di Nicolas De Francesco
Si sono conclusi ieri sera, con il concerto in Piazza Garibaldi, gli appuntamenti per celebrare il 25 Aprile in città.
Lo spettacolo, ormai un evento fisso all’interno dei festeggiamenti, è stato organizzato per la prima volta dal Comune di Parma in collaborazione con il Barezzi Festival.
Il programma della serata comprendeva in ordine Dimartino, Mahmood e Radiodervish con ospite Massimo Zamboni: già a partire dai nomi degli artisti e gruppi in cartellone si poteva intuire anticipatamente come la proposta sarebbe stata piuttosto variegata sia per generi e stili musicali sia per pubblico di riferimento. Un programma per certi versi “coraggioso” che ha cercato di unire contenuti riguardanti la festa ma anche sensibilità e gusti differenti per un’utenza eterogenea.
L’evento, infatti, svoltosi in una piazza transennata e delimitata a causa delle norme antiterrorismo, ha ospitato poco più di 4 mila persone con i più giovani accorsi soprattutto per vedere e ascoltare l’ultimo vincitore del Festival di Sanremo, Mahmood, che ha scelto Parma per la data zero del suo tour “Gioventù bruciata”.
Il cantante, apparso emozionato ha dichiarato “è la prima volta che salgo su un palco così grande; prima della vittoria a Sanremo ero abituato ai palchi piccoli dei locali…”. Mahmood si è poi esibito per poco più di un’ora senza scaldare troppo la piazza finché non ha cantato il singolo “Soldi” immortalato da una moltitudine di smartphone.
Le sue basi e la sua musica che prende origine dalla scena “trap” sconfina volentieri nelle trame e nei contenuti più Pop con attenzione ai temi della multiculturalità e riferimenti alle sue radici, accennate in un ricordo d’infanzia in cui il padre gli faceva ascoltare musica egiziana.
Concluso il suo spettacolo, la piazza ha cominciato a svuotarsi rapidamente, lasciando ai Radiodervish un pubblico più attento e concentrato su temi più impegnati e della Resistenza: il gruppo di world music, elegante e posato sia nei toni che nella loro musica precisa ha portato sul palco, durante la sua esibizione, temi quali l’antimafia con un brano dedicato al sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, e riferimenti alla Resistenza, intonando, inoltre, un’improvvisata “Bella Ciao” su invito del pubblico, in cui l’armonia della canzone partigiana ha incontrato la melodia delle parole arabe in un simbolico abbraccio tra popoli e culture. A metà del loro spettacolo è stato inoltre presentato il singolo “Giorni senza memoria” con guest Massimo Zamboni uscito proprio in occasione del 25 aprile.
Ad aprire la serata è stato però il cantautore e bassista Dimartino che ha cantato le canzoni del suo ultimo album “Afrodite” (gennaio 2019) un album che vuole dare voce ai particolari quotidiani, ai “personaggi in cerca d’amore che vivono nel dramma di una vita normale”. Un’autore alla “Barezzi”, un autore maturo e distinguibile, un cantautore dalla vena “indie”.