Domenica 8 dicembre al Teatro al Parco va in scena ‘Capogiro’ la nuova produzione per l’infanzia del Teatro delle Briciole dedicata ai bambini piccoli, da due anni.
Beatrice Baruffini e Agnese Scotti si sono ispirate ai libri della grande illustratrice per l’infanzia, che dalla fine degli anni ’60 crea un linguaggio nuovo fatto di forme geometriche ed essenziali
‘Capogiro’, creata a quattro mani da Beatrice Baruffini, che firma anche la regia, e da Agnese Scotti, unica interprete, in scena domenica 8 dicembre alle 16.30 al Teatro al Parco nell’ambito della rassegna per le famiglie «Weekend al Parco».
L’ideazione luci è di Emiliano Curà, suoni e musiche di Dario Andreoli, realizzazione scene di Paolo Romanini.
Lo spettacolo trae ispirazione dall’opera di Iela Mari (1931-2019), illustratrice per l’infanzia di straordinaria originalità e finezza, che a partire dalla fine degli anni Sessanta creò classici pubblicati in tutto il mondo come «Il palloncino rosso», «Tondo», «La mela e la farfalla»,con i quali inventò un linguaggio nuovo fatto di immagini senza parole di grande forza evocativa, nutrito delle idee grafiche elaborate nella Milano in cui si era formata, centro propulsore della stagione del miglior design italiano.
La sua convinzione che il pensiero dei bambini piccoli proceda per associazione e la sua volontà di attirare l’attenzione sulle forme, in un’epoca che iniziava a conoscere i primi effetti della saturazione dell’immagine da parte dei mass media, hanno forti potenzialità di interagire con il linguaggio teatrale.
“Il lavoro di Iela Mari per l’infanzia – spiegano Baruffini e Scotti – è stato per noi fonte di ispirazione e suggestione, sia per l’immaginario estetico che per la modalità di racconto e narrazione. Spesso la Mari parte da una forma, chiara, ben riconoscibile. Per noi la palla è diventata quel punto di partenza: un oggetto che più di ogni altro appartiene all’infanzia”.
In scena una donna e una palla danno vita a un delicato racconto.
Forse sono una madre e un figlio, una donna e il suo tesoro, una bambina e il suo pallone. La palla è una pancia, un peso sulla schiena, un mappamondo su cui muovere i primi passi, un pezzo di corpo che non si stacca.
Una palla da stringere, abbracciare, lanciare, rimbalzare, nascondere, custodire. “Nascono così, dalla relazione tra attrice e oggetto – continuano le autrici – i mondi immaginari, tappe di un viaggio fantastico, fatto di piccole scoperte, avventure, emozioni, incontri”.
Informazioni e biglietti 0521 992044, www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole