Dopo il grande successo delle scorse edizioni torna, venerdì 12 luglio alle ore 21, la rassegna “Superba è la notte. La Poesia incontra la Musica” voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma – Casa della Musica, Biblioteca Ugo Guanda e organizzata in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini, Società dei Concerti di Parma, Associazione culturale Ermo Colle e con il contributo di Fondazione Cariparma.
Questa iniziativa, curata da Giuseppe Marchetti, riallacciandosi alla grande tradizione di impegno e di approfondimento sulla poesia della nostra città, intende tracciare e sperimentare un percorso, quello tra la grande poesia e la musica, attraverso un incontro che possa creare rapporti, suggestioni, dialoghi.
Il primo appuntamento, di particolare intensità emotiva e organizzata in collaborazione con la Fondazione Toscanini, vedrà gli attori Maurizio Cardillo e Bruno Stori condurre il pubblico in un viaggio dedicato ai mille volti della luna nelle liriche di Giacomo Leopardi, nello spettacolo intitolato “Che fai tu luna in ciel”, che propone un incontro tra la poesia di Leopardi e le musiche eseguite dal Quartetto Spilville (Alice Costamagna, Simona Cazzulani, violini; Ilaria Negrotti, viola; Maria Cristina Mazza, violoncello).
Il Quartetto Spilville è una formazione tutta al femminile composta da quattro amiche accomunate dalla gioia di suonare insieme e desiderose di condividere con il pubblico le bellezze del repertorio cameristico.
Il gruppo è nato in seno alla Fondazione Toscanini di Parma nel 2016 e, scoperta una grande intesa musicale e umana, ha continuato ad esibirsi confrontandosi con alcuni dei più grandi capolavori del repertorio per quartetto d’archi.
I membri del quartetto hanno alle spalle una ricca carriera nell’ambito orchestrale e cameristico: tra gli enti con cui hanno collaborato, oltre alla Filarmonica Toscanini, possiamo citare l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, il Teatro Petruzzelli di Bari, l’OSN Rai. Durante la serata i versi di Leopardi, si alternano a pagine scelte di celeberrimi autori quali Schubert, Bach, Schumann, Verdi, Debussy. Questo lo spettacolo, nelle parole dei due attori: I Canti di Leopardi: la poesia italiana che più di ogni altra si avvicina all’esperienza assoluta della musica.
La sublime orecchiabilità dei versi leopardiani ci pone di fronte ad un miracolo letterario ed umano, un miracolo in cui la forma rivoluzionaria dei versi è un’unica cosa con i contenuti.
Nel canzoniere leopardiano la luna è il tema lirico più visitato. Graziosa, intatta, solinga, eterna, quieta, benigna, candida, vezzosa, immortale: così, e in altri modi ancora, il poeta definisce la luna. L’astro notturno è irriducibile diversità, alterità muta e misteriosa, e insieme specchio della condizione umana. Il primitivo stupore dell’uomo nell’osservare il cielo notturno è uno dei motivi trasversali della poesia di Leopardi, che trasfigura tale meraviglia in una riflessione filosofica di duplice natura.
Da un lato la luna è infatti spettatrice indifferente della sofferenza umana; dall’altro è confidente benevola, solidale compagna, permettendo all’uomo di porre le domande necessarie, originarie – e tuttavia senza risposta – che lo elevano a esser senziente e consapevole di sé: perché si nasce? Perché si muore? Qual è il significato dei desideri, della speranza, della sofferenza?
La luna dunque appare insieme come manifestazione e riflesso della voce del poeta, una voce votata all’immersione nell’interiorità piuttosto che alla scoperta delle effimere apparenze della cosiddetta realtà. Maurizio Cardillo e Bruno Stori.
Maurizio Cardillo, siciliano di nascita e bolognese di adozione, attore, regista e autore, ha lavorato con Teatro dell’Elfo di Milano, Teatro Stabile di Bologna, Teatri di Vita di Bologna, Teatro Stabile di Bolzano, Renato Carpentieri, Gigi Dall’Aglio, Luigi Gozzi (con il quale si laurea al DAMS di Bologna) e altri. Ha lavorato al fianco di nomi molto popolari dello spettacolo italiano: Ave Ninchi, Gemelli Ruggeri, David Riondino, Gialappa’s Band, Gioele Dix, Giobbe Covatta. Dal 2007 collabora stabilmente con la Compagnia Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Con questa formazione lavora negli spettacoli Hedda Gabler, La Locandiera, Santa Giovanna dei Macelli, Regina la paura, Antigone, firmati dalla regia di Elena Bucci e replicati con successo di pubblico e critica in molti teatri e rassegne teatrali italiane ed internazionali. Collabora, fin dall’inizio della sua carriera, con importanti colleghi della sua generazione impegnati in un percorso di ricerca e sperimentazione: Anna Amadori, Marco Cavicchioli, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Bruno Stori. La Compagnia Cardillo/Pagotto, da lui fondata nel 2007, ha realizzato spettacoli caratterizzati dalla ricerca sul rapporto tra immagine e parola, tra comico e drammatico. Dal 2016 a oggi collabora frequentemente con Casa della Musica e Società dei Concerti di Parma, creando recital basati sul rapporto tra narrazione e musica, sia per bambini che per adulti: I Musicanti di Brema, Lo Schiaccianoci, Girandola Verdiana, Sfere tamburi e giochi di parole, Don Chisciotte, sei suonato! e Sul bus con Django e Raymond – dagli Esercizi di stile di Raymond Queneau – quest’ultimo in coppia con l’attore Bruno Stori. Sempre con la produzione di Società dei Concerti di Parma firma la regia di Lettera a mio padre, da Kafka, con Ugo Pagliai e il Quartetto Prometeo, per il Festival Verdi di Parma e Busseto. Nel 2017 scrive, dirige e interpreta per la stagione Sguardi/Agorà dell’Unione Reno/Galliera (Bo) lo spettacolo Rosa Winkel, dedicato alla memoria dei triangoli rosa nei lager nazisti. Nell’estate del 2017 partecipa a due spettacoli dell’Associazione Culturale Tra un atto e l’altro di Francesca Mazza e Angela Malfitano: Savena insolito in scena (nel quale interpreta Secondo messaggio, un testo di fantascienza di Mario Giorgi) e Guerre e Pace (nel quale dà voce ad alcune pagine di Viaggio al termine della notte, di Louis Ferdinand Céline). Nell’autunno 2017 è Capelli Bianchi nello spettacolo Allarmi!, scritto da Emanuele Aldrovandi e messo in scena dalla compagnia ErosAntEros di Agata Tomsic e Davide Sacco, con la regia di quest’ultimo, produzione ERT Emilia Romagna Teatro. Per Elena Di Gioia e la sua rassegna Agorà cura la drammaturgia e dirige lo spettacolo dedicato a Roberto Roversi Biancaneve notturna, in collaborazione con Anna Amadori. Nell’autunno 2018 debutta ne L’anima buona del Sezuan, messo in scena dalle Belle Bandiere con la regia di Elena Bucci, produzione CTB Brescia-ERT Emilia Romagna.
Bruno Stori, attore, regista e drammaturgo, nei primi anni Settanta inizia la sua carriera artistica a Bologna come burattinaio di tradizione prima di far parte della compagnia “Il Setaccio burattini e marionette” di Otello Sarzi a Reggio Emilia. Nel 1976 è tra i fondatori del Teatro delle Briciole di Parma e nel 1985 del Lenz Teatro di Parma. Ha firmato numerosi testi e regie per diverse compagnie, fra cui il Teatro delle Briciole, il Teatro Città Murata di Como, il Teatro dell’Arca di Forlì, il Teatro Testoni di Bologna, la Compagnia Abbondanza-Bertoni, il Teatro del Buratto di Milano e la Compagnia “Quelli di Grock” di Milano. Fra le ultime regie: Rosencranz e Guildestern; Riccardo, Riccardo, Riccardo; Ze scio mast go on; La bilancia dei balek; I grandi dittatori; Marconi, il mago che incanta le onde; Il principe felice;Cent’anni da leone; Siamo qui riuniti o della democrazia imperfetta; Blues. Come attore ha lavorato con diversi registi, tra i quali Gigi dall’Aglio, Marco Baliani, Luciano Nattino, Letizia Quintavalla, Thierry Salmon, Giorgio Gallione.