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3 dicembre-‘Le stanze dell’anima’ mostra di Marina Burani allo spazio LaZona-Giù sempre più giù fino alla luce, le visioni interiori di un’artista in perenne ricerca di un’essenza


di Titti Duimio

Dal 3 dicembre 2019 al 29 gennaio 2020 lo spazio espositivo LaZona – Centro Cinema Lino Ventura ospita la mostra “Le stanze dell’anima” dell’artista Marina Burani.

“Si fa sempre più buio!”

“Certo, stiamo scendendo in profondità”

“Ho un po’ paura, a cosa serve questa discesa?”

“Più andiamo giù più la nostra anima si illumina”

“Ma il nostro corpo si confonde sempre di più

con l’ombra, sembra che si dissolva”

“Non senti come i nostri sensi si acuiscono,

l’odore dei licheni, l’umido tepore delle pareti,

il rumore vellutato delle ali sopra di noi!”

“Alla nostra età è un po’ pericoloso, assomiglia

tanto alla morte!”

“Cara, non preoccuparti… qua le trappole

non esistono!” (Marina Burani)

L’incessante ricerca tra le geometrie di una prospettiva dell’anima e l’essenza-assenza dei colori che diventano luce, sono la cifra del lavoro di Marina Burani che da mezzo secolo dialoga con la tela rovistando nelle trasformazioni possibili dell’essenza umana in bilico tra inquietudine e sensualità.

Nelle luci e nelle ombre sta il senso e il movimento incessante scandito da chiaroscuri giocati nel dubbio dell’attimo colto. Il contrasto tra bianco e nero crea scompiglio e movimento e innesca un processo di riconoscimento mai ammesso in cui ogni livello di profondità diventa nudità e fragile stupore in un vortice di energia che assomiglia a una verità e chi guarda ne fa parte e ne è consapevole-inconsapevole protagonista.

Così la critica d’arte Stefania Provinciali descrive la mostra della Burani:

«Sono dipinti nati dal pensiero interiore, sono “Le stanze dell’anima” di Marina Burani, un nuovo ciclo che l’artista sta sviluppando seguendo vie d’espressione che si integrano nella ricerca di forma e di spirito. Raccontano di un cammino artistico che si muove tra il pieno della decorazione ed il rigore di geometrie che sfondano lo spazio, tra la negazione del colore, il nero, e l’assolutezza del bianco che tutti i colori contiene, inteso come luce pura. Nel mezzo <altri> luoghi cromatici e visivi dove la profondità del quadro acquista valenze prospettiche. In questo mondo ricreato ad arte l’anima si perde in un labirinto immaginario, vi trova oggetti che galleggiano nello spazio e guidano all’esperienza di una vita piena, si ritrova nel tempo trascorso e in quello a venire, presagio di vita o di morte non conta ciò che conta è il cammino. Lo sguardo si perde nella lettura dei particolari che la solida mano dell’artista sa costruire, in visioni complesse dove antichi decori ricompongono la stanza o uno spazio optical diventa spirale del sogno. Ecco il sogno, che più di ogni altro, si rivela essenza, anima delle cose, dei vuoti e dei pieni, ma soprattutto immaginario pensiero di infinite vie da percorrere.

Le nature morte si ergono nella loro forma, oggetti di un quotidiano che di quel sogno fanno parte, particolari di un tutto che va via via prendendo significato, di quadro in quadro, fino a dissolversi quando la luce si fa così forte da dissolversi in un bianco assoluto, verso l’infinito».

Marina Burani, nata a Reggio Emilia vive e lavora a Parma, ha frequentato l’istituto d’Arte Paolo Toschi a Parma e l’Accademia di Brera a Milano.

Nel 1991 fonda l’Associazione Culturale Alphacentauri con Andrea Vettori, dal 1994 pubblica il Giornale Alphacentauri che viene presentato alla Biennale di Venezia nello stesso anno.

Pubblica due libri “Lento a tempo” e “Coleotterofobia”.

A Reggio Emilia partecipa al premio Tricolore e l’opera viene premiata ed acquistata dal Museo Civico.

Partecipa a numerose mostre collettive e personali tra le quali “Nero”- Palazzo Pigorini, Parma – maggio 2019.

 

DAL 03 DICEMBRE 2019 AL 29 GENNAIO 2020

LAZONA – CENTRO CINEMA LINO VENTURA Via D’Azeglio 45/D – Parma – Ingresso libero

Da Lunedì a Giovedì 9-19/Venerdì -Sabato 9-20

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