Mario Biondi, Chef Rubio e Riccardo Monco tra i grandi protagonisti della prima edizione del City of Gastronomy Festival, la due giorni di saperi e sapori con la quale Parma ha celebrato una lunga tradizione di gusto che ha portato l’UNESCO a riconoscerle il titolo, prima in Italia, di Città Creativa per la Gastronomia.
25 chef, 68 eventi in 2 giorni disseminati in centro città, 8 delegazioni da tutto il mondo, 250 volontari, oltre 50 i piatti preparati e…mangiati. Ecco i numeri della prima edizione del City of Gastronomy Festival, che si è chiuso ieri sera a Parma.
Dopo il conferimento, sabato sera, a Riccardo Monco del premio alla creatività “Parma – Città Creativa UNESCO per la Gastronomia”, sono stati il crooner Mario Biondi e Chef Rubio di “Unti e bisunti” a chiudere la kermesse parmigiana. Il primo, raccontando il suo speciale rapporto con la città in un’intervista soul fra musica e gusto; il secondo chiacchierando e cucinando con gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Zappa-Fermi” di Bedonia, per consegnare nelle mani e nelle parole di chi sogna di fare della cucina la propria vita, il futuro di un settore sempre più in crescita (Cibus docet).
Ma sul piatto del City of Gastronomy Festival, oltre al cibo, sono finiti anche i pensieri, in particolare una riflessione sull’innovazione in cucina e le nuove frontiere del gusto e della sperimentazione. I grandi progressi nel campo della biochimica, della fisica e della tecnica sono entrati in cucina, dando nuovo impulso alla ricerca e alla creatività degli chef. E se è vero che la chimica stava in cucina anche prima di Ferran Adrià, è anche vero che prima della rivoluzione molecolare del catalano, nessuno immaginava un approccio da laboratorio dietro ai fornelli. Una definizione nata per provocare, ma che di fatto ha inaugurato una nuova concezione della ristorazione, oggi sempre più oggetto di ricerche tese a soddisfare l’insieme dei nostri sensi, alla stregua – mutatis mutandis– del design e dell’arte contemporanea. Ma come scongiurare il rischio di lasciarsi alle spalle uno strascico di piatte imitazioni, come è successo sia al design, sia all’arte? Questa la sfida lanciata dal Salotto del festival a tutto il settore.
Al City of Gastronomy Festival, Parma ha presentato le sue eccellenze aprendosi all’internazionalità, portando in città i sapori delle altre Città Creative per la Gastronomia UNESCO, ambasciatrici del gusto, come la città ‘amica’ Alba, Gazientep, Macao, Bergen, Belem, Paraty, Dènia, Tsuruoka. Un nuovo format di successo che ha visto il cibo protagonista non solo come prodotto da gustare ma soprattutto come cultura, rappresentativo di una comunità.
Un evento che ha rappresentato un’opportunità unica per valorizzare e internazionalizzare le ormai famose 4 P di Parma – Parmigiano, Prosciutto, Pasta e Pomodoro, a cui si aggiunge il pesce – portate nel mondo dagli chef del Consorzio Parma Quality Restaurants e da Chic – Charming Italian Chef, che hanno gestito i ristoranti temporanei “pop-up” in Piazza Ghiaia. I dieci chef italiani, coordinati da Enrico Bergonzi, Davide Censi e Terry Giacomello, hanno sfornato a pranzo e cena, proposte tricolore basate su (almeno) un ingrediente made in Parma.
UN EVENTO CORALE
Il City of Gastronomy Festival è stato organizzato dall’associazione Parma Taste of Future ed è stato patrocinato dal World Food Programme Italia e da MiBact con le iniziative legate al 2018 – Anno del Cibo. Il festival è stato realizzato con il contributo di Comune di Parma, Fondazione Parma Unesco Creative City of Gastronomy, Fondazione Monte Parma, Fondazione Cariparma, Camera di Commercio e dell’Apt per conto della Regione Emilia-Romagna. Main sponsor Barilla, Consorzio del Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Azienda Olearia Coppini, Mutti, Rodolfi, Parmalat, Alma – La Scuola Internazionale di Cucina. Partner dell’iniziativa Coppa di Parma e Salame Felino, Conad, Credit Suisse ed Iren, Trenitalia (official carrier) e Star Hotel Du Parc Parma, mentre la curatela gastronomica è stata affidata a Parma Quality Restaurants, Chic – Charming Italian Chef, Consorzio dei colli di Parma per la tutela dei vini DOP e Culatello di Zibello.