L’associazione Intesa San Martino con la sua Biblioteca Sociale Roberta Venturini, mette a disposizione degli iscritti uno spazio in cui raccogliere riflessioni, pensieri, racconti, idee e paure nel periodo di isolamento imposto dall’emergenza sanitaria.
Un’urgenza di far sentire la propria voce nel silenzio scelto dalla città che continua a vivere.
Il mio equilibrio instabile
di Lara Boreri
Sveglia alle 6.00, lezioni/studio fino all’ora di cena, altro studio dopo cena fino a crollare a letto, solitamente non prima di mezzanotte.
Questo era il programma del 90% delle mie giornate prima del coronavirus: sempre fuori casa, mille progetti in mente, piani per il futuro.
Ero in piedi su un terreno solido, su cui pensavo di poter correre verso ciò che mi ero posta come meta senza ostacoli insormontabili davanti a me.
Pensavo…
Poi è arrivato il coronavirus. Il terreno è all’improvviso crollato e mi sono trovata sul ciglio di un burrone. Davanti a me solo un filo sottilissimo da percorrere e un banco di nebbia che non mi permette di vedere cosa c’è dall’altra parte.
Posso concentrarmi solo sul cercare di mantenere l’equilibrio, per non cadere in quel vuoto, per non farmi abbattere da tutto ciò che questa epidemia ha portato: disperazione, lutto, silenzio.
Dopo più di un mese su questo filo le mie doti da equilibrista sono ancora scarse, ma mi sono resa conto che si è creata sotto di me una rete, pronta a salvarmi nel caso in cui dovessi cadere.
Nel momento in cui sono rimasta fisicamente sola, ho capito che in realtà non la sono mai stata. Per capirlo è servita una pandemia, ma forse è meglio tardi che mai.
Non so cosa ci riserverà il futuro. Secondo alcuni saremo persone migliori, secondo altri non cambierà nulla. Io non ho la risposta.
Per quanto mi riguarda, mi basta uscire da questo periodo con un equilibrio leggermente meno instabile.