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Persone Prima di tutto-Inaugurata la mostra di Otello Pagano: un omaggio ai parmigiani e alle relazioni umane


di Titti Duimio

“Un omaggio alla città che mi ha adottato-dice Otello Pagano artista torinese di nascita ma parmigiano per scelta che da tempo ricerca nel colore e nelle forme l’essenza dell’umanità che dipinge per comprenderne forza e debolezze in affreschi di contemporaneità da cui estrarre una praticabile qualità della vita di cui ognuno può essere protagonista.

Presentata oggi 26 ottobre al Museo di Storia Naturale di via Farini la sua ultima collezione ‘Persone-Prima di tutto’ dedicata a personaggi noti e meno noti di Parma interpretati dall’artista attraverso linee e colori che ne riassumono le qualità personali incontrate dall’artista nel suo lungo percorso di conoscenza delle persone ritratte.

Mostra che ripercorre l’esposizione fatta a Rio de Janeiro nel 2016 a Casa Italia Paralimpica in cui Otello Pagano, in arte Pog, ha riprodotto i 41 atleti paraolimpici in una dimensione privata e personale che li elegge a simbolo di una supremazia della volontà umana al di là di ogni barriera fisica o psicologica, là, oltre la logica apparente, dove vivono i ‘Signori del Tempo’.

Persone e relazioni, senza distinzioni o giudizio nei 44 quadri esposti oggi a Parma, tutti ritratti nello stessa posa quasi fotografica perché tutti hanno pari valori da esprimere, un volto a metà disegnato a matita con fedele verosomiglianza, tratti minuziosi che ne descrivono fisicità e contemporaneità completati da una metà nera, forse il lato inaccessibile e oscuro di oguno di noi o forse la somma di tutte le possibili sfumature che ciascuno contiene oltre gli strati d’apparenza che raccontano la profondità di una storia personale.

Ritratto bidimensionale inserito in spazi che ne suggeriscono la prospettiva e la profondità, tema caro di ricerca dell’artista, che portano fuori dalla mera fisicità del viso del protagonista raccontandone le sensazioni e le emozioni incontrate da Otello nei lunghi dialoghi con i soggetti scelti.

E qui è il colore che domina e che descrive l’anima del soggetto: in una voluta ed energica contrapposizione con il tratto lieve della matita descrittiva Otello Pagano oppone la forza geometrica e assoluta di uno sfondo fortemente emotivo che non descrive ma suggerisce le qualità della persona ritratta usando toni determinati e determinanti come certezze in un cromatismo ‘democratico’ che appartiene a tutti.

Ognuno ha qualcosa da dire e ognuno ha il diritto di essere ascoltato oltre l’apparenza.

Tra i protagonisti spicca il ritratto di Francesca Devincenzi, giornalista e editrice in città della quale Pagano coglie la grande forza propulsiva, “blu come un’esplosione di energia-dice l’artista-azzurra come la quiete che contiene e rossa come la grande femminilità che la contraddistingue senza togliere il bianco, l’ipotetico non detto e non scritto che ancora deve compiersi e che appartiene a tutti i personaggi”.

Ma come in tutti gli scambi e gli incontri anche l’artista lascia qualcosa di sè nei ritratti, piccoli segni sparsi sul quadro, gesti istintivi di presenza reciproca, minuscoli guizzi di luce, quasi un’impronta, che nascosti nel quadro portano l’occhio sempre più nel profondo dell’opera, fino all’attenzione del dettaglio che fa sempre la differenza. Una firma distintiva di Otello Pagano che conferma la necessità dell’’altro’ per una reale e compiuta collettività in relazione.

Una galleria di famiglia o una raccolta di francobolli quella di Otello Pagano, una collezione di relazioni e scambi personali fatti di ascolto, di idee e di sostanza fuori da ogni logica di appartenenza sociale, donne e uomini che rappresentano il mondo della cultura o dell’impresa ma che per un attimo diventano solo se stessi, attimo di cui l’artista ne coglie e ne riporta il privilegio.

Persone, prima di tutto.

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