di Titti Duimio
Quale futuro per Parma Capitale della Cultura? Ma soprattutto quale presente.
L’assessore Michele Guerra ha illustrato lunedì 30 marzo, durante la commissione consiliare del settore Cultura in videoconferenza, la situazione determinata dall’epidemia nel settore culturale e, in particolare, nella programmazione di Parma 2020.
“Tutto sospeso, ovviamente e rinviato, si spera, al 2021. Difficile immaginare una ripresa degli eventi anche alla luce del cambio di abitudini dei cittadini e dei turisti che non riprenderanno le normali uscite immediatamente dopo la fine del blocco sanitario.
E’ inutile illudersi che Parma 2020 possa ripartire quest’anno. Alcune iniziative in autunno forse si potranno fare ma è evidente che lo sforzo che si sta facendo per trasferire Parma Capitale della Cultura al 2021 sia l’unica via per non gettare il capitale di idee, energie e partecipazione che c’è stato.
Siamo in attesa di una decisione ministeriale dopo il grande sostegno ricevuto delle città candidate a capitale alla cultura 2021, da alcuni parlamentari, dal presidente Bonaccini e dall’assessore Felicori.
L’occasione è quello di arrivare al 2021 più consapevoli e più capaci di rivedere alcune situazioni che avevamo affrontato in un momento di grande spensieratezza.” conclude Guerra.
La consigliera del gruppo misto Roberta Roberti ha sottolineato, poi, l’esigenza di rimodulare le proposte sulla valorizzazione più capillare del nostro patrimonio artistico e monumentale. “E’ una occasione da trasformare in positivo per apportare alcune modifiche come il coinvolgimento della città in modo più fattivo”
“Stiamo vivendo uno shock culturale che va compreso ed elaborato-aggiunge la consigliera del PD Daria Jacopozzi-ci stiamo riappropriando del ruolo della politica come guida per i cittadini confusi dagli eventi e in questo momento di pausa obbligata forse abbiamo il dovere di creare luoghi di riflessione invece di aspettare il posticipo al 2021.
Ci sono progetti all’interno di Parma2020 che si potrebbero svolgere da remoto sostenuti dal comune stesso, per esempio. Le espressioni culturali di questa città non sono solo Teatro Regio, mostre e spettacoli e la politica e la cultura insieme possono ridisegnare nuovi percorsi futuri in un dialogo costruttivo”
La domanda è: se siamo Capitale della Cultura in questo devastato e devastante 2020 cosa fa Parma per onorare questo titolo? La nomina prevede solo una kermesse commerciale e turistica, quindi? solo una serie di eventi nel segno dello spettacolo? un pacchetto offerte culturali da consumare in loco? o forse non sarebbe opportuno aspettarsi una riflessione da parte dei nostri interpreti della cultura cittadina nel merito del ruolo della cultura in una società avanzata?
Sospendere ogni attività pubblica è un atto doveroso e responsabile oltre che obbligatorio ma forse, come fatto notare dalla consigliera Jacopozzi, il primato della politica prevalso in questi giorni consegna una responsabilità all’amministrazione locale di aprire un dialogo sulla funzione della cultura oltre gli eventi previsti, oltre il prodotto culturale finale frutto di un percorso di ricerca e di pensiero.
Oltre al ‘fare cultura’ fino al ‘pensare cultura’ e se è vero che la cultura è ‘il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o alle condizioni ambientali’ forse questo è il momento di ridefinirne l’evoluzione alla luce dell’epocale cambiamento socio economico che questa maledetta crisi porterà.
E forse Parma, con le sue competenze e con il suo meritato ruolo di Capitale Italiana della Cultura potrebbe cogliere l’opportunità da questo disastro di essere guida e spunto di nuove riflessioni in merito recuperando così tre valori troppo trascurati ultimamente: politica, cultura e competenza suggerendo un nuovo percorso di identità rinnovata.
Vero è che mostre e virtual tour non mancano in questi giorni sul web per chi vuole continuare a ‘nutrirsi’ di eventi culturali, il Comune stesso ha aperto un portale di ‘emergenza culturale’ dal nome evocativo ‘Parma ritrovata’ (https://parmaritrovata.it ) che propone racconti e viaggi virtuali all’interno delle proposte in calendario, una vetrina di quello che sarebbe potuto succedere in attesa di quello che succederà.
Ma il presente è una storia ancora da raccontare.