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‘Vagabondo di sogni’: alla galleria San Ludovico inaugura la mostra di Francesco Barilli

di Titti Duimio

“Ciò che caratterizza il lavoro di Francesco Barilli entro la zona in cui, per sua naturale tendenza, si trova ad operare, è la creazione di atmosfera. La zona e quella nata sulle ceneri dzel surrealismo o almeno in quel punto in cui il surrealismo, esaurita ormai tutta la sua sostanza, ha lasciato il posto a un modo di vedere la realta che sta tra il magico, il simbolico e l’ambiguo, cioè a un realismo che si modula di mistero.

 Roberto Tassi.

“Io non spiego i miei quadri. Li faccio e basta. A voi il resto” così Francesco Barilli inaugura la sua mostra ‘Vagabondo di sogni’ alla galleria San Ludovico sabato 9 Febbraio in presenza di un folto pubblico di parmigiani e organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma con la sponsorizzazione di Opem.

All’inaugurazione era presente Alessandro Canu, curatore dell’allestimento, del progetto grafico e del catalogo e l’assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra.

“Ogni opera di Francesco è un racconto, una straordinaria potenza narrativa che nasce dai segni e dai colori spesso di luoghi esotici ma anche familiari da cui l’artista parte per poi costruire i suoi sogni che ci consegna e ci affida-ha detto l’assessore Guerra – Una mostra ben curata da Alessandro Canu il cui titolo ci prepara e ci racconta già l’errare di una poeta dei sogni rappresentato da queste opere”.

L’artista ha poi voluto ringraziare Alessandro Canu e tutti i collaboratori per il lavoro svolto attorno alle sue opere e per la pubblicazione “del più bel catalogo che sia mai stato pubblicato sul mio lavoro” ha concluso Barilli.

Una mostra ricca che ripercorre il percorso artistico dell’autore in senso cronologico e cromatico in un crescendo di intensità poetica, il viaggio elegante di un visionario sempre in bilico tra la memoria e l’immaginazione, tra realtà e sogno attraverso oggetti ordinari che diventano strumenti straordinari per uscire dall’apparente ed entrare nella magia dell’insondabile dove l’uomo non appare mai ma è sempre e comunque protagonista e interprete dei propri sogni. Un linguaggio carico di simboli che appartengono ed evocano perché “l’artista è colui che fa vedere agli altri quello che da soli non sarebbero in grado di vedere-come Barilli stesso ha scritto-Dipingo perché ho fame di infanzia e di trasgressione. Perché forse sono un minorato: mi mancano 4 dei 5 sensi. Possiedo solo la vista. Per me il mondo è un’immagine. Lavoro solo con le immagini: quelle della gente, quelle della natura e quelle dell’artificio. Lavoro con le foto, con le luci di una realtà che non riconosco se non quando la trasformo, negandola e adorandola, beffandola però senza mai osare fino in fondo. Io rispetto gli schemi fondamentali del reale. Purché non sia anche razionale”.

La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 10 marzo con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 18.

Francesco Barilli

Nato a Parma nel 1943, figlio di una illustre famiglia parmigiana di artisti ed intellettuali (Cecrope, Latino, Milena, Aristide, Renzo, Anna pittori; Bruno musicista e scrittore; Arnaldo, Cecropino letterati; Davide scrittore e giornalista;), Francesco Barilli è regista, attore, sceneggiatore cinematografico, ma soprattutto pittore poliedrico e versatile. Ha frequentato a Parma l’Istituto d’Arte “Paolo Toschi”, ha lavorato con Bernardo Bertolucci nel film “Prima della rivoluzione” con Mauro Bolognini, con Carlos Saura, con Patroni Griffi come sceneggiatore e attore. La sua attività artistica pittorica, che ha sempre affiancato a quella cinematografica, è stata la sua vera passione, ha organizzato più di 35 esposizioni sparse per il mondo, nel 2013 la sua ultima mostra “Sogno o son desto”. I suoi ultimi lavori cinematografici sono “Poltrone rosse”, “Parma e il cinema”, “La storia del Teatro Regio”, “I colori nascosti di Benedetto Antelami” ed il libro “Poltrone rosse e altri racconti”. Tra i suoi film “Il profumo della signora in nero”, “Pensione paura”, “La domenica specialmente” (scritto da Tonino Guerra).

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