Dal 2008 “L’Accademia” è il Centro Polivalente di Parma dedicato alla musica a 360 gradi con corsi di musica per tutte le età e livelli partendo dai corsi base fino ai corsi professionali di diploma.
Da due anni “L’Accademia” è partner di un progetto chiamato “Trasporti Eccezionali” che attraverso la pratica della residenza creativa intende promuovere i talenti musicali dell’Emilia- Romagna.
Una call per progetti musicali in residenza coordinata insieme ad altre imprese, scuole professionali e residenze quali Cronopios, Music Academy, Teatro Petrella e Casa della cultura “Italo Calvino” con il supporto organizzativo e di comunicazione di Pierangelo Pettenati e Franz Campi.
Un progetto che consiste nel tutoraggio, formazione, promozione e produzione discografica per i giovani artisti della regione.
Dopo la prima edizione del 2019, sta ora per partire la seconda che vedrà “l’Accademia” seguire un nuovo artista selezionato per un percorso che avrà durata di un anno.
Abbiamo quindi incontrato i due direttori de “L’Accademia”, Lelio Padovani e Nicola Denti, per approfondire il tema della residenza artistica in campo musicale e per farci raccontare in cosa consiste il progetto di “Trasporti Eccezionali”
Con la legge regionale n°2 del 16 marzo 2018 “Norme in materia di sviluppo del settore musicale”, prima in Italia nel suo genere, la Regione è intervenuta nel settore per supportarne le potenzialità e la crescita, la formazione di base, oltre la fruizione e la diffusione della cultura musicale.Dentro a questa cornice è nata l’idea del progetto di residenza “Trasporti Eccezionali”: di cosa si tratta, come è nata e che ruolo ha “L’Accademia” all’interno di questo percorso?
Nicola Denti: “L’idea è nata da Cronopios che ha coinvolto noi de “L’Accademia” e il Music Academy di Bologna e insieme abbiamo colto al volo l’occasione che ci ha dato la Regione di aiutare e far crescere le nuove realtà musicali. Abbiamo creato, perciò, un gruppo di lavoro che agisse in tre diverse sedi formative in zone della Regione distanti tra loro per coprire il più possibile il raggio d’azione, comprendendo Parma, Calderaro di Reno con la Casa della cultura “Italo Calvino” e Longiano con il Teatro Petrella, un luogo storico e prestigioso in quanto già residenza artistica. “L’Accademia” con Cronopius (organizzatore di eventi) e Music Academy fanno parte di un trio di ditte che hanno ruoli sovrapposti con potere decisionale uguale, per esempio, nelle consultazioni e nella scelta dei gruppi. Nella prima edizione sono stati selezionati gli “Elemenphis” un gruppo emergente di Parma.
Iniziare dai bisogni del gruppo è stato l’elemento di partenza e quando gli Elemenphis ci hanno fatto delle richieste specifiche abbiamo risposto mettendo a disposizione una serie di professionisti: Pietro Cantarelli per la produzione artistica, Satomi Bertorelli per l’utilizzo dei suoni synth nella musica moderna, Sabrina Poli per l’arrangiamento dei cori, Luciano Oriundo per il songwriting
Cosa significa residenza creativa nell’ambito musicale e che opportunità può essere per la crescita professionale di un musicista?
Lelio Padovani: “La residenza creativa in ambito musicale è una prospettiva poco comune, infatti esistono residenze creative per il teatro, per la danza, ma la residenza creativa in musica, e non dal punto di vista tecnico, è poco conosciuta in Italia. Si tratta di un percorso temporale di una certa quantità di lezioni con professionisti già affermati in alcuni ambiti specifici, come dicevamo prima, nella produzione, la scrittura di testi, l’arrangiamento o la parte tecnica. Quindi specialmente per un gruppo emergente o che ha iniziato un suo percorso, può essere una buonissima opportunità: poter lavorare con professionisti ha infatti un valore inestimabile. In questo contesto vengono date delle linee guida molto chiare, delle dritte operative, derivate da una vera esperienza di un esperto per settori e interessi specifici
Per una scuola professionale legata alla formazione che rapporto e che valore date al concetto di produzione artistica nell’ambito della diffusione e fruizione attuale della musica sempre più legata allo show, alla spettacolarizzazione della proposta e alla fruibilità digitale? Quali altri strumenti oltre alla residenza potrebbero essere sviluppati per avvicinare culturalmente formazione e diffusione, banalmente lo studio del marketing?
Lelio Padovani: “Si dice banalmente, ma con ragione, che “nessuno è un’isola” e questo funziona anche nel mondo della musica, per cui la residenza artistica è spesso collegata a professionisti esterni, e questo è il primo legame con l’industria musicale. Questo aspetto introduce l’artista emergente a fare qualcosa che è fatta e pensata per essere “venduta”, che non è una brutta cosa, è una parte essenziale del processo produttivo. In Italia c’è ancora la divisione tra il concetto dell’artista ispirato, che si sveglia al mattino e “scrive cose indimenticabili” e il management. In Inghilterra invece questo fenomeno è già stato risolto da tempo per cui vi è un’industria musicale vera e propria, a cui viene data la stessa importanza di un qualsiasi altro settore produttivo, come le scarpe o le automobili per dire, e che genera cultura chiaramente, ma anche profitti e tasse e tutto è visto in modo collegato.
Per queste ragioni il mondo della formazione musicale è collegato anche all’aspetto del marketing e ci è stata chiesta quest’anno, dagli artisti selezionati, una mano per sviluppare l’area comunicativa e social proprio perchè un artista, sia per motivi di tempo che per motivi culturali, non riesce a fare tutto in maniera efficace.
Questo aspetto si lega ad altri che riguardano la promozione, la valorizzazione del progetto attraverso l’organizzazione di un tour regionale ma anche la possibilità di lavorare con un’etichetta discografica, messa a disposizione da “Trasporti Eccezionali”, che curi aspetti di comunicazione e ufficio stampa, per cui gli artisti si confrontano e possono prendere in considerazione temi che riguardano la promozione e il mercato musicale”.
Gli artisti come l’hanno vissuta?
Nicola Denti: “Per noi è stato un grande successo perchè abbiamo visto veramente fare un grande salto di qualità alla band, sia per quanto riguarda la preparazione strettamente musicale ma anche nell’approccio al live.
Io poi, penso sempre al mio percorso e se mi avessero chiesto di partecipare con la mia band da ragazzino, per me sarebbe stato un sogno; ogni idea che immaginiamo come una scuola parte anche da quello che avremmo voluto per noi. Questo per me è fonte di entusiasmo, mi immedesimo e identifico in quello che vorrebbero fare i ragazzi affinchè possa essere per loro un’esperienza il più possibile positiva”.
Lelio Padovani: “Nelle selezioni abbiamo sempre la possibilità di sentire tanta musica nuova e tanti gruppi e artisti di generi musicali differenti, dal rapper al duo acustico “chitarra e voce”, ai cantautori, musica elettronica e folk e spesso con testi in italiano: questo è sicuramente un buonissimo segno, poichè ci sono tanti giovani che suonano e che si divertono nel suonare.
Come scuola a noi interessa il confronto oltre che con i giovani artisti anche con tutti gli altri livelli direttamente
Come considerate l’esperienza e i risultati di “Trasporti Eccezionali” per la prima edizione 2019? Quali considerazioni portate con voi per l’edizione 2020?
Una grande esperienza che ci ha permesso di confrontare pareri e punti di vista differenti con produttori, tecnici e addetti ai lavori, il che qualifica questa come un’esperienza importante e di alto valore”.
Qual è stato l’approccio della band selezionata, come hanno vissuto questa esperienza? Datemi il vostro punto di vista da selezionatori
Lelio Padovani:”Secondo me l’approccio è stato quello giusto, quello di partecipare come prima cosa, captando le opportunità e mettendosi in gioco per le audizioni a Bologna, il che non è sempre automatico per gruppi e artisti, i quali ora sono sempre più condizionati e attratti dal dover caricare musica su Youtube a qualunque costo e livello qualitativo. Non c’è sempre il pensiero di fare questo passo e non si considera che questo potrebbe aiutare al percorso artistico e favorire l’inserimento nel mondo professionale”.
Nicola Denti: “Sicuramente è stato positivo anche l’approccio ad un modello lavorativo molto stimolante per i ragazzi che si sono trovati a dover rispettare delle deadline, finire i loro brani e i loro arrangiamenti in un tempo prefissato, rispettando gli obiettivi”.
Lelio Padovani: “Ogni artista deve sapersi confrontare con il pubblico: esponendosi ad esso, infatti, si può avere il feedback del lavoro svolto.
E’ il motivo per cui nel progetto di “Trasporti Eccezionali” vi è una grande attenzione al live. Purtroppo, soprattutto adesso, l’approccio è un po’ in senso contrario rispetto all’esposizione che si può ottenere dallo streaming e dalle piattaforme social, ma questo è molto innaturale perchè poi avviene quel momento inevitabile di confronto con il pubblico e le sue aspettative, in quel momento bisogna essere in grado di esprimere qualcosa nelle forme che il pubblico stesso si aspetta.
Chiaro è che l’attenzione ai numeri di un artista fa parte del business, ma se poi l’artista non garantisce sostenibilità e affidabilità, perchè banalmente non sa tenere il palco, non è performativo o preparato, possono crearsi dei problemi. Queste sono considerazioni importanti da tenere presente, anche idealmente, nel futuro, per l’industria musicale e il suo legame lungimirante con le scuole di formazione, al fine di creare un modello culturale virtuoso”.
A Parma come siamo messi con le residenze creative e, secondo voi, la popolazione in generale sente il bisogno di uno sviluppo culturale e musicale di questo tipo?
Lelio Padovani: “I progetti di residenze creative in ambito musicali sono poco esistenti o sottovalutate, così anche a Parma. In un certo senso se ne sentiva il bisogno soprattutto per i musicisti, aprendo per loro prospettive interessanti in una piccola città come la nostra. Lo sviluppo di questa iniziativa dovrebbe essere sempre più apprezzato e capito per le potenzialità musicali insite che la residenza creatività porta con sé. Penso che i nostri ragazzi lo abbiano percepito. Chiaramente lo sviluppo culturale è una conseguenza di questa progettualità e dei i risultati che si sono ottenuti, nei limiti di un’edizione alla prima prova e che è migliorabile in prospettiva”.
Quali sono i prossimi progetti che state pensando per la scuola?
Nicola Denti: “In prospettiva i prossimi progetti sono quelli di potenziare gli scambi internazionali. L’anno scorso abbiamo avuto modo di organizzare il Summer Camp Experience.
Dal 29 giugno si svolgerà la seconda edizione di questo evento didattico e musicale che lo scorso anno ha visto la presenza di un gruppo di allievi provenienti dall’Australia, con tre giorni di masterclass con Xantonè Blacq e Pete Whittard, tutor della scuola di musica ICMP di Londra, e che si concluderà il primo luglio con il concerto alla Casa della Musica a Parma con il sostegno del Comune.
Abbiamo colto l’opportunità di #Parma2020 capitale italiana della cultura per creare ancor più interesse e valore nella proposta per le scuole estere.
Da tempo, abbiamo avviato la collaborazione con l’ICMP (The Institute of Contemporary Music Performance) di Londra con l’obiettivo di aprirci verso l’estero per dare un’ottica internazionale ai nostri allievi: abbiamo avuto modo, infatti, di organizzare diversi week end a scopo formativo e masterclass nella capitale britannica”.
Lelio Padovani: “Sicuramente, legandomi alla risposta di Nicola, credo che il punto di vista internazionale sia fondamentale per capire, per esempio, come è fatto il music business di cui si accennava prima, o com è l’approccio allo studio moderno dello strumento musicale e l’attenzione verso la musica dal vivo in Inghilterra con la scena dei live club, la cultura dei musical, l’editoria musicale specifica e l’attenzione in generale su questa professione.
Altri progetti che ci impegnano da vicino riguardano certamente l’approfondimento dell’offerta didattica in senso stretto per i nostri allievi, al fine di poter dare una formazione di sempre maggiore qualità. Già ora forniamo la formazione per corsi certificati “Trinity College” e “Rockschool”, i cui esami vengono certificati da un esaminatore esterno. Questo è lo scopo della nostra scuola, creare un percorso formativo sempre più ampio e ricco, volto a far crescere l’allievo e prepararlo ad una carriera musicale”.