Entrano nel vivo i lavori legati al progetto di rigenerazione urbana e riqualificazione dell’edificio Workout Pasubio, che ospiterà il “Distretto delle imprese creative e rigenerazione urbana”.
Il cantiere ha preso avvio ad ottobre e prosegue con le demolizioni.
La conclusione dei lavori è prevista per l’estate del 2021, in autunno l’apertura.
L’appalto è stato aggiudicato all’associazione temporanea di imprese I.T.I. Impresa Generale Spa e Technologica srl.
L’intervento riguarda il grande complesso industriale dismesso dell’ex fabbrica Manzini ed ex sede Centro Studi Archivio Comunicazione, strategico come collocazione e suggestivo per impianto architettonico.
L’insieme di edifici si trova in prossimità del centro storico di Parma, nel quartiere San Leonardo, zona in cui si colloca, storicamente, la prima espansione industriale della città, favorita dalla vicinanza della rete ferroviaria.
Il nuovo edificio ospiterà diversi spazi e funzioni, sperimentate anche negli usi temporanei, un punto di comunità con il caffè letterario, un punto prestiti con una piccola biblioteca a servizio del quartiere San Leonardo, spazi di coworking, e la grande vela (Padiglione Nervi) che diventerà una grande piazza coperta per eventi di tanti tipi.
Al momento hanno preso parte, per il Comune, il Sindaco, Federico Pizzarotti; l’Assessore ai Lavori Pubblici, Michele Alinovi ed il Presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Tassi Carboni. La benedizione è stata impartita dal parroco di San Leonardo, don Mauro Pongolini.
“Prende avvio la riqualificazione dell’ex Manzini – ha spiegato l’Assessore Michele Alinovi – che diventerà uno dei 7 Distretti Socio Culturali inseriti all’interno del Dossier di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020. Wopa diventerà un centro civico dove cultura, eventi, imprese creative e socialità avranno una loro piena rappresentazione, come richiesto dai cittadini a suo tempo, grazie al processo partecipativo attivato dall’Ordine degli Architetti e dall’Amministrazione Comunale. Si tratta di un nuovo polo culturale a servizio del quartiere e della città”. L’Assessore ha ringraziato i tecnici dei Settori Lavori Pubblici e Urbanistica del Comune, le maestranze dell’impresa appaltatrice e tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato all’avvio del progetto.
Soddisfazione è stata espressa dal Sindaco, Federico Pizzarotti, che ha parlato della nascita di un nuovo centro a servizio di un quartiere, il San Leonardo, che ne ha bisogno e che potrà contare su un nuovo punto di comunità.
Il presidente del consiglio, Alessandro Tassi Carboni, ha parlato della positiva esperienza partecipativa che ha portato alla predisposizione di un progetto voluto dai cittadini a servizio di una realtà importante come il quartiere San Leonardo. “Un luogo in cui si sintetizzeranno i bisogni del quartiere e della città, un punto di riferimento vero”.
Il progetto segue un percorso partecipativo svolto nel 2014, promosso da Comune e Ordine Architetti, culminato, nel 2016, con un concorso per progettare la riqualificazione.
I locali, ribattezzati e ormai conosciuti come Wopa, sono stati utilizzati dall’associazione Workout Pasubio che ha dato avvio ad un’esperienza sperimentale di uso temporaneo, durata dal maggio del 2015 all’estate del 2019, che ha inteso unire attività economiche locali con l’interesse sociale e comunitario in un percorso collaborativo in continuità progettuale con enti e associazioni del quartiere.
Le nuove strutture vogliono essere attivatori di nuove trasformazioni e valori e sono tutte caratterizzate dall’essere reversibili, costruite a secco, indipendenti e distinguibili dall’edificio esistente, di cui ne arricchiscono la funzionalità.
La porzione di immobile, oggetto di intervento, di proprietà della Città di Parma, è costituito da tre corpi di fabbrica. La Manica Nord: padiglione composto per la parte ovest da due livelli, mentre per la parte est da una sala denominata Sala Carroponte, data la presenza al suo interno di un vecchia struttura a carroponte, che verrà mantenuta e recuperata a memoria delle lavorazioni industriali (area totale di circa 900 mq). Il Corpo Centrale: questa porzione verrà demolita per la realizzazione di una nuova zona centrale con l’atrio di entrata principale del comparto, la torre landmark e il patio aperto (area totale di circa 500 mq). Il Padiglione Nervi: edificio con altezza massima di 18 metri e con copertura a volta in elementi prefabbricati appoggiata su 4 pilastri ad unica campata (25 m in senso trasversale e 34 m in senso longitudinale). L’ulteriore porzione del complesso, la manica Ovest, in adiacenza all’ingresso, attualmente di proprietà privata, non è oggetto di intervento (area totale di circa 1000 mq). L’edificio, originariamente sede dello stabilimento della ditta Manzini, venne realizzato nel 1925. I bombardamenti del 1944 danneggiano gravemente il complesso della Manzini e la ricostruzione inizia l’anno successivo con la sistemazione dell’area e con la realizzazione del capannone principale, adibito alla realizzazione degli impianti.
Nel 1963 la ricostruzione dello stabilimento terminò con la realizzazione del “Padiglione Nervi”, dal nome dell’ingegner Pier Luigi Nervi che brevettò il particolare tipo di copertura a campata unica di grandissima dimensione, adottato nell’esempio parmigiano. Il padiglione è formato da una struttura in cemento armato costituita da un’ampia copertura a volta di sottile spessore, sorretta da quattro grandi archi che scaricano su pilastri.
Il riuso costante del complesso sarà assicurato dalla possibilità di utilizzare gli ambienti in modo flessibile, anche durante il cantiere, e la scelta di mantenere la multifunzionalità degli ambienti principali.
La torre landmark è il nuovo punto di riferimento per l’ingresso e per il quartiere, ma può allo stesso tempo diventare supporto per installazioni artistiche temporanee o per tecnologie innovative per la produzione energetica. Il nuovo atrio diventa fulcro distributivo dell’intero complesso (con nuovo blocco tecnico e ascensori) e spazio di comunicazione informale/incontro attraverso il dispositivo della gradonata che può fungere da punto di sosta o collegamento verticale verso la Sala Nervi.
La Manica Nord ha un ruolo fondamentale, poiché è il primo intervento attivatore del fronte verso la piazza antistante, con spazi per le attività del laboratorio di analisi del territorio e biblioteca / emeroteca.
Il caffè letterario, che si presenta come presidio centrale e strategico per la gestione generale del complesso e degli spazi comuni si amplia verso la Sala Carroponte garantendo così un controllo visivo sugli spazi di ingresso.
Nella Sala Carroponte si è scelto di mantenere il carroponte esistente inserendo tra esso una parete divisoria che integra gli impianti di areazione e i pannelli radianti per la climatizzazione degli spazi.
La Sala Nervi, considerata l’ambiente più interessante sotto l’aspetto volumetrico ed architettonico, viene lasciata libera a tutta altezza: sui lati lunghi un sistema di strutture prefabbricate leggere modulari, in carpenteria metallica, andranno ad ospitare le nuove attività. Il tipo di struttura è stata pensata per permettere l’installazione di pareti divisorie a secco che possono essere rimosse o aggiunte a seconda delle esigenze, plasmando la dimensione degli ambienti interni.
La nuova Sala Nervi diventa così una piazza coperta, circondata da “facciate attive“ dietro le quali si muovono ed operano gli utenti; lo spazio centrale, lasciato appositamente vuoto, può ospitare a rotazione eventi di diverso tipo, come esposizione di arte / fotografia, spettacoli, concerti durante le ore serali.