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Al Cubo #parma360festival circuito Off: “Secret Garden” scatti antichi al femminile di Alessandra Calò

di Titti Duimio

Nell’ambito del circuito Parma360 Off sono state presentate al pubblico sabato 19 maggio alla Cubo Gallery di via Spezia le opere di Alessandra Calò artista reggiana che attraverso la fotografia ripercorre schegge di storie e di memoria di donne qualsiasi che rivivono assomigliando a qualcosa di eterno grazie anche alle parole di altre donne che ne interpretano l’essenza. Tra le autrici dei testi poetesse e cantautrici come Rachele Bastreghi (Baustelle), Letizia Cesarini (Maria Antonietta), Angela Baraldi, Mara Redeghieri.
L’installazione ‘Secret Garden’ presentata al Cubo curata dall’artista Andrea Saltini con testo critico di Marta Santacatterina comprende una serie di antiche lastre fotografiche retroilluminate recuperate dai ricordi che immortalano figure femminili in scatti di vita semplice eppure mai banale, gesti consueti di un ‘800 lontano eppure così famigliare da risuonare di immutata attualità.

Scrigni di immagini volutamente belle che nascondono giardini immaginari nei quali si fondono appartenendone come elementi naturali.
Donne madri e mogli, donne che accudiscono e nutrono, proteggono e fanno crescere, donne che sono madre e natura da sempre e per sempre ripetono gesti affettivi non curanti del tempo che procede portandole con se fino a noi per essere come noi.
Ogni negativo è una goccia di vita vissuta, un’esistenza di femminilità dai contorni sbiaditi che rivive e prende forma nei testi immaginari che l’accompagnano e diventano anime di una storia universale che assomiglia alla storia di ogni donna e di ogni gesto d’amore di cui è capace.
Scatti protetti da una scatola dai contorni solidi e definiti da guardare da vicino fino o forse oltre il limite dell’intimità, scatola che protegge ma forse anche limita nella quale ci si perde inseguendo significati in bilico tra realtà e fantasia, tra passato e presente, tra noi e loro, tra pace e inquietudine come in uno specchio profondo quanto una rivelazione.
La mostra è resa ancora più emozionante e suggestiva dall’allestimento artistico di Andrea Saltini e Sergio Taddeo realizzato in collaborazione con ‘Settedifiori’ che riproduce il giardino naturale dietro le fotografie anche nello spazio della galleria amplificando il gioco onirico tra dentro e fuori, dall’immagine a noi in una percezione complessiva di contrasti e somiglianze senza distinzione tra sogno e realtà.

Amelia: (dedicato a Amelia Rosselli poetessa) di Maria Teresa Grillo

‘Io non sono viva, sono pietra. Non sono pietra, sono acqua. Neppure acqua sono: fumo.

Sogno, cresco, esploro, a volte mi innamoro. Pago un prezzo, alto. Implodo.

Quasi non esisto, sono trasparente. Sono una goccia d’acqua, sono inconsistente.

Sono nuvola e respiro, sono in piedi ma mi chino. Sono odore di salmastro, abbaiar di cani, vagito di bambino.

Sono un segno: quello del tempo su un pezzo di legno.

Sono la stanza senza pareti, dentro di me c’è il mare – ma io stessa annego, ché non so nuotare.

Sono la lancetta rotta di un orologio eterno, un romanzo inconcluso.

Sono carne e non carne, uguale e diversa, ingranaggio in disuso.

Sono le parole dette da un altro, sono fatta di fiato. Sono lo sguardo che hai evitato.

Sono il divino nell’interno – trascendenza inversa – il sublimarsi dell’inferno.

Sono il profumo dei tramonti di maggio, sono la cura e porto in me la malattia,

sono l’estremo atto di coraggio, sono un fallito tentativo di poesia.

Sono appassita ma ritta, non sono morta: a volte, semmai, sconfitta.

Sono nascosta, ignorata, rimossa, repressa, ossessa. Sono riscossa.

Sono arrendevole ma non arresa, sono una rosa, una rosa, una rosa.

Sono urla, risate e canto – non sono un paesaggio, sono il soffio del vento.

Sono distanza tra mondi lontani, scivolamento di due superfici. Sono il frutto di malefici.

Sono l’umidità che sale dal terreno, il fischio muto della fotografia di un treno.

Sono una serie di banalità interrotte, il minuto prima dell’alba, il risveglio della notte.

Sono la voluttà assoluta di ciò che è incomprensibile, mi hai fatta prigioniera ma sono inafferrabile.

Sono la spiegazione che non trovi, sono lacrime e gioia inarrestabile, sono oppio e luce. Sono instabile.

Sono fatta di poco più che desiderio e nebbia, sono una strega e strillo. Tu non mi vedi, io però scintillo.

Non sono madre né sorella, non sono figlia, non sono bella. Non sono angelo del focolare.

Sono questa rivalità pretesa, un’impronta sul guanciale.

Sono le lacrime che non ti ho detto, sono legame tra utero e utero, il cigolio di un letto.

Vivo senza pensiero, senza una logica, senza concetto.

Sono abbandonata e mi abbandono, in questa enciclopedia del nulla in cui sono menzionata ma non menziono.

Sono lampo, e dopo il lampo, tuono.

Vivo in un corpo che non mi è mai appartenuto, in una vita che mi hanno costruito, nelle ragnatele che mi hanno tessuto.

Sono complementare, supplementare, eccedo. Cado, mi rialzo, cedo.

Sono immortale eppure non ho vissuto. A volte non me ne accorgo, ma l’ho sempre saputo.’

Amelia

SECRET GARDEN

Alessandra Calò

                                                                      

A cura di Andrea Saltini

Testo critico di Marta Santacatterina

 

                      CUBO Gallery                       

CUBO, via La Spezia 90, Parma

Nell’ambito del Circuito Off di Parma 360 Festival della creatività contemporanea

Dal 19 maggio al 28 giugno 2018

 

Ingresso Libero

www.cuboparma.com

Negli stessi spazi ha aperto sabato 19 maggio anche la mostra ‘Itinerario di una forma a cura dell’architetto Guillame Pacetti e Elisabetta Baratti sul percorso creativo del designer di fama internazionale Franco Poli di cui sono esposti alcuni pezzi significativi.

 

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