Si può pranzare con le golosità del Brasile o della Spagna e cenare giapponese? Feijoada, tapas o sushi? I piatti forti di Macao sono più cinesi o risentono del gusto portoghese? E in Norvegia si mangiano solo salmone e aringhe? Sarà davvero così gustosa la cucina turca?
Domande che richiederebbero lunghi viaggi per trovare la risposta. A Parma, invece, il 2 e 3 giugnoil giro del mondo dura solo 48 ore e pochi passicon la prima edizione del City of Gastronomy Festival che vede istituzioni locali e regionali, importanti associazioni e fondazioni del territorio, lavorare compatte accanto ai grandi brand agroalimentari e ai consorzi di tutela del parmense, in una cabina di regia pubblico-privato dove, come in cucina, l’importante è l’amalgama degli ingredienti.“La gastronomia – spiega Cristiano Casa, assessore a Turismo e Commercio del Comune di Parma– è da sempre un’esperienza, ma anche l’espressione della creatività di un territorio: in questa prima edizione del festival vogliamo far parlare i prodotti dei territori, metterli in connessione e creare contaminazioni”.
DAL DUCATO ALL’IMPERO DEL GUSTO TARGATO UNESCO
Da piazza Garibaldi, dove il cardo incrociava il decumano latino, a piazza Ghiaia, al cospetto del ponte romano e lungo quella millenaria via Emilia che ha già portato tante volte il Belpaese a spasso per il mondo, Parma torna capitale del gusto e fa sistema,chiamando a raccolta otto colleghe di gusto da sette Paesidella rete delle città creative per la gastronomia UNESCO. Ci saranno chef di Paratye Belemin Brasile, Macao in Cina, Bergenin Norvegia, Déniain Spagna, Gaziantepin Turchia e Tsuruokain Giappone, oltre che da Alba,l’altra “azzurra” targata UNESCO: le città, protagoniste in Ghiaia con i loro stand, presentano le loro cucine e i loro chef durante il cooking show, in cui creeranno un racconto del proprio Paese ai fornelli, con tasting e demo d’autore che si avvicenderanno in un blend di saperi e sapori.
MADE IN ITALY E PARMA QUALITY RESTAURANTS
E il Belpaese? Non starà a guardare: se è vero che Parmaè stata la prima italianaa entrare nel network delle Cities of Gastonomy, la città ducale non dimentica di essere la capitale della Food Valleye sa che la chiave del successo viaggia su due binari: “Custodire le tradizioni e al contempo avere la curiosità di aprirsi al mondo”, spiegano gli organizzatori.
E allora ecco la risposta tutta made in Italyal gruppo di chef UNESCO: saranno dieci chef italiani, di cui 5 stellatiil contraltare di questa singolar tenzone di sapori. Coordinati da tre chef parmensi – Enrico Bergonzi, Davide Censi e Terry Giacomello– arriveranno a Parma Umberto De Martinodello stellato bergamasco Florian Maison relaisdi San Paolo D’Argon, Enrico Gerli, una stella a I castagnidi Vigevano, Umberto Gorizia, chef consultant a Lindenberg, Giancarlo Politodella Locanda del Capitanodi Montone, gli altri stellati Fabio Groppidal Dolomieudi Madonna di Campiglio, Giuseppe Stanzioneda Le Trabedi Paestum eMarco Visciolada Il Marinall’Eataly di Genova.
SE PARMA HA CINQUE “P”
A loro sono affidati i fornelli di altrettanti ristoranti pop upche, a pranzo e cena, sforneranno proposte tutte tricolore. Con un unico comune requisito: che nei loro piatti e nelle loro interpretazioni trovi posto almeno un ingrediente parmense. Et voilà, il pranzo è servito. L’idea è venuta al consorzio Parma Quality Restaurants, in collaborazione con Chic – Charming Italian Chef che firma la regia degli eventi culinari: “Abbiamo chiesto agli chef stranieri – spiega Enrico Bergonzi, presidente di PQR e chef di Al Vedel di Colorno – di esprimersi liberamente e di raccontarci i loro sapori. Agli italiani, invece, abbiamo richiesto di reinterpretare Parma a partire da uno dei grandi prodotti del nostro territorio. Questa è anche la sfida del nostro consorzio: certificare la cucina italiana nel mondo”.
Mari o monti, pianura e città, per tutti Parma si scrive con le sue tradizionali “cinque P”: prosciutto, parmigiano reggiano, pasta, pomodoro e pesce, quello delle conserve ittiche che è fra i cult del territorio. Fra le proposte, quindi, spazio al guacamole al parmigianoche accompagna un secreto di suino iberico, oppure gazpacho di pomodoro con tortiglione fritto e gelato al parmigiano. Ilceviche?Mediterraneo e firmato con acciughe lavorate sul territorio. Il prosciutto?Finisce in polvere su unriso al salto.
Il programma completo da leggere e scaricare: programma2018singole-compressed
LA CUCINA FRA RACCONTO, DEGUSTAZIONE E CREATIVITÀ
Cuochi stellati a garanzia del saper fare italiano, curiosità esotiche dalla rete creativa UNESCO, ma il primo City of Gastronomy Festival non è solo cibo cucinato e assaggiato, ma anche raccontato.
Una serie di incontri, tra il Palazzo del Governatore e il Salotto allestito in piazza Garibaldi, in cui ascoltare e approfondire i grandi temi che sottendono la riflessione sul cibo: la sostenibilità della produzione, la creatività e la scienza, la comunicazione; insomma presente e costruzione del futuro.
Protagonisti, chef, studiosi, esperti: mille punti di vista per conoscere e scoprire, con un occhio alla cucina e l’altro al mondo.
Quattro i temi delle due giornate: si parlerà di ritorno alla terra, sfide della cucina italiana, innovazione e linguaggi del cibo. Quattro momenti, tra Governatore e Salotto, con ospiti da tutta Italia.
L’agricoltura, che è sempre più al centro dello sviluppo del Paese, viene affrontato in apertura di Festival e nei due luoghi sono gli esperti (Cinzia Scaffididi Slow Food Italia, Patrizia Albertidella Regione Emilia-Romagna, Mario Marinidi Confagricoltura Parma, Bruno Ruffini e Laura Torresindi Alma, Filippo Arfinidell’Università di Parma, moderati di Marco Ferrazzolidel CNR). Nel Salotto invece la voce va a chi la terra la coltiva e ne trae il suo prodotto: il pomodoro sostenibile di Mutti, con Ugo Peruch; i meloni di Francesca Nadalini, dell’AssociazioneNazionaleDonne dell’Ortofrutta; l’esperienza tutta parmigiana dell’AziendaAgrariaSperimentale Stuard.
Al sabato pomeriggio, al Governatore, la cucina italiana nelle parole di Paolo Lopriore, chef de Il porticodi Appiano Gentile e membro del comitato scientifico di ALMA, nonché protagonista dell’incontro, organizzato da ALMA: “L’Italia è un insieme di cucine regionali che muovono, come accade a Parma, da prodotti eccellenti: confrontarsi col diverso, il lontano, l’”altro” serve a crescere e a meglio tutelare le proprie eccellenze”. A parlarne con lui Paolo Marchidi Identità Golose, in un dialogo con: Riccardo Monco, tre stelle all’Enoteca Pinchiorridi Firenze, Isabella Potì,pastry chef del Brosdi Lecce, Masaki Kurodadel Serendepicodi Capannori, Cristina Conti, maitre del Parizzi Ristorante di Parma, e Luca Govonidocente di Alma. A moderare sarà Fernanda Roggero.
Al Salotto, altre voci: Filippo Sinisgalli(Il Palato italiano) e Fabiana Scarica(vincitrice di Top Chef 2017), entrambi diplomati Alma; il progetto di promozione del cibo italiano con finalità sociali di Helpcode; e poi “Ciacco”, Stefano Guizzetti, gelataio, creativo, con tre coni Gambero Rosso; Mario Marinie Massimo Spigaroli, cucina di montagna e cucina di pianura, due generazioni a confronto; a chiudere Parma Quality Restaurants, con Mariano Chiarelli, dei Du’ Matt, a raccontare un’esperienza associativa di successo.
La domenica apre con l’innovazione: tecnologia e nuovi sapori, per costruire la cucina del futuro. Al Governatore, la riflessione e i progetti (con Davide Cassidell’Università di Parma, il critico Andrea Grignaffini, Alessia Moscadi Wood*ing); al Salotto i protagonisti (Parmalate il latte senza lattosio, Barillacon la pasta 3D, CoppiniArte Olearia e la tradizione d’innovazione, ITS Tech&Foode la sperimentazione alimentare).
E si chiude con i linguaggi del cibo, che ormai sembrano invadere ogni spazio, ma che hanno vie e canali sempre nuovi. Al Governatore le voci di Chef Rubio(Unti e bisunti), Tinto(Decanter), Gianni Revello(Passione Gourmet) e Valentina Scarnecchia(Il piatto forte) per un racconto tra TV, radio, web: le parole che ritornano, i gusti che cambiano.
Nel Salotto la comunicazione delle aziende, Parmalate Mutti, e la comunicazione televisiva (Tinto) e in musica (Mario Biondi): linguaggi diversi, sapori comuni.
UN EVENTO CORALE
Il City of Gastronomy Festival è organizzato dall’associazione Parma Taste of Futureed è patrocinato dal World Food ProgrammeItalia e da MiBactcon le iniziative legate al 2018 – Anno del Cibo. Il festival è realizzato con il contributo di Comune di Parma,Fondazione Parma Unesco Creative City of Gastronomy, Fondazione Monte Parma, Fondazione Cariparma, Camera di Commercioe dell’Apt per conto della Regione Emilia-Romagna. Sono main sponsorBarilla, Consorzio del Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Azienda Olearia Coppini, Mutti, Rodolfi, Parmalat, Alma– La Scuola Internazionale di Cucina. Sono partner dell’iniziativa Coppa di Parma eSalame Felino, Conad, Credit Suisse ed Iren, Trenitalia (official carrier)e Star Hotel Du Parc Parma, mentre la curatela gastronomica è affidata a Parma Quality Restaurants, Chic – Charming Italian Chef, Consorzio dei colli di Parma per la tutela dei vini DOP eCulatello di Zibello.
Il premio a Riccardo Monco – Un premio in omaggio all’arte e alla creatività di Riccardo Monco, executive chef della tristellata Enoteca Pinchiorri di Firenze: lo ha consegnato al premiato oggi pomeriggio l’assessore al Turismo, Commercio e al Progetto Unesco del Comune di Parma Cristiano Casa, nel contesto della due giorni del City Gastronomy Festival, che vede nella nostra città riunite le eccellenze culinarie delle capitali creative della gastronomia mondiale sabato 2 e domenica 3 giugno.
Il premio “Parma Città della Gastronomia” vuole riconoscere le migliori espressioni creative della cultura gastronomica, in cui si fondono eccellenza della tradizione, creatività e cultura del cibo.
“Abbiamo pensato a questo premio – ha detto l’assessore Cristiano Casa – come punto di riferimento per la gastronomia e per tutti coloro che vi si avvicinano. Oggi siamo felici di consegnarlo allo chef Riccardo Monco per la sua capacità di unire contemporaneità e tradizione nella sua cucina, con il risultato di stupire e accogliere attraverso delle creazioni in cui si fondono coraggio, curiosità, creazione e innovazione”.
“Per me l’essere cuoco – ha sottolineato lo chef Riccardo Monco nel ringraziare per l’omaggio – si basa su tre componenti fondamentali: la conoscenza, ovvero lo studio e la ricerca, poi la messa in opera, ovvero la pratica quotidiana in cucina, ed infine l’innovazione, che significa, partendo dalla tradizione, evolversi. Sono onorato di ricevere questo premio che condivido con tutte le persone che ogni giorno lavorano con me, perseguendo l’unico vero obiettivo proprio di un ristorante e di chi cucina: rendere felici i propri avventori”.
Lo chef Riccardo Monco nell’ambito del Festival partecipa anche alla tavola rotonda delle 17,30 a Palazzo del Governatore, “Alma Talks. La nuova cucina italiana”, e dalle 20, sotto i Portici del Grano, terrà un imperdibile cooking show.