Inaugurata sabato 5 ottobre nella Sala Petitot della Biblioteca Palatina la retrospettiva dedicata a Gunter Böhmer (Dresda, 1911 – Montagnola, 1986), artista della Mitteleuropa, noto per aver illustrato, tra gli altri, libri di Hermann Hesse, Thomas Mann, Franz Kafka, Luigi Pirandello, Stendhal, Gustave Flaubert e Guy de Maupassant, perseguendo una totale unità tra testo e immagini.
Lo stile di Böhmer si evolve nel tempo: se all’inizio, nel segno sottile legato alla tradizione pittorica e illustrativa francese – pensiamo, tra i tanti nomi che si potrebbero citare, a André Dunoyer de Segonzac e poi a Bonnard, al cui “Parallèlement” possiamo rimandare per “L’Oleandro” di Böhmer, e successivamente a Raoul Dufy e a Henri Matisse –, si può cogliere quasi l’eco di uno sguardo che va alla scoperta delle bellezze del mondo e delle dolcezze della vita, presto i suoi disegni si caricano degli umori e delle passioni dell’espressionismo tedesco, con le sue durezze, le sue cupezze, le sue angosce, e del tramando di esperienze quali quelle di Picasso, di Alberto Giacometti e di Marino Marini, fino a qualche incursione nei grovigli e nei meandri del segno informale.
Böhmer è comunque un illustratore nel quale sempre si può cogliere la tensione a un’immersione nella verità del testo, nel costante tentativo, come lui stesso affermò, di conseguire l’“unità tra testo e immagini” e di dare vita a un “organismo in cui tutti gli elementi letterari figurativi e tipografici compongono un’unità”.
Confessa ancora Böhmer nel 1961 che a lui poco interessano strade che vengono battute (la decorazione, l’”arricchimento di fregi”, oppure una grafica libera, “musica d’accompagnamento” del testo), ma sperimentare un’“avventura psicologica”, “ciò che è proprio di una scelta interiore”.
Un percorso artistico che attraversa gran parte del ‘900 quello di Gunter Böhmer ma che non si colloca in nessuno dei tanti linguaggi delle avanguardie che hanno caratterizzato ‘il secolo breve’ pur citandoli tutti nel corso della sua produzione.
Nasce in Germania e il tratto grafico duro ed essenziale di alcune opere ne descrive le influenze espressioniste dell’epoca che si trasformeranno in seguito al suo trasferimento in Svizzera nel ‘33 dove abitava l’amico Hermann Hesse, per il quale illustrò parecchie opere, e grazie alle sue frequentazioni culturali con molti intellettuali del panorama europeo.
Sceglie quali libri illustrare perché “Illustrazione non è imitazione o replica della letteratura; la sua essenza inizia la dove la parola cessa” come dice Böhmer stesso nei suoi scritti.
E l’esigenza di empatia con il testo ha portato l’artista a interpretare l’opera letteraria che andava a disegnare senza mai limitarsi a commentarla o a decorarne i contenuti ma realizzando una vera e propria personale interpretazione artistica volta ‘a co-inventarla o re-inventarla’ come si legge nel testo critico di Alessandro Saldini, con un’attenta e quasi maniacale cura del particolare e del dettaglio in ogni fase della riproduzione e della forma editoriale senza mai dimenticare che ‘il libro è un’opera corale’ in cui testo e immagine devono convivere perfettamente senza nessuno prevalenza o sottomissione di uno sull’altra.
“L’intento di questa mostra è quello di soffermarsi sul disegno di Böhmer che diventa un modo di vivere per l’artista-dice Sandro Parmiggiani co-curatore della mostra e del catalogo-un’ossessione mai lenita quasi che il reale, oppure ciò che lui aveva immaginato e trasfigurato nel corso della lettura di un testo, prima balenato nella mente e poi fissato sulla carta, continuamente si sottraessero alla raffigurazione, mutassero e s’involassero verso una verità che a lui sembrava mai pienamente conseguita.”
In occasione della mostra viene pubblicato un ricco catalogo, edito da Step di Parma, che reca, oltre ai saluti istituzionali di Ignazio Cassis (Consigliere della Confederazione Svizzera), di Sabrina Romelli (Presidente della Fondazione Ursula & Gunter Böhmer e Sindaco del Comune di Collina d’Oro) e di Simone Verde (Direttore del Complesso Monumentale della Pilotta), i saggi introduttivi di Sandro Parmiggiani e di Alessandro Soldini, curatori della mostra e membri del Consiglio della Fondazione Böhmer; due testi di Böhmer sull’illustrazione del libro; un’ampia documentazione fotografica su alcuni dei più importanti volumi illustrati dall’artista; gli apparati bio-bibliografici finali.
Gunter Böhmer, nato a Dresda nel 1911, è allievo di Emil Orlik e di Hans Meid all’Accademia di Belle Arti di Berlino, frequenta il pittore Max Slevogt, e nel 1933 su invito di Hermann Hesse si reca a Montagnola, nel Canton Ticino, trasferendovisi definitivamente l’anno seguente e fissando la propria residenza in “Casa Camuzzi” – solo nel 1951 otterrà cittadinanza svizzera.
Con Hesse (Premio Nobel per la Letteratura nel 1946) la frequentazione è continua, così come intensi sono i rapporti con una piccola colonia di intellettuali e artisti, di varie nazionalità, che vivono o soggiornano nella zona (in primis, l’amico pittore Hans Purmann, Giovanni Mardersteig, fondatore a Montagnola dell’Officina Bodoni, Hugo Ball, tra i fondatori del Dadaismo, e la moglie Emmy Ball-Hennings, Max Horkheimer, filosofo, Alexander Ostrowski, matematico, Max Picard, medico e filosofo, Bruno Walter, direttore d’orchestra, oltre a tanti altri che si potrebbero menzionare).
Dopo il primo incarico, ricevuto direttamente da Hesse nel 1933, Böhmer collabora con Giovanni Mardersteig dell’Officina Bodoni e con le Edizioni Albatros di Parigi, e intensifica la sua attività di illustratore, alternata alla pittura vera e propria, condotta fino alla fine dei suoi giorni.
L’artista soggiorna in varie città italiane; è a Parigi, dove frequenta Raoul Dufy. Dal 1960 al 1976 è docente di Grafica creativa all’Accademia statale delle Arti Figurative a Stoccarda e ottiene numerosi riconoscimenti dalle autorità della Repubblica Federale Tedesca, compreso l’invito, nel 1980, all’Accademia tedesca di Villa Massimo a Roma.
Muore nel 1986 a Montagnola; la vedova, Ursula Bächler, sposata da Böhmer nel 1945, promuove la costituzione della Fondazione Ursula & Gunter Böhmer.
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 15 novembre 2019, da lunedì al giovedì ore 9.00-
18.00, venerdì e sabato ore 9.00-13.00, sabato 2 e 9 novembre chiuso. Ingresso libero. Per
informazioni: Biblioteca Palatina (T. +39 0521 220411, [email protected],
www.bibliotecapalatina.beniculturali.it); Fondazione Ursula & Gunter Böhmer (T. +41 091 123 456,
[email protected], https://fondazioneboehmer.ch).
E’ un artista, Gunter Böhmer , di stupefacente suggestione e il suo segno è di una coinvolgente forza.
Complimenti al curatore che sa darci con misura e competenza un ritratto efficace del suo modus operandi.