Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Parma, nelle sedute rispettivamente del 25 e 27 febbraio, hanno aderito alla mozione sul sottofinanziamento del sistema universitario italiano presentata da Manuela Semeraro, rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione.
La necessità di un intervento deciso che possa mettere al centro del dibattito politico l’urgenza di interventi correttivi dell’attuale situazione è stata ribadita dal RettorePaolo Andrei, sulla stessa linea di quanto sottolineato più volte anche dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane).
Questo il testo della mozione presentata dalla rappresentante degli studenti:
“Magnifico Rettore,
Gentili Senatori/Consiglieri,
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione una tematica di particolare rilievo ma che ultimamente è sempre meno oggetto di discussione: il sottofinanziamento del sistema dell’istruzione in Italia.
Sono passati ormai due mesi dalle dimissioni del Ministro dell’Istruzione Fioramonti, la cui motivazione è stata la mancanza di investimenti adeguati per istruzione, università e ricerca che ha rappresentato l’ennesima denuncia della situazione estremamente critica in cui vertono l’istruzione e la formazione in Italia ormai da parecchi anni.
Da diverso tempo, come Unione degli Universitari (l’associazione studentesca esistente a livello nazionale di cui faccio parte) denunciamo il sottofinanziamento cronico e strutturale dell’istruzione pubblica, e continueremo a farlo affinché scuola e università vengano realmente messe al centro della discussione pubblica e assumano un ruolo centrale nello sviluppo di questo paese. Non possiamo più permetterci di sostenere questa situazione, non possono più permetterselo gli Atenei italiani.
È chiaro ed evidente quanto serva un corposo investimento statale, unito ad un cambiamento della visione complessiva del sistema scolastico e universitario, non solo per colmare le distanze dal passato ma per rilanciare e definire l’istruzione come reale priorità del nostro paese.Non si può pensare di affrontare le grandi sfide del nostro tempo, da quella dei cambiamenti climatici fino ai cambiamenti tecnologici, senza mettere al centro il rilancio dell’istruzione pubblica, della scuola e dell’Università.
Il sistema universitario ha sofferto molto negli scorsi anni a causa del sottofinanziamento statale e i tagli attuati al fondo di finanziamento ordinario hanno avuto come conseguenza un aumento della tassazione studentesca pari al 20% negli ultimi dieci anni, portando gli atenei a reggersi sulle spalle degli studenti e delle famiglie, con tasse che superano addirittura i 3000€.
Tale situazione di continuo sottofinanziamento del sistema universitario italiano è causa dell’ulteriore piaga del sistema di diritto allo studio in Italia: l’esistenza della figura dell’idoneo non beneficiario di borsa di studio. I fondi per il diritto allo studio non sono sufficienti a consentire che chiunque, a prescindere dalle condizioni economiche, possa accedere alla formazione superiore. Si consideri inoltre che quest’anno sono oltre 20mila gli studenti idonei non beneficiari di posto alloggio a causa di assenza delle strutture.
Inoltre l’adozione di criteri premiali per il finanziamento del diritto allo studio e delle Università permette solo l’incremento della forbice delle disuguaglianze economiche e sociali che dividono e frammentano il territorio nazionale, incentivando lo spostamento degli studenti dal Sud verso il Nord e spesso anche all’estero, favorendo anche il fenomeno della ‘fuga dei cervelli’.
Negli anni della crisi economica gran parte dei paesi sviluppati del mondo ha considerato l’istruzione come motore di rilancio e crescita a lungo termine mentre al contrario l’Italia continua ad essere tra gli ultimi paesi dell’area OCSE per spesa nell’istruzione pubblica, nonostante il grave deficit di laureati in rapporto alla popolazione. L’Italia infatti è tra gli ultimi paesi per numero di laureati tra i 30-34 anni (26%), restando ben al di sotto degli obiettivi strategici europei per il 2020 (40%).
Anche nel campo della ricerca gli investimenti sono nettamente inferiori rispetto a quelli degli altri paesi dell’Unione Europea e la precarietà è sempre più diffusa. È necessario riformare il sistema e prevedere un percorso finalizzato al reclutamento di ricercatori, allo stanziamento di nuove borse di dottorato e investimenti per supportare l’intero sistema della ricerca.
Con questa mozione vi chiedo di sostenere queste rivendicazioni a nome dell’Università degli studi di Parma e di perseguirle uniti come insieme della Comunità accademica per portare una svolta a questo sistema universitario e far in modo che il nostro paese metta al centro delle proprie politiche l’istruzione e la formazione”.
Cordiali saluti,