Alla Chaos Art Gallery di Vicolo Al Leon d’oro 8 inaugura domenica 10 marzo alle ore 17 la mostra “In-cosciente-mente” del Prof. Enrico Bignetti (Bico). Si tratta di una serie di sorprendenti installazioni tra scienza, filosofia orientale, ecologia che invitano alla ricerca e stuzzicano la mente a prendere “coscienza” dell’assenza di una volizione autentica. Arte concettuale che relaziona la combinazione creativa al pensiero scientifico, con ironia e “serendipità”. Fino al 21 marzo.
E’ difficile capire, entrare nei meandri della mente che deve ragionare su se stessa, spesso creandosi da sola ostacoli e trabocchetti perché il confine tra conscio e inconscio è molto più labile di quanto sembri, molto più illusorio e ingannevole di quanto ci dicano la ragione, la morale, le credenze consolidate. Questo binomio cartesiano di cui siamo fatti (res cogitans e res extensa) è l’argomento preferito da Enrico Bignetti, artista, neuroscienziato, maestro yoga, biologo, curioso indagatore del Sé che è poi Noi, quindi Tutto dileguandosi nell’energia cosmica, nel moto panico dell’esistente.
Il suo Autoritratto è significativo: un pezzo di carne, di cervello e di sensorialità visiva.
Quello che siamo è in fondo ben poco, quello che pensiamo un’onda nel grande oceano dell’essere perchè la consapevolezza, l’azione, la volizione sono risultanti di un moto vasto di cui non sappiamo percepire l’origine, proprio come il mare, il vento.
La quantistica si salda al taoismo, allo zen, allo yoga e si manifesta in installazioni a volte crude, da laboratorio, minimali (Libido, L’evoluzione in una scatola, L’identità personale, Autoritratto, La morale) oppure visionarie, profetiche (Riscaldamento globale, Immigrazione) e anche suggestive (La ricerca, Astrobolla). Da una parte c’è l’osservazione di un mondo “incoscientemente” e inesorabilmente in decadenza. Dall’altra s’individuano soluzioni nella saggezza, nella semplice consapevolezza e nell’inventiva dell’uomo a trovare scampo o una semplice via di fuga. Talvolta la combinazione più insolita è quella che risolve, che riporta l’equilibrio. C’è un’invisibile logica anche nell’assurdo come rivela l’opera “La giusta via”, conseguenza di un’associazione solo apparentemente casuale. Il caso – si sa – non esiste.
Ma, davanti al declino del mondo, dell’essere umano, si può fare davvero qualcosa? O è una semplice constatazione di quanto sta avvenendo, la deterministica conseguenza di una causa che produce i suoi effetti e non potrebbe essere diversamente? Laddove causa ed effetto si confondono e persino ribaltano. Sicuramente il Bignetti artista, coscientemente o meno, con le sue installazioni, tenta un’azione sull’osservatore. Anche la Serendipità è una chiave per spiegare, per capire, così come l’intuizione creativa, la lampadina che s’accende quando la lanterna che introduce nel grande palcoscenico della vita non basta più. Perchè tutto è ingannevole, come nel teatro di Shakespeare (La vita non è che un’ombra che cammina…) oppure come nella visione platonica del Mito della Caverna. Siamo divisi tra res cogitans e res extensa. E in fondo non esiste nessuna divisione perché una è parte dell’altra. “Siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni…” ha scritto sempre Shakespeare. Siamo i sogni di qualcuno che è Tutto ed è Noi.
Forse aveva ragione il mitico Ermete Trismegisto: “Ciò che è sotto è identico a ciò che è sopra e ciò che è sopra è identico a ciò che è sotto; questo permette di penetrare le meraviglie dell’Unità”.
L’arte, la scienza, la vita sono un grande rebus e un grande gioco. Non importa il nostro ruolo. Importa esserci e continuare a giocare. Fino allo scacco. Che però non è bene e non è male. E non è nemmeno la fine. Mai.
Enrico Bignetti è nato a Brescia nel 1949 e da diversi anni vive a Noceto. Laureatosi in Medicina veterinaria, si è poi trasferito a Parma dove ha avuto numerosi incarichi accademici tra i quali la Direzione dell’Istituto di Biochimica Veterinaria. Ha trascorso periodi di approfondimento al Politecnico di Zurigo, all’Università dell’Oregon a Eugene, alla Yale University di New Haven e alla Florida State University di Tallahassee, occupandosi prevalentemente di neuroscienze, di effetti psico-attivi degli alimenti e quindi della relazione cervello-mente. La ricerca scientifica alla quale si è principalmente dedicato in questi ultimi anni riguarda lo studio della Coscienza e del Libero Arbitrio nell’ambito delle Scienze Cognitive. Ha presentato a convegni internazionali una teoria che descrive i meccanismi psichici dell’azione cosiddetta “volontaria” e dell’apprendimento derivante dall’esperienza dell’azione stessa: “The Bignetti Model”. Ha tratto la sua iniziale ispirazione da alcuni Darshana Indiani tipicamente dualistici come il Shankya, per approdare ad una visione probabilistico-deterministica vicina al Taoismo. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici su riviste internazionali e nazionali. Negli ultimi anni, ha scritto due libri sull’argomento: “Dissacrazione della Coscienza” e “Il Binomio Coscienza-Libero Arbitrio è un’Illusione Vincente”. La sua attività scientifica e le sue conoscenze della filosofia orientale come maestro Yoga lo hanno influenzato nell’espressione artistica essenzialmente concettuale. Col soprannome di Bico ha partecipato negli ultimi anni a mostre personali e collettive a Brescia, Cremona, Parma e provincia.