Lanciata oggi nell’imponente navata gotica in presenza delle autorità la campagna ‘Liberiamo San Francesco’ per la raccolta fondi in favore della ristrutturazione di San Francesco del Prato.
Una rosa di eventi, al motto “Liberiamo San Francesco del Prato”, si pone l’obiettivo di raccogliere fondi per l’intervento e di mettere in luce la lunga e affascinante storia del complesso. Il tutto promosso e coordinato dal “Comitato per San Francesco del Prato”, costituito con lo scopo di promuovere e sostenere il restauro della chiesa e la riapertura alla città e al culto, ad eventi musicali, accademici e culturali. E non ultimo, alla riconsegna di questa meraviglia ai Frati Minori Conventuali, che 800 anni or sono, l’hanno edificata.
Raggiunti finora 3 milioni e mezzo di euro grazie all’impegno di Fondazione Cariparma, Credit Agricole, Chiesi Farmaceutica e altri importanti imprese del territorio.
Ora anche i cittadini possono contribuire alla realizzazione di un progetto fondamentale per l’identità culturale della città in vista di Parma2020 ma anche oltre, “un luogo di tutti che ha bisogno di tutti” come ha sottolineato Alberto Monteverdi di Areaitalia che ha lanciato la campagna.
“Un luogo di sublime umiltà-spiega il Vescovo di Parma monsignor Solmi-che parla delle radici della nostra cultura.Restituire ai cittadini San Francesco non è solo un gesto di bellezza ma un percorso obbligato nel significato storico e spirituale di questo luogo. Oltre alla storica rappresentazione dell’opera Luisa Miller prevista per il 28 settembre, la speranza è quella di concludere i lavori per il 2020, anno importante per la cultura della città, ma anche quella di poter celebrare qui la messa di Natale di quell’anno per andare oltre quella data e riconfermare l’identità di San Francesco come luogo simbolico per la storia di Parma”.
Ritrovare valori storici e culturali ma anche profondamente spirituali e non solo di fede cattolica ma anche di ispirazione intellettuale laica. Una forma di ripararazione collettiva all’errore della storia che ha snaturato e cancellato l’idea originaria di una cattedrale di luce e di omaggio alla vita racchiusa nell’imponente struttura gotica, diventata in seguito luogo oscuro di detenzione e sofferenza. Una ferita nella storia del rispetto della cultura e dei luoghi indipendentemente dalla vocazione religiosa, un atto di risarcimento all’intera dignità collettiva.
Restituire un racconto fondamentale che è parte integrante della cultura e della civiltà di tutti è un atto doveroso per una comunità che riconosce il proprio passato per costruire un futuro solido e vincente.
E di futuro e di giovani parla il Rettore Paolo Andrei nel suo intervento che sottolinea l’importanza dei giovani universitari che animano i luoghi attorno a San Francesco garantendo un forte presidio culturale rivolto al futuro attraverso la primaria funzione dell’Ateneo che è quella educativa.
Dopo i ringraziamenti di Alberto Chiesi, uno dei primi finanziatori del restauro sono seguiti gli interventi degli ‘addetti ai lavori’ che hanno spiegato il percorso tecnico e storico che porterà alla riapertura di San Francesco nel pieno rispetto delle sovrapposizioni nel corso dei secoli.
La campagna di sensibilizzazione condotta dall’agenzia Areaitalia prevede l’apertura di spazi dedicati con tutte le informazioni all’interno delle filiali di Credit Agricole dove sarà possibile effettuare la donazione.
Altri punti informativi saranno sparsi in città: in piazza Garibaldi davanti al Palazzo del Governatore e davanti al Sottopasso del Ponte Romano.
Ai cittadini che contribuiranno saranno consegnati dei riconoscimenti a testimonianza della donazione e potranno usufruire dell’Art Bonus previsto dalla legge.
In primo piano il cofanetto previsto per i contributi più generosi: un cofanetto eco-sostenibile che contiene il simbolo della “liberazione” della chiesa di San Francesco del Prato.
In occasione della raccolta fondi sono state ricavate sezioni delle grate carcerarie, ottenute tagliando le sbarre in corrispondenza del punto di giuntura.
L’oggetto, numerato, è alloggiato in un contenitore espositivo unitamente al certificato di autenticità oltre ad un opuscolo che racconta la storia della chiesa.
Per i donatori è prevista anche una visita esclusiva sul ponteggio per poter ‘toccare con mano’ il rosone dell’ingresso centrale vera e propria opera d’arte opera di Alberto da Verona (1461), composto da 16 raggi numero che per i medioevali rappresenta la casa di Dio, il doppio delle otto beatitudini evangeliche.
Per informazioni: https://www.sanfrancescodelprato.it