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Nella #Parma2020 Capitale della Cultura nasce ‘La Casa delle Donne’: competenza e impegno civile per il futuro di tutti


“Mi reggo in piedi

sui sacrifici

di milioni di donne prima di me

pensando

cosa posso fare

per rendere più alta questa montagna

in modo che le donne dopo di me

vedano più lontano” (Rupi Kaur)

La Casa delle Donne prende forma, nella #Parma 2020 Capitale della Cultura, con una grande festa al Circolo Arci Colombofila il 25 gennaio 2020, le tante associazioni coinvolte hanno annunciato la nascita ufficiale del progetto ancora in cerca di una sede.

Un’esigenza, un’opportunità, una condivisione di competenze e talenti al servizio di un’idea comune di società futura.

La presidente della Casa delle Donne Elisabetta Salvini dell’associazione L’Otto anche domani così spiega l’iniziativa:

Durante la serata dedicata alle donne combattenti del Rojave ma anche cilene e italiane e di tutto il mondo, Margherita Becchetti del Centro Studi e Movimenti dal palco ha annunciato la nascita della Casa delle Donne:

“Un gruppo di donne che ha cominciato a chiedersi per cosa valesse la pena impegnarsi in questo tempo così annichilito, dove poter coinvogliare il tempo e le energie faticosamente strappate a lavoro e famiglia.

Ci siamo trovate l’8 marzo scorso di fronte al pericolo che la città, dopo i due anni di sciopero e corteo di Nudm (Non Una Di Meno) ritornasse al nulla delle mimose e delle serate tra amiche e non lo abbiamo accettato.

Le prime nostre energie, dunque, sono andate lì e nell’organizzazione di quel corteo, abbiamo incontrato molte altre donne con cui siamo divenute compagne di strada.

Molte le occasioni di incontri e battaglie comuni che ci hanno unite:

-la protesta a maggio contro il comizio di Roberto Fiore (il leader di Forza nuova, una delle organizzazioni neofasciste più misogine e reazionare);

– la serata al Centro giovani Federale per parlare di violenza contro le donne in occasione del processo Pesci;

– la contestazione di novembre verso la proposta di affido condiviso del senatore Pillon,

– la nostra presenza in piazza il 25 novembre insieme ai Maschi che si immischiano

E in ognuna di queste occasioni altre donne si sono avvicinate e hanno cominciato a condividere con noi non solo l’idea che questa città ha bisogno di uno spazio femminile, di una Casa ma anche un senso profondo di indignazione verso ciò che intorno a noi vedevamo succedere

Poi sono arrivate le notizie dal Cile, sempre più incredibili, violenze di strada, stupri ad opera delle forze dell’ordine e poi lei, la Mimo Daniela Carrasco, trovata morta col corpo martoriato appesa ad un cancello… Ancora una volta ci siamo trovate incredule di fronte a una società di uomini che puniscono le donne con lo stupro, con la violenza sul loro corpo. E anche questo ci è parso inaccettabile, anche questa ci è sembrata una battaglia nostra come di molte altre.

Così questa serata ha cominciato ad assumere un altro sapore, ci si diceva, come possiamo parlare solo del Rojava con tutto quello che sta succedendo anche in Cile!,come possiamo ignorare l’urlo delle donne cilene contro la violenza patriarcale, che è il nostro stesso urlo contro la stessa violenza che —sebbene in forme per fortuna meno esasperate — subiamo tutte e tutti quanti.

Come possiamo ignorare l’appello che le donne cilene hanno lanciato al femminismo internazionale, il loro flash mob contro la violenza che è diventato un urlo globale, portato nelle piazze da migliaia di donne in tutto il mondo.

Anche il Cile è entrato nel nostro orizzonte, prepotentemente e questa serata ha cominciato inevitabilmente a cambiare di forma: non più una serata solo per il Rojava, ma un invito a voi tutte e tutti a guardare intorno a voi, alle lotte che, in tante parti del mondo, le donne stanno portando avanti, a volte con un coraggio e una determinazione che fanno davvero impressione, in contesti di profondo pericolo, in società violente, dispotiche o teocratiche.

A guardarlo così, il mondo, non possiamo NON sentirlo nostro, ed ecco perché la nostra serata per il Rojava è diventata ‘Un mondo di donne in lotta’.

È impossibile per noi, pensare a noi disgiunte dalle altre: il loro sguardo è il nostro sguardo, la loro battaglia è la nostra battaglia, il loro nemico è il nostro nemico.

EI violador eres tu. E questo tu, si badi bene, per noi non sono gli uomini (come tanti credono pensando al femminismo),non sono i nostri compagni uomini, ma quella cultura patriarcale che ancora ci ingabbia tutte e tutti e contro la quale dobbiamo essere sempre più determinati insieme, nelle lotte collettive come nelle piccole cose di tutti i giorni, che sono proprio quelle che più subdolamente ci fanno introiettare — senza che nemmeno ce ne accorgiamo – un modo obbligato di essere o maschi o femmine che poi ci tiriamo dietro per tutta la vita indipendentemente da ciò che ognuno di noi sente di essere o vorrebbe essere.

Detto tutto questo capirete perchè in questa serata abbiamo poi pensato che sarebbe stato perfetto presentare il progetto della Casa delle donne, cui stiamo lavorando da un anno, ci sembrava il contesto perfetto: non solo perché ci sentiamo parte di quel mondo che vi ho raccontato, ma anche perché una festa racconta perfettamente lo spirito con cui molte di noi pensano a una Casa delle donne: un luogo che può essere tante cose insieme, può essere incontro, solidarietà e aiuto,ma anche divertimento, leggerezza, confidenza, riconoscimento, condivisione, profondità, confronto, insomma uno luogo in cui ogni donna possa esprimere le proprie competenze o il proprio desiderio di creare uno spazio a propria misura.

Chiudo con un cenno a due donne a cui vorremmo dedicare questa serata.

La prima è Virginia Wolf che proprio oggi compirebbe 138 anni, un riferimento quasi scontato per ogni donna che senta il bisogno di una stanza tutta per sé.

L’altra è una donna che ci ha colpito per la sua determinazione e la sua intransigenza etico morale, una donna che, in nome della lotta che ha portato avanti, ha deciso di scontare in carcere una pena ingiustamente inflittale, rifiutando i benefici che le sarebbero consentiti anche in ragione dei suoi 73 anni di età. E allora un nostro pensiero stasera va anche a Nicoletta Dosio, alla sua capacità di dar corpo alle cose in cui crede e al suo essere una donna in lotta.

Grazie

Il ricavato di questa serata sarà devoluto a Mezzaluna rossa — rete Kurdistan, che sostiene le lotte dei curdi e delle curde del Rojava e al coordinamento Nin Una Menos Cile.

La prossima assemblea per organizzare insieme l’8 marzo e continuare il progetto Casa sarà martedì 11 febbraio, ore 21 al centro giovani Federale. Siateci!”

Per Info e per  aderire alla Casa delle Donne: [email protected]

Presenti anche il vicesindaco, l’assessore all’urbanistica, l’assessora alle pari opportunità e il presidente del consiglio comunale quasi a garantire l’impegno dell’amministrazione a sostenere e promuovere l’iniziativa.


La serata organizzata insieme a Art Lab Occupato e Rete Kurdistan Emilia Romagna, è proseguita con la musica di
Rocco Rosignoli, Francesco Pelosi,Davide Zilli, Guido Maria Grillo, Alma’ngarrà, Mè, Pèk e Barba,Kalevala, Tafel Musik, EMILY Collettivo Musicale, Dj set Bufo.

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