Presentato questa mattina 8 ottobre nella Sala di Rappresentanza del comune il nutritissimo programma per la stagione 2018/2019 del Teatro delle Briciole che da anni lascia segni indelebili a livello nazionale e internazionale con la sua continua ricerca culturale nell’ambito della rappresentazione teatrale dedicata ad ogni fascia d’età.
“Accontentiamoci di riparare poche cose. Poche cose, è già molto. Una sola cosa riparata ne cambia altre mille-esordisce Beatrice Baruffini della direzione del Teatro-Le parole che lo scrittore John Berger fa dire alla madre, in un racconto del 2005, in risposta alle pulsioni rivoluzionarie del figlio, contengono una molteplicità di significati, che ci piace adottare come esergo per la stagione 18/19.
La parola “riparare” allude alla cura di ciò che esistendo ha lasciato una traccia, è un elogio della prudenza lungimirante che si oppone agli imprevedibili rischi o agli aspri ostacoli di una nuova nascita, di una totale cancellazione, di una negazione radicale. Proviene da uno sguardo, non a caso materno, animato da un’attenzione vigile e partecipe, che contempera rinnovamento e memoria, che protegge e risana senza distruggere e annichilire.”
Michele Guerra cita poi Gustave Flaubert per sottolineare l’importanza del lavoro presentato nel corso degli anni dal Teatro:
‘Noi abbiamo troppe cose e nn abbastanza forme’ e il Teatro delle Briciole fa proprio questo, attraverso la sua attenta ricerca ci restituisce il mondo in una forma possibile che aderisce perfettamente alla morfologia delle ‘cose’ e ci spinge a guardare un po’ oltre la nostra realtà in diversi campi d’azione portando grande innovazione nel nostro panorama culturale”
La parola è poi passata a Roberto Delsignore presidente di Monteparma che ha ribadito la presenza della Fondazione di fianco al percorso artistico del Teatro.
Alessandra Belledi e Flavia Armenzoni hanno poi illustrato l’enorme lavoro che ha portato al cartellone 2018/2019 con le consuete rassegne per adulti e bambini e le due importanti novità di questa stagione dedicate ai ragazzi adolescenti e all’Europa, che vedrà Parma protagonista di nuovi linguaggi di teatri di ricerca europei.
LE RASSEGNE
Alle tre rassegne che compongono da molti anni la stagione, che sono altrettante proposte per un avvicinamento e una scoperta del teatro di oggi per tutte le fasce di età, si aggiunge quest’anno una nuova nata, Punta al Parco, un calendario di spettacoli dedicati alle ragazze e ai ragazzi nell’età dell’adolescenza, realizzata con l’obiettivo di dare continuità alla loro esperienza di spettatori teatrali, in quella fase particolare della crescita che sta tra l’abbandono dell’infanzia e l’avvicinamento all’età adulta.
Le rassegne saranno arricchite in marzo dalla sesta edizione del Festival di teatro di figura Impertinente e in maggio dalla terza edizione di May days, incontro con la danza d’autore. Aggiunge inoltre valore all’intreccio di programmazione così delineato anche il respiro europeo di un nuovo progetto, L’Europa a Parma, l’innovazione nel teatro per le nuove generazioni, che con il contributo della Fondazione Cariparma porta a Parma artisti di spicco da Spagna, Francia, Belgio, Finlandia, che rinnovano il teatro inventando un nuovo funambolismo su cubi di legno, come il madrileno Nacho Flores in Tesseract, o fondendo video live, teatro d’oggetti e teatro fisico come i catalani Agrupacion Senor Serrano, che riflettono su una società a due velocità, in cui un divario incolmabile separa mondi confinanti (Birdie), e come i finlandesi Livsmedlet, che trasformano i corpi degli interpreti in scene viventi dove si racconta il dramma dei migranti (Invisible Lands), o donando al teatro di figura una nuova, clownesca e toccante drammaturgia sul rapporto tra padri e figli, come il belga Alain Moreau (Pourquoi pas!).
Un posto per i ragazzi
La rassegna Un posto per i ragazzi avvicina gli studenti e gli insegnanti ai valori formativi del teatro, promuove la cultura teatrale come esperienza educativa che può utilmente accompagnare la formazione in classe e si impegna per rendere effettivo il diritto al godimento di un’espressione importante del nostro patrimonio di civiltà. Grazie alla riconosciuta ricchezza e qualità dell’offerta, alla organizzazione di occasioni di approfondimento culturale, alla relazione solida e strutturata negli anni tra teatro e docenti, Un posto per i ragazzi fonde cultura e socializzazione in un’importante tappa esperienziale ed emotiva, da condividere con i coetanei e con gli insegnanti, capace di contribuire allo sviluppo della capacità di riflessione e alla attribuzione di significati alle emozioni e alle relazioni interpersonali, interculturali e di genere.
Nel contesto di Un posto per i ragazzi si inserisce anche la consueta finestra sul Premio Scenario Infanzia, con la presenza dello spettacolo vincitore del 2017, Da dove guardi il mondo? di Valentina Dal Mas, e il debutto in prima nazionale dell’ultima generazione del Premio Scenario Infanzia 2018, con gli spettacoli Storto di inQuantoteatro, Fratellino e Fratellina di Asini Bardasci e Domino di Generazione Eskere, il premio vincitore del premio, destinatari di una menzione il secondo e il terzo.
Weekend al Parco
La rassegna Weekend al Parco offre ad adulti e bambini l’opportunità di un tempo speciale da vivere insieme, per condividere, figli e genitori, nipoti e nonni, in un ambiente e un clima protetto dagli obblighi e dalle scadenze dell’agenda quotidiana, la scoperta dell’unicità del teatro, la sua capacità di stimolare il confronto, la comunicazione delle emozioni, la riflessione e il confronto ragionato sui temi affrontati, su modalità di espressione diverse da quelle consuete.
Alla promozione del benessere sociale e della cultura teatrale nel territorio contribuisce fattivamente anche quest’anno la preziosa collaborazione di Conad Centro Nord, che regala ingressi della rassegna Weekend al Parco alle scuole del territorio e ai Laboratori Famiglia di Parma coinvolgendo più di mille soggetti.
Le rassegne per le scuole e le famiglie, Un posto per i ragazzi e Weekend al Parco, guardano al teatro come a un campo libero di narrazioni, di sperimentazioni, di riflessioni sull’uomo e sulla realtà, un campo aperto a forme di espressione della creatività non uniformate dentro una cornice predefinita: dal circo alle tecnologie digitali, dalla recitazione al teatro fisico, dal teatro di figura al teatro d’oggetti.
La scoperta del rapporto tra generazioni come arricchimento reciproco, anche con un nuovo sguardo necessario sul ruolo degli anziani, sempre più lontani dal rapporto quotidiano con l’infanzia, il coraggio e l’istinto infantile come mezzi di crescita personale, il coraggio e le prove da superare nella esperienza del passaggio dall’infanzia alla giovinezza, la scoperta di altre civiltà e di altre culture come strumenti di transizione dalla diffidenza alla curiosità, sono alcuni dei nuclei tematici percorsi dagli spettacoli delle due rassegne. Forte la presenza di riscritture di fiabe classiche come Hänsel e Gretel, Cappuccetto Rosso, La regina delle nevi, ma anche di rielaborazione in chiave di meticciato di favole classiche. Intensa la presenza di contaminazioni di linguaggi, dal circo alla clownerie, dal teatro d’oggetti alla musica all’arte figurativa, e di nuove scritture teatrali per l’infanzia, che fanno leva su una drammaturgia per immagini e testi.
Serata al Parco
La rassegna Serata al Parco abbozza un piccolo atlante del teatro di oggi in cui vengono proposte le tendenze creative di alcuni tra gli artisti più coerenti e più aggiornati della scena contemporanea, che nei loro lavori raccontano e reinventano il presente e insieme riflettono sulla scrittura teatrale, su che cosa è fare teatro oggi. Si pensi a Sotterraneo e al suo modo di esplorare le contraddizioni della società delle distrazioni digitali di massa con uno dei loro giochi interattivi che coinvolgono gli spettatori e ironizzano in modo dissacrante e antiretorico sui cliché e sulle abitudini di tutti (Overload). O a come Davide Enia, con una poetica e un linguaggio totalmente diversi, conferisca un respiro epico al dramma dei migranti grazie all’uso, in lui divenuto sempre più intenso e toccante, della tecnica del cunto e del dialetto siciliano (L’abisso). O ancora, a come il tema della minaccia dell’esaurirsi dell’acqua come bene comune suggerisca a Carrozzeria Orfeo un’apocalisse tragicomica e surreale abitata da perdenti che però non rinunciano a resistere (Cous Cous Klan), e a come il corpo possa diventare fonte di umorismo e libertà, di movimento senza limiti che osa scoprire una bellezza non conforme nella danza di Silvia Gribaudi (R.osa). E ancora, si pensi a come il tema del rapporto tra la persona transgender e la società dia vita nel lavoro di Liv Ferracchiati a una riflessione coraggiosa sulla ricerca dell’identità che riscopre le forme di un oratorio civile grazie al confronto serrato tra un coro e un elemento perturbatore (Un eschimese in Amazzonia). Un forte significato di riscoperta del teatro come rito laico di forte pathos collettivo ha il ritorno, nel quarantennale dell’assassinio di Aldo Moro, di Marco Baliani narratore di una ferita ancora aperta della società italiana (Corpo di stato). E la ritualità dell’esperienza che attori e spettatori condividono sulla scena e intorno ad essa è uno degli elementi che hanno contribuito all’idea con cui Alessandro Serra e Sardegna Teatro hanno trasferito il Macbeth di Shakespeare nelle profondità ancestrali della cultura del carnevale sardo (Macbettu), mentre un’immersione nella autenticità della cultura sarda è anche quella che ci offre la Compagnia Is Mascareddas, che fa vivere sulla scena i pupazzi delle sorelle cagliaritane Coroneo, artiste-artigiane di grande raffinatezza e interpreti sensibili della Cagliari umiliata e offesa dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale (Venti contrari). Una riscrittura di Shakespeare, di tutt’altro segno rispetto all’operazione di Serra, è anche quella proposta da Bruno Stori con Shakespeare tradito, in cui egli si insinua nelle pieghe di alcuni capolavori del Bardo creando nuovi mondi teatrali che dissacrano con amore le pagine di quel grande.
IL TEMPO OLTRE LO SPETTACOLO
Luogo della visione, il Teatro delle Briciole è anche e sempre più luogo da un lato dell’esperienza diretta del fare teatro e dall’altro della riflessione e del confronto di idee sul teatro.
Nell’ambito di Un posto per i ragazzi si svolgerà Crescere spettatori, un laboratorio di allenamento alla visione e di educazione allo sguardo per le scuole secondarie, a cura di Altre velocità, un gruppo di osservatori e critici delle arti sceniche impegnato a favorire una rete di relazioni tra le arti e la società contemporanea.
Il momento della riflessione sul teatro viene valorizzato e alimentato anche dopo la visione dello spettacolo, sempre più spesso integrata dalle vetrine tematiche di libri allestite dalla Biblioteca di @lice durante Weekend al Parco e dagli incontri degli artisti con il pubblico di Serata al Parco, condotti da studiosi come Roberta Gandolfi, Martina Giuffrè, Vincenza Pellegrino, Marco Deriu, che recuperano al teatro il suo ruolo di luogo insostituibile di ascolto e di confronto delle idee, che va oltre il tempo della rappresentazione conferendo ad essa un nuovo, più profondo significato.
Nel 2018/19 prosegue Stati teatrali, il laboratorio triennale di pratica teatrale curato dalla coreografa Elisa Cuppini e dall’attore Savino Paparella. Tre gruppi di diverse fasce anagrafiche – ragazzi dai 10 ai 14 anni, giovani dai 15 ai 25 anni e adulti – attraverso un processo di costruzione artistica proseguiranno il percorso iniziato la scorsa stagione per attivare, trovare, approfondire gli strumenti atti alla realizzazione di nuovi stati teatrali.
Rivolto ai docenti di ogni ordine e grado è il corso di perfezionamento promosso con il Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’Università di Parma Incontrare il teatro di oggi, curato da Roberta Gandolfi, docente di storia del teatro contemporaneo. Il corso esplora le logiche che presiedono a tre dimensioni fondative dell’arte teatrale: lo spazio e il tempo, la narrazione scenica e la relazione tra attore e spettatore.
Un laboratorio di teatro fisico è invece Corpo a corpo, condotto da Agnese Scotti e Simone Evangelisti, affidato al Teatro delle Briciole da Svoltare, realtà parmigiana che si occupa di percorsi di accoglienza per sostenere l’evoluzione di persone che si trovano in condizione di disagio.
Nell’ambito della rete creata tra Teatro del Buratto, Teatro delle Briciole, Teatro Gioco Vita e Teatro del Drago al fine di realizzare una Scuola Nazionale di Teatro di Figura, in un contesto caratterizzato dall’impegno nella promozione del teatro di figura che trova nel citato festival Impertinente uno dei momenti di maggiore espressione, verrà inoltre proposto Animateria, promosso anche in collaborazione con il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari, un corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nel linguaggio del teatro di figura (le iscrizioni sono aperte fino al 23 novembre 2018).
UN CENTRO DI PRODUZIONE
La stagione 2018/19 vedrà in scena diciotto titoli di spettacoli di produzione, che gireranno in tournée nei teatri e nei festival in Italia e in Europa.
Sei le nuove produzioni al debutto: Fa’ la cosa faticosa, Terry, L’ospite, Wow, Gianni e il gigante, Men from the future.
L’ospite, rivolto ai bambini dai tre anni, diretto da Daniel Gol, si propone di raccontare l’incontro tra una coppia e un ospite inatteso, un gallo che porta nell’ambiente protetto dalla ritualità delle abitudini lo scompiglio dell’ignoto ma anche il desiderio dell’inesplorato. Al centro del progetto c’è l’idea dell’incontro con il nuovo, che implica la volontà di affrontare un viaggio che inizia prima di tutto da noi stessi.
Wow, per bambini dai tre anni, diretto da Beatrice Baruffini, è un gioco di parola. Una danza a tre lettere che non devono essere lette. Una scomposizione grafica per emozioni. Un componimento di segni dello stupore. È uno scherzo che fatto alla lingua scritta.
Gianni e il gigante, rivolto ai bambini dai quattro anni, è il capitolo conclusivo della trilogia Storie sulle spalle di Emanuela Dall’aglio, della quale riprende il meccanismo dell’abito magico, che contiene tutti gli elementi dello spettacolo. Al centro dello spettacolo è un classico archetipo della paura, l’orco che mangia i bambini, e ad affrontarlo è un ragazzo alle prese con una sfida avvincente tra forza e astuzia.
Men from the future, per bambini dai sette anni, diretta dal Sotterraneo, anche coproduttore, è una proiezione immaginaria nei prossimi cinquant’anni. Due persone vengono catapultate sul palco, si presentano al pubblico come time-traveller. Vengono dal futuro per raccontarci cos’è successo al pianeta, alle città, alle persone nei prossimi cinquant’anni, che per loro sono il passato.
Fa’ la cosa faticosa è un progetto rivolto ai bambini dagli otto anni. Diretto da Marta Dalla Via, vuole parlare dell’educazione allo sforzo e dello sforzo di educare, e per farlo intende mettere in crisi il concetto di comfort “giocando alla fatica” con gli adulti di domani, mettendo la fatica al centro di un processo creativo necessario alla costruzione di un pensiero critico.
Terry. è uno spettacolo rivolto ai ragazzi dagli undici anni, diretto e interpretato da Davide Giordano, che nasce dalla volontà di affrontare il tema del bullismo, concentrandosi su alcune delle possibili cause più che sugli effetti, raccontando il punto di vista di chi bullizza e non di chi ne è vittima. La relazione e il dialogo che l’attore cerca con gli spettatori è motore di sviluppi spesso imprevedibili che originano percorsi nuovi in ogni rappresentazione.
All’interno del percorso Pensare la città, che focalizza diverse attività del Teatro delle Briciole a partire da una riflessione poetica sul tema della città e i suoi abitanti in relazione ai luoghi e ai contesti urbani e architettonici, si inserirà un’ulteriore progetto, realizzato con il contributo della Fondazione Pizzarotti, rivolto agli adulti e curato da Elisa Cuppini, intitolato Panchine Parma. L’idea trae origine dall’identificazione delle panchine come oggetto urbano di forte connotazione sul piano della socialità condivisa, potente simbolo, pur nella sua limitatezza, di un generale processo di criticità e di perdita di valore d’uso. Avvalendosi della partecipazione di interpreti con competenze artistiche diversificate, il progetto intende strutturarsi attraverso una serie articolata di fasi. Prendendo le mosse da una mappatura di luoghi della città e da un censimento delle panchine esistenti, con una raccolta di immagini, foto e video, si proseguirà con l’organizzazione di interviste ai cittadini e di iniziative laboratoriali, in collaborazione con realtà associative che operano sul territorio. Il materiale così raccolto sarà elaborato, selezionato e trasformato in uno spettacolo conclusivo. Sempre nel contesto di Pensare la città si inserisce anche un progetto che verrà realizzato in collaborazione con il Complesso Monumentale della Pilotta: Della Galleria Nazionale (non) capisco un tubo, curato da Beatrice Baruffini. Con un percorso teatrale laboratoriale, un gruppo di bambini osservano e studiano alcune delle opere esposte nella Galleria Nazionale. Il materiale viene rielaborato e adattato ad un’azione scenica dove i bambini restituiscono il loro sguardo e i loro commenti sulle opere sussurrando nell’orecchio dei visitatori, adulti e bambini, attraverso lunghi tubi di cartone.
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La Stagione 2018/19 del Teatro delle Briciole è realizzata con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia Romagna, della Fondazione Monteparma e della Fondazione Cariparma, con la collaborazione di Conad Centro Nord, Fondazione Pizzarotti, Università di Parma, Complesso Monumentale della Pilotta e Biblioteca di @lice.
Informazioni e biglietteria
Teatro delle Briciole c/o Teatro al Parco, Parco Ducale 1, Parma
Informazioni Tel 0521 992044 – Biglietteria Tel 0521 989430
Orario biglietteria: da martedì a venerdì dalle 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17, e un’ora prima degli spettacoli.
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