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Magister Canova: il contributo parmigiano alla grande mostra di Venezia- Intervista a Luca Mazzieri

di Titti Duimio

Parma si appresta a diventare capitale italiana della cultura nel 2020, ma da sempre Parma contribuisce alla cultura nazionale con personalità di grande rilievo che esportano fuori dai confini locali apprezzate professionalità intellettuali cresciute sul territorio e riconosciute a livello internazionale.

Un pizzico di Parma, infatti, partecipa al grande evento multimediale di Venezia Magister Canova interamente dedicato al genio di Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822) in mostra presso la Scuola Grande della Misericordia dal 16 giugno al 22 novembre 2018.

Un grande percorso espositivo si snoda attraverso ambienti di grande impatto percettivo, ricostruzioni scenografiche, visioni illusorie, ideato da Cose Belle d’Italia Media Entertainment e realizzato in collaborazione con la Fondazione Canova Gypsotheca e con il Museo Antonio Canova di Possagno.
Il grande evento internazionale vede la direzione artistica di Luca Mazzieri, regista e autore parmigiano, e il contributo organizzativo di Simona Manfredi che da anni si occupa di eventi nella nostra città con particolare attenzione alla creatività artistica come dimostra la rassegna ‘Quadrilegio’ da lei curata insieme a Giulio Belletti, Maura Ferrari e Marina Burani che tutte le primavere  ‘contamina’ Parma di arte contemporanea in spazi pubblici e privati del centro storico.
La mostra fa parte di un progetto culturale partito l’anno scorso con Magister Giotto che si concluderà l’anno prossimo con Magister Raffaello e che quest’anno rende omaggio al grande genio del Neoclassicismo ripercorrendone la formazione e la produzione coniugando rispetto per i dati scientifici con i nuovi linguaggi multimediali, costruendo un racconto di grande impatto visivo moderno e rinnovato.
La mostra si compone di importanti “stanze” dedicate a particolari approfondimenti. Come quella riservata ai disegni originali a soggetto anatomico conservati presso la Biblioteca dell’Istituto Superiore di Sanità o quella dedicata all’illustrazione del processo creativo maturato da Antonio Canova, processo che ha rivoluzionato la successiva storia della scultura europea.
Ad accogliere gli ospiti, al pianoterra della Scuola Grande della Misericordia, sarà una monumentale installazione site-specific di Fabrizio Plessi, un magnifico “omaggio” al grande Canova, un’opera che vuole simboleggiare il viaggio nella mente dell’artista.
Ad accompagnare, passo a passo, l’ospite sarà la voce narrante di Adriano Giannini, chiamato anche a leggere alcune delle lettere del giovane Canova. La colonna sonora originale è affidata al violoncello di Giovanni Sollima.

Dopo l’esperienza come pittore, autore e regista di cinema e di format questa prestigiosa rivalutazione del lavoro di Mazzieri attraverso le nuove tecnologie è arrivata quasi naturalmente per i tanti anni dedicati all’arte e alla sua diffusione: I Farnese nel 1996 al Palazzo Ducale di Colorno con Federico Zeri, La via Francigena con Jacques Le Goff alla Galleria Nazionale di Parma nel 2000, Vapensieroday nel 2001 per le celebrazioni del Centenario della morte di Giuseppe Verdi a Busseto, Parmigianino e il Manierismo Europeo nel 2003 e Correggio nel 2008 con Lucia Fornari Schianchi, e una prestigiosa documentazione filmica per Tiziano Ultimo atto nel 2007 con Lionello Puppi a Belluno, e ancora El Greco Viaggio in Italia nel 2015 sempre con Puppi a Treviso, queste due mostre di Venezia e un romanzo dedicato al Parmigianino – L’amore che dorme – Ed. Battei 2008) lo candidano come un esploratore indomito dell’arte – prossimo ad altre prestigiose traiettorie.

Luca Mazzieri come è riuscito a dare vita a questo progetto Magister Canova?

“Abbiamo incontrato il direttore dialogando attraverso più linee temporali, cercando di delineare l’impronta che ha dato insieme a un gruppo di lavoro davvero invidiabile, dove architetti, fotografi, direttori della luce, grafici e sviluppatori informatici si sono identificati, e dove i massimi storici dell’arte esperti prima di Giotto nel 2017 e oggi nel 2018 di Canova, hanno certificato con la loro collaborazione il Format.”

Prima di proiettarci al futuro, un passo indietro al recente passato: ci illustri il suo background artistico-professionale – con un’attenzione particolare all’esperienza Magister – mettendo in luce il percorso che l’ha portata al concept di Magister?

“Ho studiato e praticato a lungo il lavoro di documentaristica di film d’arte. Ad un certo punto ho lasciato la narrazione filmica tradizionale, pur avendo ancora dei progetti di film per il cinema in corso e ahimè tante altre cose, ho iniziato a ricercare nuovi strumenti di diffusione dell’immagine e del contenuto artistico per diffondere le opere dei maestri italiani dell’arte. Lavorando a Milano e a Roma per tanto tempo ho avuto la possibilità di potere incrociare saperi e conoscenze di giovani tecnologici che ti mettono di fronte al processo innovativo del tempo e della natura dell’immagine.
In città ho incontrato gli artisti anche contemporanei, che da molto tempo sono fuggiti alle costrizioni del quadro e del museo, agendo direttamente sul territorio urbano e così penso che l’incontro determinante sia nato con Renato Saporito e Alessandra Costantini, rispettivamente Ceo di Cose Belle d’italia Media Entertainment e Direttore esecutivo, nonché primi fautori del comune progetto Magister. E’ opinione diffusa che se da una parte si può leggere il Format Magister come una esperienza a sé dalla mostra tradizionale o dalla esposizione museale, dall’altra parte si è creata una cultura della nostra esposizione alla Scuola Grande della Misericordia di Venezia come di un luogo autosufficiente, dove le riflessioni e le analisi artistiche si fondano con coraggio sulla novità e sulla sperimentazione, dando vita, niente di meno,  a un nuovo spazio sociale. Magister Canova, dopo la precedente mostra dedicata a Giotto, è stata ancora più concepita per portare il visitatore dentro a una esplorazione della vita e delle opere dello scultore di Possagno, attraverso una esperienza sperimentale dell’esposizione stessa.  Ma non solo, l’esplorazione tocca così quest’anno anche il luogo che la ospita e lo stesso allestimento che la contiene portando Antonio Canova  – l’attore protagonista dello spettacolo – in questo viaggio dal linguaggio visuale e sonoro – sempre più emozionalmente vicino a noi.”

Nelle vesti di nuovo direttore artistico, quali contaminazioni artistiche porta in essere e quale è il suo specifico contributo alla realizzazione del Format?

“Io sono davvero fortunato ad essere il direttore artistico di un progetto sperimentale (ormai consolidato nella elaborazione) che vuole essere anche un’opera corale, esattamente con lo stesso spirito di come il regista riesce a costruire il proprio film. E se ogni spettacolo necessita di un ordinamento che ne renda proporzionate le parti, le congegni e le metta a sistema, come la regia fa con le azioni di una commedia, questa mostra si manifesta nella sua completezza diventando a tratti rigorosa e a volte romantica per segnare definitivamente la creazione di un linguaggio – di un segno distintivo autorale – di una traiettoria in cui lo spettatore si possa riconoscere e contemporaneamente identificare con il pensiero Magister.

In cosa consiste il pensiero MAGISTER?

“Questo format è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori, cioè una mostra multimediale che intrattiene e al tempo stesso educa…
Magister (Giotto in un modo, e Canova in altro in termini di tecnologia) è più di una mostra multimediale, dove le opere originali non ci sono, se non riprese, filmate, raccontate al servizio di un racconto complessivo che svela il percorso del Magister – da discepolo a Maestro – che apre una propria bottega e diventa indiscusso protagonista dell’epoca in cui opera: Giotto nel tardo medioevo, Canova nel neoclassicismo. In questa traiettoria mutante che siamo andati coraggiosamente ad affrontare la produzione di Magister Canova volendo caparbiamente unire i raffinati storici dell’arte e gli sperimentatori tecnologici. Ed è qui che intorno al protagonista Canova si sono misurati in una sorta di autentica libertà espressiva gli altri attori, andando a definire nuovi equilibri per creare un esempio di riferimento per i prossimi progetti espositivi e per rimanere nella memoria comune come evento cardine della vita culturale della città di Venezia.”

Ci sono state per Magister Giotto e per Magister Canova critiche molto positive dalla stampa nazionale e internazionale, qual’è secondo lei la chiave di questo positivo consenso anche di pubblico?

“Mi hanno dato la possibilità di guidare davvero una squadra assolutamente straordinaria dove ogni volta è davvero una scommessa a superare le certezze per sperimentare nuove vie di comunicazione del progetto. Quello che faccio in MAGISTER è un lavoro da artista, non un lavoro da specialista o di tipo manageriale, cioè cero di dirigere il progetto, che ha bisogno di essere diretto e curato in quanto progetto “corale”. Si è sviluppato così un linguaggio che tende sempre più a offrire libertà d’accesso ai visitatori in cerca di cultura, che spinge e propone interpretazioni e riflessioni, che ha temi e tematiche specifici  e che ricorre a configurazioni concettuali vicine ai mondi dell’architettura, dello spettacolo, della scenografia, del design, del cinema e della fotografia, pur declinando questi ultimi, secondo gusti e approcci specifici e differenti.”


È nota la sua collaborazione con altri autori con attori, artisti, architetti, musicisti, si definisce un contaminatore?

“Negli ultimi anni la creatività non può essere scevra di confronti e diciamo di contaminazioni, anche per merito di questo Format Magister le collaborazioni si sono intensificate sempre di più e oltre ai grandi professionisti interni a CBDIME (vedi colophon) per quest’anno un grazie speciale va alla Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno e al suo Direttore Mario Guderzo che ci hanno permesso di potere accedere all’Universo dello scultore con un privilegio assoluto, e ancora un grazie all’altro curatore della mostra Giuliano Pisani per l’ indomita passione nell’affinare nuove drammaturgie, e ancora grazie allo straordinario Comitato Scientifico da Steffi Roettgen a Johannes Missock e da Giuseppe Pavanello ad Andrea Bellieni, autori di nuove forme di concezione della presentazione delle opere, non senza configurarsi, viceversa, essi stessi come esempio e modello a cui attingere per maggiori approfondimenti delle loro mostre passate e future su questo incredibile artista italiano. Ampliando il discorso intrapreso – con gratitudine segnalo – la ricca e profonda colonna sonora di Giovanni Sollima, e la partecipata interpretazione dei testi di Adriano Giannini.  E un abbraccio va a Fabrizio Plessi, maestro dell’arte contemporanea, autore di un hommage di archeologia del futuro  che non mancherà di suggestionare i visitatori al piano terra della esposizione.”

Molti artisti oggi dicono che l’arte debba ergersi a strumento per una trasformazione sociale responsabile. Che ne pensa?

“Come si sa ogni opera d’arte cela dietro di sé un lavoro enorme e quindi essere verso la società che oggi la deve condividere, è il vero materiale intellettuale in dialogo con quello della lavorazione artigianale, e via via che prende forma,  crea nella sua traiettoria anche una debita aspettativa da parte del committente e ancora di più al suo autore e ancora da parte del futuro suo pubblico. Una mostra contemporanea con le nuove tecnologie non si esime da questo confronto. Credo che tutti dobbiamo, quale sia la professione che esercitiamo, dare il nostro contributo alla contaminazione di un dialogo sociale che ponga la possibilità di dare speranza a un vivere migliore.”

Lei è nato a Parma, quasi sessant’anni fa, significa qualcosa avere queste radici? Pensa sia una sorta di privilegio crescere (Luca figlio del pittore Antonio Mazzieri, e fratello di Marco regista, ha fatto gli studi artistici a Parma e poi si è trasferito a Roma, ma non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la sua città) in un ambiente dove pittura, fotografia, letteratura, cinema, si continuano anche tutt’oggi a confrontare?

‘Trovo che sia senz’altro un privilegio crescere a Parma, sono cresciuto in una città, dove c’è da ubriacarsi di bellezza: romanico, rinascimento, manierismo, e l’opera lirica e ancora il modernismo, il design, la grafica, sono passato in mezzo a uomini per me importanti – allo scultore Mario Alinovi, all’Architetto Mino Lusignoli, all’istrionico pittore Walter Madoi, a intellettuali raffinati come Remo Gaibazzi, al magico Franco Maria Ricci, al Collettivo di attori e registi di Teatro Due e del Teatro delle Briciole, e ancora Lucia Fornari Schianchi, e a curiosi politici come Giovanni Buttarelli o con amici non necessariamente artisti, come l’editore Antonio Battei, tutti loro e tanti altri mi hanno insegnato a combattere fino allo stremo per le proprie idee e a credere nel valore delle proprie radici. E così poi a Roma ho avuto confronti straordinari con Cesare Zavattini, Franco Zeffirelli, Tinto Brass, con i fratelli Bernardo e Giuseppe Bertolucci, con Lorenzo Baraldi e Piero Schivazappa (anch’essi parmigiani), e tanti altri maestri che mi hanno sempre fatto crescere e con tanti colleghi e amici autori e registi come Lorenzo Molossi e Matilde Bocchi (anch’essi di Parma). Allo stesso modo a Parma tornavo per altre avventure con amici straordinari come Bruno Stori, Luigi Bussolati, Gianluca Di Dio, Martino Traversa, Roberto Bonati, Luca Bertoletti, Paolo Croci e così credo questo cordone continuerà a rimanere. Penso che la nostra città e le persone che vi operano anche nell’ambito culturale artistico, sentano sempre più oggi la necessità di confronti più ampi, e la politica locale lo deve comprendere qualsiasi sia la sua traiettoria. Lo dico da esule in Patria, qui in Magister Canova collabora alla ambascia di operatori parmigiani anche Simona Scalercio Manfredi, lei stessa pur operando localmente spesso realizza eventi anche fuori dalla città stessa, entrambi credo desideriamo sempre confronti di crescita come dice opportunamente il semiologo Paolo Fabbri confronti glocali”

Per info: https://www.magister.art

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