‘Costellazioni Familiari – Dialoghi sulla libertà è il titolo della grande mostra curata da Arturo Carlo Quintavalle che occupa per intero il Palazzo del Governatore di Parma e che aprirà al pubblico da oggi 27 settembre fino al 1 dicembre 2019.
L’esposizione propone un viaggio inedito all’interno della ricerca di Gianluigi Colin, artista visivo, critico e cover editor de ‘La Lettura’ magazine culturale de Il Corriere della Sera.
“Colin dimostra che una mostra non è una epopea del singolo ma un dialogo con un sistema di persone, una sconvolgente certezza su macchine narrative del passato. E’ un testimone delle memorie del passato, un artista testimone del suo tempo. Una mostra che è un discorso civile e intellettuale che testimonia il presente, per capire e porsi delle domande. Ecco cosa Colin ha voluto fare e sa fare ed è la prima mostra nel nostro paese di questo genere” ha sottolineato Quintavalle.
Citazioni, racconti, incontri, evocazioni nel linguaggio artistico di Colin che lungo tutto il percorso si confronta contemporaneamente con la rapidità del presente e l’esigenza della memoria, con l’inafferrabilità dell’informazione e la profondità delle parole e delle immagini che la circondano.
Togliere, sovrapporre senza mai aggiungere, ritirare un significato esplicito per indurre a fermarsi un attimo a pensare. Comunicare oltre ad informare. Perfetto equilibrio tra immagine e parole.
E il pensiero è frutto della conoscenza e i suoi gesti rivoluzionari riportano all’importanza della storia, quella personale, le sue Costellazioni Familiari, fatta di amicizie e affetti intellettuali con artisti come Mimmo Rotella o Emilio Tadini, ma anche con l’arte del passato da Mantegna a Piero della Francesca in una continua costruzione di immagini che contengono citazioni ed evocazioni culturali che attraversano il tempo e diventano dialogo contemporaneo, la nostra storia, quelli di tutti.
E il rispetto della memoria singola o collettiva Colin lo esprime anche con l’iniziativa che coinvolge tutti i visitatori della mostra che vorranno portare una propria immagine, un ricordo, un pezzo della propria storia che verrà riletta e restituita al proprietario arricchita dalla dignità della propria memoria che diventa condivisa e corale.
“L’arte ti può fornire uno straordinario antidoto contro la disattenzione, il cinismo, la dimenticanza. L’arte diventa così un momento di riflessione altra rispetto alla quotidianità che consuma tutto. Siamo assuefatti alle immagini e alle notizie: non riusciamo più a leggere nulla, non vediamo più nulla. Come diceva John Berger, è solamente questione di sguardi.” dice Gianluigi Colin in una recente intervista, e lo sguardo di Colin si riassume nell’opera iniziale del percorso espositivo: un enorme immagine di onde del mare in agitazione e di fronte a esso sono disposte sul pavimento delle lastre metalliche del tipo impiegato per la stampa dei quotidiani con un mare di notizie sulle quali il pubblico è invitato a camminare. Ma dietro l’immagine apparentemente rassicurante del mare solo il titolo conferisce all’opera il suo tragico senso: Il mare di Alan. Quel mare è solo un dettaglio della fotografia di Alan Kurdi, il bambino siriano trovato morto nel 2015 sulla battigia di una spiaggia della Turchia.
Mai come in questa mostra il claim vincente di Parma2020 ‘la cultura batte il tempo’ prende significato e ci accompagna verso le celebrazioni di Capitale della Cultura grazie anche alla ricostruzione del racconto artistico di Colin fatta da Carlo Arturo Quintavalle che ha messo in evidenza l’importanza delle relazioni intellettuali tra un artista e il suo tempo, il suo contesto culturale e il suo continuo confronto con l’evoluzione del pensiero nel presente come mai è stato fatto per una mostra d’arte contemporanea.
La prima sezione, Presente storico, affronta il tema del rapporto tra figurazione e memoria con un viaggio tra cronaca e storia dell’arte: opere di Colin, Jannis Kounellis, Marcello Jori, Mimmo Paladino e Mimmo Rotella incontrano prelievi da fotografie trovate nelle pagine di giornali e grandi icone della storia dell’arte, da Piero della Francesca a Seurat, mostrando come le immagini abbiano creato una storia e una serie di significati che agiscono anche a livello inconscio nelle nuove creazioni artistiche.
Nella seconda sezione, Wor(l)ds, Colin tocca il tema del tempo sospeso attraverso una duplice riflessione, sulla classicità e il mito da un lato e dall’altro sul sistema dell’informazione. Qui il lavoro di Colin incontra di nuovo Mimmo Rotella, un’installazione di Giulio Paolini, le foto di Aurelio Amendola, i versi di Nanni Balestrini, una cancellazione di Emilio Isgrò e due opere di Emilio Tadini e Antonio Recalcati.
La terza sezione, Impronte del presente, è completamente dedicata ai Sudari, una serie recente di opere astratte, molte delle quali inedite. Si tratta di grandi opere tratte dai tessuti utilizzati per pulire le rotative dei quotidiani, vere e proprie “roto-pitture”: queste enormi tele, che provengono dalla rimozione delle notizie del mondo rappresentano un simbolico “grado zero” di ogni forma di scrittura. Accanto ad essi una serie di altre “impronte”: il corpo di Antonio Recalcati, le impronte digitali di Martino Gamper e Brigitte Niedermair, l’impronta della voce di Getulio Alviani e infine un lavoro di Franco Vaccari tratto dal suo celebre ciclo “Lasciate una traccia del vostro passaggio”.
La quarta e ultima sezione, Sacche di Resistenza, è rivolta a investigare il rapporto di Colin con la politica. I volti deformati dei politici italiani in campagna elettorale e quelli di protagonisti della scena internazionale vengono riproposti con violenza brechtiana, in un teatro carico di amara ironia che le accosta a creazioni visive o verbali di Mario Schifano, Gianni Pettena, Velasco Vitali, Uliano Lucas, Federico Tavan, Danilo De Marco, Pierluigi Cappello e Brigitte Niedermair.
In contemporanea con la mostra si terrà un ciclo di incontri che vedrà la partecipazione dell’artista e del curatore Arturo Carlo Quintavalle con alcuni curatori e artisti su due temi: “Arte e Informazione” e “Arte e Politica”, al quale sarà aggiunta una pubblicazione edita da Skira sugli stessi argomenti.
Gianluigi Colin ha voluto accompagnare la mostra con uno speciale catalogo d’artista realizzato in forma di quotidiano, che verrà donato a tutti i visitatori: introdotto dal curatore, conterrà testi di Vincenzo Trione, Aldo Colonetti e Maria Nadotti.
Gianluigi Colin
COSTELLAZIONI FAMILIARI Dialoghi sulla libertà
A cura di Arturo Carlo Quintavalle
27 settembre-1 dicembre 2019
Opening su invito: 26 settembre ore 18.30
Con il supporto di
Sponsor tecnico
Palazzo del Governatore
Piazza Garibaldi, 43121 Parma
+39 0521 218.035 | www.comune.parma.it/cultura
Martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Venerdì, sabato e domenica orario continuato dalle 10.00 alle 19.00
BIGLIETTI
10 € intero e biglietto famiglia (due genitori con fino a due bambini); 6€ ridotto; 4€ ridotto speciale per under 26; 3€ ridotto speciale per scolaresche con prenotazione.