La senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali ha fatto visita il 9 novembre alla Chiesa di San Francesco del Prato di Parma, oggetto di un importante progetto di recupero e restauro che renderà la monumentale struttura di nuovo fruibile nel 2020, l’anno in cui la città sarà Capitale della Cultura. Con lei c’erano la parlamentare parmigiana Laura Cavandoli, il Vescovo della Diocesi di Parma Enrico Solmi, dott. Alberto Chiesi, presidente del Comitato per San Francesco del Prato, l’assessore del Comune di Parma Michele Guerra, il Rettore dell’Università degli Studi di Parma Paolo Andrei, il direttore del complesso monumentale della Pilotta Simone Verde, don Alfredo Bianchi dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, l’architetto Paola Madoni della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Parma.
I lavori per restituire la storica Chiesa alla comunità sono cominciati il 3 settembre 2018. Il progetto definitivo per riportarla agli antichi splendori e riaffidarla all’uso liturgico è in fase di approvazione, e sono necessari 6,5 milioni per la sua ristrutturazione, di cui 2 milioni sono stati raccolti grazie alla Fondazione Cariparma, del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, la famiglia Chiesi e altri partner. La Chiesa di San Francesco del Prato, data in concessione alla Diocesi di Parma nella primavera di quest’anno, nasce nel 1240, quando iniziò la costruzione con l’arrivo dei frati Francescani. Fu ampliata nel corso dei secoli, fino al 1521 quando fu eretto il campanile e il vicino Oratorio dell’Immacolata Concezione.
Il complesso monumentale è maestoso: al suo interno c’erano tele e dipinti, affreschi di prestigio che saranno riportati alla luce, un coro ligneo finemente intagliato. Poi, durante le soppressioni napoleoniche la Chiesta fu deturpata e destinata a carcere. Oggi si presenta con una navata centrale con vista verso il rosone della facciata, con copertura in legno, 2 navate laterali più basse, 8 colonne rotonde collegate al tetto da archi acuti. Grazie al progetto di restauro, le meraviglie storico-artistiche e la facciata, il pavimento in coccio pesto, l’Oratorio, gli affreschi potranno di nuovo essere ammirati e la Chiesa, con il suo alto valore culturale, arricchirà di nuovo il bellissimo centro storico parmigiano, anche con spazi destinati ad attività sociali e caritative.