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ParmA, riprenditi il tuo palco. A dispetto dei mostri, sarà una favola

 

di Francesca Devincenzi

Parma, riprenditi il tuo palco. A dispetto dei mostri, sarà una favola. E  per mostri si intendono i cattivi di ogni fiaba, quelli che avrebbero fatto meglio a fare la formazione, quelli che avrebbero comprato con i soldi del Monopoli (o di Ghirardi) chissà chi, quelli che vorrebbero andare in Europa passando dallo scudetto.

Il lieto fine unico e necessario, sarà la salvezza. Ogni fiaba, ha il suo lieto fine. E a Parma, ci siamo abituati a gustarcelo tutto.

“Dopo anni di vittorie, siamo finiti in D, ma quando gioca il Parma, noi siamo sempre qui. La strada sarà lunga, da soffrire ci sarà, ma se restiamo uniti, torneremo in Serie A” – Tre anni fa, ai primi di settembre, serviva lo stradario per individuare il campo sportivo: piccoli puntini tra fabbriche e verde, a un metro da qualche pozza d’acqua (Chioggia, dove la palla finisce in acqua e viene recuperata con la barca), campetti dove il dopo lavoro diventa serie D.

Per quei campi, Parma era una favola da ospitare, con Sky al seguito: pazienza perdere con dei 6-1 modello tennista della domenica contro Nadal, avevi la storia davanti, trofei e Europa spazzati via da un colpo di spugna dopo un fallimento che ha scritto uno dei capitoli più neri del calcio italiano.

Per chi era abituato a grandi capitali sparse per il mondo, Arzignano e Borgo San Lorenzo potevano essere un incubo, invece sono stati un nuovo inizio. La gioia e la gratitudine di avere ancora una squadra sempre superiori alla delusione, all’amarezza, al cambio di prospettive e panorami. Si voleva risalire, l’obiettivo era chiaro, e il motivetto della Nord non si nascondeva. Ma che ci sarebbero voluti solo tre anni, era solo un sogno.

“E tanto già lo so che l’anno prossimo gioco in Lega Pro” ha accompagnato una cavalcata strepitosa. Prima sconfitta, in Poule Scudetto, per decidere la migliore della D in tutta italia, a promozione mai in discussione, dopo un campionato sempre in vetta.

Poi è arrivato Vasco…“Io e te come nelle favole” – Un anno di rivoluzione, cadute, risalite. Di partite trasmesse solo in streaming. Terrremoti a gennaio, e grandi gioie a giugno. Semifinale e Finale a Firenze, in uno stadio da A. I coriandoli, le parole di Cap Lucarelli, la festa.  Il ritorno in B dopo la stagione più lunga. E per questo, indimenticabile.

Ed ecco come noi nessuno mAi, la A quando non ci speri più. All’89esimo Floriano. 18.05.18, l’appuntamento con la storia. Una notte immensa dopo la vittoria più  unica in cui Ciciretti abbraccia Garibaldi come dirgli scansati, noi siamo Parma. Quando non ci speri diventa tutto ancora più magico. Fiaba e storia che si fondono nei colori gialloblù.

Come il Parma, nessuno mAi. Se ne ricordi, chi, da tra qualche ora, scenderà in campo con la crociata. Se ne ricordi, chi voleva Messi o Balotelli. 

Hanno provato a infangarci la favola, con un’inchiesta sms grottesca quanto assurda, ma hanno perso. Oggi Parma e la A si ritrovano, a vicenda. Perchè gli ultimi 30 anni del calcio italiano ed Europeo sono passati dal Tardini, e se il Parma torna dove gli compete, la A ritrova una delle sue case.

Arredata a nuovo per l’occasione. Siamo tornati, ora, chi scende in campo, si faccia valere. La salvezza è a 40 punti, la squadra è fatta di scommesse, alcuni giovanissime (Dimarco e Bastoni) e forse qualcuno che rischia di avere un brillante futuro alle spalle (Gervinho).

Se fossero tutte scommesse vinte, potrebbe essere molto comodo, arrivare a quota 40. Potrebbe essere anche dura, ma è una mission Possibile.

Bentornato a casa, Parma. Bentornata  al Tardini, A.

 

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