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Un po’ di Parma nella mostra ai Musei Vaticani ‘Anima Mundi’ inaugurata da Papa Francesco

di Titti Duimio

C’è un luogo di arte a Parma fuori dalla ribalta mediatica che da qualche anno produce cultura di alto livello con proposte innovative sempre di respiro internazionale in continuo dialogo fra la città e il resto del mondo.

È il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico che con le recenti ristrutturazioni sia degli spazi che del gruppo di comunicazione  propone eventi, incontri e riflessioni sulle diverse influenze culturali nella società contemporanea.

In questa ottica il Museo Cinese di Parma è stato recente protagonista di una importante mostra inaugurata il 25 ottobre ai Musei Vaticani di Roma con un prestito d’opera determinante per il racconto dell’esposizione.

“La storia di questo prestito nasce quando Padre Nicola Mapelli (direttore del Museo Etnologico ai Musei Vaticani) e Padre Antonio Rovelli, missionario della Consolata mi chiamano perché stanno organizzando una grande mostra sull’Amazzonia in occasione del Sinodo dell’Amazzonia-dice Chiara Allegri responsabile Marketing del Museo Cinese ed Etnografico di Parma, il quale vanta una collaborazione con i Musei Vaticani già dal 1925 anno dell’Esposizione Universale voluta da Pio XI-La mostra si sarebbe chiamata “Mater Amazonia – The deep breath of the world’ ” e la sua inaugurazione avrebbe avuto luogo in concomitanza con l’apertura del nuovissimo Museo Anima Mundi, il nuovo museo etnologico fortemente voluto da Papa Francesco.”

“Nel nostro Museo la collezione sull’Amazzonia, iniziata grazie all’operato di P. Renato Trevisan in Brasile negli anni ’70,  si concentra sul popolo Kayapò e la scelta per il prestito cade su una bellissima stola con il simbolo del crocifisso realizzata per i Padri Missionari dal popolo Kayapò.

E’ un pezzo molto prezioso, non tanto per il valore dei materiali, quanto piuttosto perché i simboli cristiani sono rarissimi nei manufatti kayapò essendo popoli non evangelizzati” prosegue Chiara Allegri

 

La mostra Mater Amazonia è stata inaugurata ufficialmente il 25 ottobre e la preview del nuovo Museo Anima Mundi è stata aperta dal Papa il 18 ottobre alla presenza di tutti i lavoratori che hanno contribuito alla grande opera di costruzione, allestimento e promozione di questo nuovo Museo con un suggestivo discorso del Papa che lancia un messaggio importante sull’attualissimo tema degli stranieri e del rispetto e dell’accoglienza imprescindibili in un’ottica culturale globale.

“Mi piace pensare – ha dichiarato Papa Francesco – che quello che oggi inauguriamo non sia semplicemente un Museo, nella sua concezione tradizionale. Infatti ho trovato opportuno il nome che è stato scelto per questa raccolta, così evocativo: Anima Mundi. L’anima del mondo. Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a diventare sempre più una “casa” viva, abitata e aperta a tutti, con le porte spalancate ai popoli del mondo intero”.

 

Una grande testimonianza quella del Museo Cinese di Parma che porta un pezzo della sua storia locale fuori dai confini per aggiungere valore ad un racconto corale e globale in un preciso momento storico in cui memoria e storia nazionale si intrecciano inevitabilmente con la storia di ogni popolo e di ogni memoria. Ricucire il racconto che da sempre è fatto di contaminazioni e scambi tra diverse culture è il doveroso sforzo intellettuale che la mostra vaticana compie con la partecipazione anche di un tassello parmigiano, che ancora una volta racconta ‘il ruolo dello ‘straniero’ toccato a turno ad ogni popolo” come sottolinea Chiara Allegri citando i missionari che in completa solitudine viaggiavano in terre lontane e sconosciute confrontandosi con popoli e tradizioni diverse.

“Chi entra qui dovrebbe sentire che in questa casa c’è spazio anche per lui, per il suo popolo, la sua tradizione, la sua cultura. Qui dovrà anche sentire che la “sua” arte ha lo stesso valore ed è curata e custodita con la stessa passione che si riserva ai capolavori del Rinascimento o alle immortali sculture greche e romane, che richiamano ogni anno milioni di persone. Qui troverà uno spazio speciale: lo spazio del dialogo, dell’apertura all’altro, dell’incontro” conclude il suo intervento Papa Francesco all’inaugurazione della mostra.

Affermazioni che vanno al di là del pensiero prettamente cattolico e che riguardano una filosofia di vita e un percorso culturale che risponde a un’urgenza contemporanea alla quale tutti sono chiamati. E Parma con il Museo Cinese ed Etnografico con la sua presenza risponde all’appello contribuendo alla costruzione di un dialogo collettivo attraverso l’arte e il rispetto delle diverse tradizioni per una visione complessiva e non localistica dell’identità culturale nazionale inserita in un contesto più ampio e mondiale seppure in un solco di appartenenza fortemente riconoscibile.

 

“È in quest’ottica che stiamo preparando un altro progetto per l’inizio del 2020 dal titolo ‘Peregrinare-Museo Teatro’ in collaborazione con Europa Teatri che prevede due pièce create ad hoc per gli spazi del Museo Cinese dai ragazzi del teatro- ci racconta Chiara Allegri-una incentrata sulla cosmogonia e cioè il complesso dei miti che racconta l’origine dell’universo e l’altra, sulla quale stiamo lavorando, che racconta la nascita del museo con la raccolta nel passato delle testimonianze dei nostri missionari ‘stranieri’ in terre sconosciute che riporta inevitabilmente ai temi d’attualità e agli adattamenti indispensabili a nuove culture lontane dalle proprie”

Museo Cinese e Etnografico di Parma

Un nuovo dialogo, quindi, del Museo Cinese di Parma sostenuto da Chiara Allegri che prosegue la ricerca di linguaggi comuni tra le diverse espressioni artistiche in una rete di intenti che spinge ad uscire da una comfort zone di appartenenza e porta al confronto e al dialogo tra diversità per una visione arricchita di tante colorate sensibilità aggiungendo al claim di Parma Capitale della Cultura ‘la cultura batte il tempo’ anche i luoghi del tempo.

 

 

 

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