Oggi il whisky è uno dei superalcolici più amati in assoluto, e in Italia possiamo contare sulla presenza di una folta schiera di appassionati. Al punto che molte persone si mettono alla ricerca di questo prodotto, sfruttando anche le opportunità concesse dal web. Questo per via del fatto che è possibile trovare whisky pregiato online su Tannico, per fare un esempio. Bisogna poi aggiungere che questa preziosa bevanda non piace (ovviamente) solo in Italia, dato che in paesi come la Scozia vale addirittura più dell’arte. Vediamo quindi di approfondire il discorso e di fare un “tuffo” nei dati di settore, italiani e non.
In Scozia meglio il whisky dell’arte
Chi trova un amico, trova un tesoro. Soprattutto se quell’amico porta con sé una bella bottiglia di whisky. In Scozia va così, visto che si parla di una bevanda superalcolica che vale più dell’arte, secondo il Luxury Investment Index. Il mercato del whisky scozzese, specialmente se si fa riferimento alle esportazioni, raggiunge attualmente un valore superiore ai 4,7 miliardi di sterline, il tutto per un totale di circa 1,3 milioni di bottiglie esportate all’estero, come riportato da Il Sole 24 Ore. E in Europa apprezziamo particolarmente il whisky scozzese, dato che il Vecchio Continente rappresenta il mercato più fruttuoso per i produttori in Scozia.
In secondo luogo, al momento il whisky viene considerato come un bene rifugio più prezioso delle opere d’arte, un investimento alternativo che ultimamente spopola presso le case d’asta. Vi basti pensare alla bottiglia di Macallan del ’26, venduta recentemente da Christie’s per l’astronomica cifra di 1,5 milioni di dollari. Altri dati interessanti? Al momento lo scotch whisky occupa quasi il 27% delle quote di mercato, mentre la Francia è la più appassionata (circa 190 milioni di bottiglie di whisky importate in un solo anno).
Il rapporto whisky-Italia
Tutti noi conosciamo il fascino del whisky, e chissà quante volte lo avremo apprezzato anche nelle pellicole di Hollywood: liscio o con ghiaccio, poco importa. Eppure le cose stanno cambiando, e i consumatori oggi lo bevono in modi diversi, anche in Italia. Merito delle idee dei moderni mixologist, che hanno iniziato a produrre delle ricette di cocktail sempre più spesso basate sul whisky. Certo, il rapporto fra italiani e whisky non è ancora al livello dei francesi: da noi lo si consuma in maniera più moderata, circa 0,16 litri pro capite annui, come ha raccontato l’esperto di whisky Pino Perrone ai microfoni dell’ANSA. Però va detto che questa bevanda superalcolica diventa sempre più “democratica”: oramai nella Penisola lo consumano molte famiglie comuni, e anche la fascia dei giovani maggiorenni appare sempre più interessata a questo prodotto. Sebbene gli italiani siano ancora indietro, serve sottolineare che il whisky sta conquistando una fetta di proseliti tricolori sempre più ampia.