di Marco Rossi
Terrorismo e religione: queste sono le due parole che spesso sono associate al mondo arabo in maniera fin troppo disinvolta. C’è, tuttavia, un’altra parola di cui ci si dimentica: cultura. “Molti paesi arabi sono legati da un filo conduttore unico che può essere costituito dalla religione piuttosto che dalla cultura, ma ognuno di questi ha una propria identità e dei propri usi e costumi – è spiegato durante la presentazione -. Oggi faremo un viaggio nella Tunisia attraverso luoghi, sapori e profumi di questo stupendo paese”. Con l’evento La cultura del gelsomino, svoltosi sabato 12 maggio presso il Laboratorio Famiglia dell’Oltretorrente, si è cercato, infatti, almeno per un pomeriggio, di mostrare e raccontare alla cittadinanza alcuni frammenti della vasta e meravigliosa cultura tunisina, grazie ai giovani di seconda generazione che vivono la loro doppia identità come una ricchezza.
Nonostante lo spazio possa apparire angusto e fatiscente, i ragazzi e le ragazze, aiutati dal collettivo dell’aula Tsunami, hanno allestito una serie di aree tematiche per cercare di approfondire ogni aspetto della cultura del paese, in maniera semplice e leggera. Nell’angolo più curato, tra tappeti dai disegni geometrici e cuscini variopinti, dove sono posti utensili e oggetti tipici della cultura araba, sono illustrate le tecniche della tradizione culinaria, dalla preparazione del couscous, fino ai molti usi delle spezie, in cucina ma anche in ambito medico. Basta girare lo sguardo per assistere a vere e proprie sfilate di moda, con protagoniste ragazze di ogni età che hanno la possibilità di provare abiti riccamente ornati dai mille colori, improvvisando danze sulle note della musica che invade il cortile.
Un altro di questi angoli è dedicato alla scrittura araba e alle diciture religiose, tenuto dalla appena ventenne Brass, che ha composto, proprio grazie alla scrittura, l’immagine di un cammello e altre figure simboliche del suo paese. “Sono andata a un convegno, quattro anni fa – spiega – dell’associazione Giovani Musulmani in Italia, dove ho partecipato a un workshop che insegnava ai ragazzi come scrivere con la calligrafia araba e così è nata la passione”. Alla domanda, se si senta più tunisina o italiana, Brass risponde senza esitazione. “Mi sento una persona di entrambi i paesi e questo per me è una ricchezza; nonostante abiti lontano dalla Tunisia, sento molto la sua cultura e la sua tradizione”.
“L’incontro fra culture è molto importante in una società multietnica e meticcia come la nostra – spiega Salem, rappresentante dell’Aula Tsunami in Italia dall’età di sette anni -. Il mio intento è di dare un significato culturale ma anche politico a questo evento, poiché tutto è riconducibile alla politica, anche semplici affermazioni come ‘le culture non sono opposte’ oppure ‘non c’è una guerra fra religioni’ ad esempio”. Salem, infatti, gestisce l’angolo politico, per parlare in particolare della rivolta del gelsomino, la rivoluzione tunisina che ha dato il via alla primavera araba nel 2011, da cui l’evento prende il titolo. “Della cultura italiana apprezzo il progressismo e il secolarismo, mentre di quella tunisina la socialità e la voglia di stare insieme e di ritrovarsi a cena con i parenti, in un certo senso come avviene al Sud”.
Proprio al Sud la cultura tunisina e quella italiana s’incontrano meglio, data la vicinanza geografica, specialmente nella zona di Trapani, dove molti tunisini nel tempo sono emigrati per diventare poi pescatori. “Il cuscus è ormai entrato tra le pietanze trapanesi – spiega Sara, tra le maggiori organizzatrici dell’evento – ma anche tradizioni culinarie siciliane sono entrate nella nostra, come le bambole di zucchero ad esempio. Inoltre, il 15 agosto è innalzata la Madonna di Trapani, che non è vista però in chiave religiosa”.
“Abbiamo deciso di partire dalla cultura perché grazie a essa si iniziano a conoscere i popoli e le religioni. Io mi sento una persona con due culture e vorrei conoscere bene entrambe”. Queste le ultime parole di Sara prima di attivarsi per la parte finale della giornata, il ricco buffet tunisino a base di cuscus, involtini di verdura e dolci al miele, il tutto accompagnato da tè alla menta. Un finale perfetto per quella che dovrebbe essere solo la prima di una serie d’incontri per diffondere la cultura dei vari paesi arabi e africani. Speriamo di non dover aspettare troppo per un’altra meravigliosa occasione come quella di oggi.