presto questa terra si preparerà per il rumore di mille matrimoni E non la marcia di mille soldati