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12 ottobre-‘Storia di un capolavoro’: il racconto della nascita di Otello di Giuseppe Verdi in mostra a Palazzo Bossi Bocchi


“Fare a Parma una mostra su Verdi e dire qualcosa di nuovo non è facile- premette Pierluigi Ledda direttore generale dell’Archivio Ricordi che insieme alla Fondazione Cariparma e all’Archivio del Teatro Regio hanno realizzato la mostra ‘L’Otello di Boito e Verdi. Storia di un capolavoro‘ che dal 12 ottobre al 22 dicembre sarà visitabile a Palazzo Bossi Bocchi sede della Fondazione Cariparma- Ma l’incontro tra documenti eccezionali dei nostri archivi e le competenze di chi ha costruito il percorso hanno reso possibile un racconto nuovo e inedito attorno al compositore e a quello che ha preceduto la realizzazione di uno dei suoi più grandi successi: l’Otello”

Quella di Otello è certamente una tra le più avvincenti genesi nella storia del teatro d’opera e la mostra “L’Otello di Boito e Verdi: storia di un capolavoro”, allestita a Palazzo Bossi Bocchi (Parma, dal 12 ottobre al 22 dicembre 2019) a cura di Fondazione Cariparma e dell’Archivio Storico Ricordi ne ripercorre, in un avvincente racconto, le tappe creative.

Una breve della “Gazzetta dei Teatri” in data 6 gennaio 1887 ben descrive il clima di fervida attesa per la prima di Otello: «[Verdi] È arrivato, e le prove del desideratissimo Otello sono incominciate. Oh! Venga presto il giorno della prima rappresentazione. C’è per quel giorno una vera febbre in tutti (…)».

Una notizia, quella di Otello, che aveva fatto il giro del mondo: dopo 16 anni di pausa finalmente una nuova opera verdiana che diverrà fin da subito un successo planetario.

Storia di incontri tra persone speciali che che generano racconti speciali come quello tra Giuseppe Verdi, Arrigo Boito e Giulio Ricordi, grande imprenditore del settore dell’editoria musicale che ha saputo investire sulla qualità (200.000 lire più diritti d’autore al Maestro che corrispondono a circa un milione di euro odierni) attraverso i rapporti umani creando un sistema di collaborazione vincente.

Una complessa macchina creativa e organizzativa che sta dietro ad un capolavoro, fatta di persone e di relazioni quotidiane raccontata attraverso i documenti, disegni, lettere e bozze raccolti nell’archivio di Casa Ricordi integrato con il materiale conservato a Parma, sia da Fondazione Cariparma che dall’archivio del Teatro Regio, compongono un ‘dietro le quinte’ di eccezionale interesse storico ma soprattutto umano, ben al di là del valore dell’opera stessa.

Così come è stato vincente l’incontro tra i curatori Maria Pia Ferraris della Ricordi e Francesca Magri di Fondazione Cariparma che hanno saputo ricreare il clima dell’epoca e la genesi di Otello nei dettagli attraverso le eccezionali testimonianze raccolte nei documenti esposti, compresa l’emozione dell’attesissima presentazione al Teatro Regio di Parma del settembre 1887 dopo la prima alla Scala di Milano, del febbraio dello stesso anno.

“Storia di un team vincente-spiega Francesca Magri-che nasce da un insuccesso, il Simon Boccanegra andato in scena alla Fenice di Venezia nel 1857 che Ricordi volle negli anni ‘80 fortemente rilanciare in una versione riveduta e corretta dal binomio Boito-Verdi, riproposta poi alla Scala nell’81, e da qui nacquero le premesse per l’Otello che andò in scena nel febbraio 1887.

La mostra si apre proprio con il libretto di Simon Boccanegra con le correzioni apposte da Boito proveniente dalla collezione Ricordi, di fianco all’abbozzo verdiano rivisto di proprietà della Fondazione Cariparma. Un incontro che ha dato vita al percorso in mostra e alla realizzazione di una delle ultime opere verdiane tra le più amate. Una gestazione durata sette anni (dal 1879 al 1886) ripercorsi nell’esposizione anche fra aneddoti curiosi come la lettera della moglie di Verdi in cui l’opera Otello in corso di scrittura viene soprannominata ‘il cioccolatte’.

Tutti i documenti dell’Archivio Ricordi sono consultabili al sito https://www.archivioricordi.com

Fortemente coinvolgente il percorso della mostra, che comprende tutti gli aspetti dell’apparato teatrale: i costumi disegnati dal colornese Alfredo Edel, uno dei maggiori costumisti dell’epoca, di cui sono esposti i disegni originali, le corrispondenti fotografie che mostrano gli abiti realizzati in sartoria per la prima scaligera e gli accessori realizzati dall’attrezzeria Rancati (in mostra l’armatura originale di Cassio e un elmo delle Guardie d’Onore); i disegni originali delle scenografie dei 4 atti progettati da Carlo Ferrario e Giovanni Zuccarelli. Suggestivo il volume delle Disposizioni Sceniche, mise-en-scène redatta e pubblicata da Giulio Ricordi, in cui ambientazioni e movimenti scenici vengono riportati nei minimi dettagli, voluti dallo stesso Verdi.

Preziosissima la partitura autografa di Otello, conservata nell’Archivio Storico Ricordi e scritta con calligrafia minuta che fornisce a chi la osserva, oltre alla lettura musicale, diverse informazioni di regìa: Verdi amava infatti annotare direttamente in partitura quanto sarebbe avvenuto poi sul palcoscenico. Abbinato un video che permette di seguire le note autografe del brano e contemporaneamente ascoltare la musica del “Credo” di Jago.

L’editore Ricordi lavorò su più piani per la diffusione di Otello: oltre alle versioni per canto e pianoforte furono stampate decine di copie della partitura, noleggiate da Ricordi ai più importanti teatri del mondo. In esposizione la lastra originale da cui si ricavò la prima edizione a stampa di Otello, accanto i punzoni originali in acciaio con cui si incideva la lastra. Un filmato d’epoca permette di seguirne il complesso procedimento.

Nel 1887, alla vigilia dell’andata in scena di Otello, l’editore Fratelli Treves pubblica il Numero Unico della rivista L’Illustrazione Italiana (in mostra) interamente dedicato all’ultima fatica del Maestro, in cui è riportata ogni informazione che possa soddisfare la curiosità degli appassionati: anticipazioni e notizie sul compositore, sul librettista e su tutti i protagonisti di quello che viene presentato come l’evento musicale dell’anno.

Ed ancora gli echi del trionfo della prima assoluta, diretta dal celebra direttore d’orchestra Franco Faccio, trionfo documentato direttamente dalle annotazioni a matita dello stesso Ricordi a margine del libretto: i bis concessi (il primo è per il Fuoco di gioia), gli “applausi frenetici”, le tante chiamate alla ribalta di compositore, librettista, interpreti alla fine di ogni atto.

È un successo che accomuna la sera della prima assoluta del 5 febbraio 1887 a Milano a quelle successive: sia nei teatri italiani, come al Teatro Regio di Parma nel settembre del 1887 con il tenore Giuseppe Oxilia nel ruolo di Otello, e del soprano Adalgisa Gabbi, di cui si dà testimonianza  attraverso i documenti dell’Archivio Storico del Teatro Regio, sia in quelli esteri.

Completano la mostra due straordinari originali dalle Collezioni d’arte di Fondazione Cariparma: un abbozzo musicale autografo da Simon Boccanegra (1881) e l’abbozzo del Concertato finale dell’Atto III di Otello, prezioso e affascinante documento nel quale Verdi sviluppa i dettagli delle sue modifiche in occasione di Otello all’Opéra di Parigi nell’ottobre 1894 e che apporta un contributo fondamentale a quella che, di fatto, fu l’ultima musica che il Bussetano compose per il teatro.

La mostra è inserita nel tour dedicato a Giuseppe Verdi, uno degli itinerari proposti dalle Giornate FAI d’Autunno del 12 e 13 ottobre 2019; solo in tali date la mostra osserverà i seguenti orari: 9/12.30 – 15/18.

Accesso alla mostra

Dal 12 ottobre al 22 dicembre 2019

Ingresso gratuito

Giornate di apertura e orari:

martedì e giovedì 15.30/18.00

sabato e domenica 10.00/12.30; 15.30/18.00

La mostra prevede visite guidate tutti i giovedì pomeriggio alle ore 16.00 (per i gruppi è richiesta la prenotazione)

Per informazioni e prenotazioni:

[email protected]; [email protected]

Gli ambienti sono attrezzati per la visita di persone diversamente abili con rampe di accesso ed ascensori-montacarichi.

 

1 Commento

  1. Goffredo Gori – donatore al Comune di Prato di collezione 220 pezzi verdiani x allestimento mostra Verdianamente a Prato

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