Ha inaugurato Venerdì 24 Gennaio la mostra personale di Arturo Sereni presso lo Spazio Manfredi di Borgo Riccio. Lo spazio, gestito da Simona Manfredi, fa parte di Quadrilegio, una manifestazione cittadina in cui alcuni spazi privati del centro aprono ai visitatori proponendo loro mostre e performances di arte contemporanea.
Le opere di Sereni sono state esposte nella sala cosiddetta “cozy room”, arredata in tutto e per tutto come un salotto di un tempo, caldo e accogliente, in cui è possibile sedersi in compagnia e conversare come se ci si trovasse a casa di amici. Ed è proprio questo lo spazio adatto per la nuova serie di Sereni, i cui colori si giustappongono alla perfezione creando un tutt’uno tra stanza e opere in grado di mettere a proprio agio il visitatore nonostante le grandi dimensioni di queste ultime.
Dopo lunghi anni di lavoro con la tecnica del collage, grazie alla quale ha riscosso pareri molto favorevoli del pubblico, Sereni abbandona le sue figure “pop” (da Mandrake agli orologi, da De Chirico alle formule matematiche) per approdare all’astrattismo.
In realtà, come racconta l’artista, più che un approdo si tratta di un ritorno, poiché già in precedenza, sperimentando altre tecniche di accostamento dei colori, aveva elaborato delle opere su formato piccolo in cui una miscellanea di colori dialogavano in armonia senza risultare mai banali, dimenticandosene poi però per decenni.
Solo recentemente ha avuto occasione di riprendere“casualmente” (da qui il titolo della mostra) in mano questi lavori e di riscoprirne la forza espressiva. Da questa scoperta nasce la decisione di lasciare da parte il “pop”, che tanto lo aveva premiato, per dedicarsi all’espressione del colore in sé. La scelta di riprodurre le sue opere in un formato molto più grande di quello iniziale fa intendere la volontà di generare con i suoi colori un’esplosione, un urlo: l’artista è arrivato alla consapevolezza della propria capacità espressiva e lo vuole gridare al mondo.
Arturo Sereni
Nato a Parma nel 1944, la sua grande passione è decisamente rivolta al mondo della moda e dell’abbigliamento. Fonda nel 1973 con Guido Pellegrini la Martin Guy, un marchio che rimarrà nella storia dello stile Made in Italy.
L’amore per il mondo della moda lo porta ad incontrare nuove collaborazioni con Fusco, Pringle e Trussardi. Queste esperienze sfociano successivamente in una grande opportunità in terra scozzese dove è chiamato a collaborare con Todd & Duncan, leader mondiale del cachemere, dove opera nella scelta qualitativa dei filati e nel ruolo del designer di modelli e di scelta dei colori. I colori, che sono sempre stati presenti durante il corso della sua vita, iniziano a fondersi, unirsi e miscelarsi in un’avventura tutta da scoprire e comprendere: la pittura.