L’Orto botanico dell’Università di Parma si apre al mondo.
Grazie a un co-finanziamento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – MIUR, l’Università di Parma supporterà infatti con 6 borse di studio e tirocinio studenti provenienti da Paesi non europei, appassionati di natura e scienza e che abbiano competenze comunicative o di traduzione linguistica, oppure conoscenze tecniche informatiche, per condurre l’ampia gamma di attività che mirano a rilanciare e internazionalizzare l’Orto botanico, protagonista di una trasformazione che lo porterà a essere uno spazio educativo e di incontri aperto alla comunità e ai visitatori internazionali.
Tra le attività previste per gli studenti: traduzione di erbari e degli itinerari museali; organizzazione di iniziative e workshop per le scuole e per un pubblico più ampio; georeferenziazione e creazione di applicazioni digitali; realizzazione di materiale promozionale; implementazione e traduzione dei testi del sito web e delle pagine sui social media.
Oltre a queste 6 borse per studenti in entrata, ne sono previste altre 6 per permettere a studenti dell’Università di Parma di recarsi in Paesi non europei per studiare le “best practice” in materia.
«L’approvazione di questo progetto da parte del MIUR, con la quasi totalità del finanziamento richiesto, costituisce un importante incentivo a perseguire con ancora più energia l’obiettivo di rilancio e nuova pianificazione funzionale dell’Orto Botanico – commenta Fabrizio Storti, Pro Rettore alla Terza Missione -. Le 12 borse di studio consentiranno di realizzare importanti attività di internazionalizzazione e acquisizione di buone pratiche adottate in prestigiose strutture nel mondo. Il progetto include anche attività di ricerca in ambito economico, per la messa a punto di strategie di promozione e autosostentamento finanziario della struttura, e in ambito botanico, farmacologico e naturalistico in genere, anche mediante la partecipazione dei cittadini. Sono particolarmente orgoglioso di questo progetto perché costituisce la palese dimostrazione di come un approccio multidisciplinare, alimentato da una fattiva collaborazione tra competenze diverse, sia il presupposto fondamentale per il successo. Per questo ringrazio sentitamente tutti coloro che si sono prodigati per la costruzione di questa proposta vincente e il Rettore per la fiducia a priori che ha concesso alla squadra».
«Il progetto “Not in my backyard” deve considerarsi particolarmente importante, ai fini dell’internazionalizzazione della nostra Università, perché ci consente di attrarre studenti e tirocinanti, in possesso di competenze di vario genere: linguistiche, scientifiche, ma anche informatiche – spiega Simonetta Valenti, Pro Rettrice all’Internazionalizzazione -. Oltre che mettere alla prova le proprie capacità sul campo, le studentesse e gli studenti stranieri, provenienti da paesi extra UE, potranno seguire alcuni insegnamenti in vari Dipartimenti dell’Ateneo di Parma, conseguendo così crediti formativi. Progetti come questo hanno perciò un risvolto importante a livello della reputazione internazionale dell’Ateneo, poiché contribuiscono a farlo conoscere e apprezzare da giovani di altre nazionalità e culture, mediante la valorizzazione di un tassello importante del patrimonio museale dell’Università quale è l’Orto Botanico. Desidero quindi ringraziare il Pro Rettore prof. Storti, il prof. Renato Bruni, referente del progetto, insieme alla U.O. Internazionalizzazione e alla U.O. Museale di Ateneo, per il lavoro collaborativo e sinergico che ci ha consentito di ottenere il co-finanziamento MIUR».
«L’Orto Botanico è entrato in una nuova fase della sua lunga storia, un risveglio che si apre alla città e al mondo per stimolare l’attenzione su temi oggi sempre più rilevanti, come quelli della sostenibilità, del rapporto tra uomo e ambiente, tra scienza, tecnologia e natura – sottolinea Renato Bruni, docente di Biologia vegetale e referente del progetto -. In questo senso tanto l’arrivo di studenti stranieri quanto la possibilità per studenti italiani di fare esperienza all’estero hanno una valenza importante. Da un lato ciò permetterà di dare un respiro internazionale al nuovo corso dell’Orto Botanico, ad esempio sul piano dell’offerta turistica e per la gestione delle attuali collezioni, mentre dall’altro permetterà di raccogliere le migliori pratiche adottate da analoghe strutture estere già affermate nel campo della divulgazione botanica e nell’offerta a un pubblico di non esperti. L’Orto botanico di domani deve essere un luogo in cui le piante raccontano storie e in cui le storie hanno una solida base scientifica, in una cornice accogliente e attenta alle istanze della società. Credo sia un ruolo istituzionalmente importante per un’Università pubblica, da perseguire con una logica di apertura che non a caso inizia proprio con uno sguardo che va oltre, non solo metaforicamente, il concetto di confine».
Gli studenti provenienti dall’estero avranno l’opportunità di far parte di un gruppo internazionale di giovani creativi che aiuteranno lo staff dell’Orto botanico, mettendo le loro nuove idee in pratica e coinvolgendo la comunità locale nella conoscenza della biodiversità. Potranno inoltre seguire i corsi di studio dei Dipartimenti di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali – DUSIC, di Scienze degli Alimenti e del Farmaco – SAF, di Scienze Economiche e Aziendali – SEA, di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale – SCVSA. Avranno infine l’opportunità di seguire i corsi di lingua italiana offerti dall’Ateneo.
Il progetto partirà ufficialmente il 1° febbraio 2020 con l’arrivo degli studenti, che dovranno obbligatoriamente essere iscritti a Università già partner dell’Ateneo e che potranno candidarsi il 15 novembre 2019. Il primo bando, previsto per le borse in entrata, è consultabile a questo link https://www.unipr.it/botanicalgardencall.
Il secondo bando, destinato agli studenti di Parma, sarà pubblicato a breve sul sito di Ateneo.