A un passo da Parma2020 e all’indomani della prima di Luisa Miller allestita nella chiesa-cantiere, San Francesco del Prato ospita il 29 settembre 2019 l’incontro del Cardinale Gianfranco Ravasi con il regista Lev Dodin e il direttore Roberto Abbado sul vitale rapporto tra spazi e cultura.
Lo spirito non ha forma ma contribuisce, con la propria inestinguibile forza, a definire in qualche modo quella dei luoghi in cui si insinua. Ne pervade lo spazio e finisce per mutarne o arricchirne le connotazioni, modellando il senso del contenitore sulla base del contenuto.
La prima di Luisa Miller, che – allestita durante i lavori di restauro di San Francesco del Prato – trasforma la chiesa-cantiere di Parma in un teatro d’eccezione, offre un ulteriore spunto per riflettere su come la cultura batta il tempo: oggetto di una titanica, partecipata e acclamatissima impresa di recupero, l’edificio ne è una testimonianza viva.
Tanto viva da stimolare un ulteriore approfondimento circa “Lo Spirito dei Luoghi”, inteso come un continuo dialogo tra le radici e il tempo presente che cancella l’idea di un immobile “museo” del passato, per sostituirla con quella di un’entità mai doma e sempre capace di rinnovarsi.
Alle ore 15:00 di domenica 29 settembre, all’indomani del debutto dello spettacolo (in replica il 5, 12 e 19 ottobre), San Francesco del Prato ospita un incontro speciale con la partecipazione del Cardinale Gianfranco Ravasi – Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Presidente onorario del Comitato per San Francesco del Prato – sul rapporto tra tutela, valorizzazione e utilizzo dei luoghi monumentali di particolare interesse.
Il dibattito, che non potrà mancare di affrontare ed esplorare il tema e le implicazioni dell’ormai imminente serie di eventi e iniziative di Parma2020, è un’occasione per scoprire, nella conversazione condotta da Marco Carminati, scrittore e giornalista della Domenica del Sole24ore, come nel progetto del regista Lev Dodin e del direttore Roberto Abbado anche l’opera lirica entra in relazione con l’opera architettonica in cui ha luogo, dando vita a un dialogo tra spazio e musica.