Con “Decamerone” si avvia al termine la Stagione di Prosa del Teatro Verdi di Busseto. La riscrittura del classico della letteratura di Giovanni Boccaccio interpretato da Stefano Accorsi con la regia di Marco Baliani va in scena domenica 8 aprile 2018 alle ore 21.00.
Una originale rilettura di uno dei ‘testi sacri’ della Storia della Letteratura italiana, adattato per le tavole del palcoscenico. Questa, in poche parole, la presentazione di Decamerone – vizi virtù passioni liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio e interpretato da Stefano Accorsi con la regia di Marco Baliani – quarto appuntamento con la Stagione di Prosa del Teatro Verdi di Busseto curata da ATER Associazione Teatrale Emilia-Romagna – in cartellone domenica 8 aprile 2018 alle ore 21.00.
Lo spettacolo – che sostituisce l’annunciato Favola del principe che non sapeva amare sempre con Accorsi per la regia di Baliani – è interpretato anche da Silvia Ajelli, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, ognuno dei quali ricopre diversi ruoli. L’adattamento teatrale è sempre di Mario Baliani, la drammaturgia di Maria Maglietta. Le scene e i costumi sono di Carlo Sala, il disegno luci di Luca Barbati. Una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, che fa parte del Progetto Grandi Italiani: “Portare in teatro la lingua di tre grandi italiani Ariosto (Orlando Furioso), Boccaccio (Decamerone), Machiavelli (Il Principe), sfidando la complessità delle loro opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni, dei loro azzardi, delle loro intuizioni. E per mostrare, con l’arte della scena, che la bellezza delle loro creazioni è un tesoro inestinguibile, a doppio filo legato a quell’altra beltà che è il nostro paesaggio italiano e le nostre opere d’arte”.
Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare. Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale.
Note di regia
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte.
Finchè si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose , purchè siano storie, e raccontate bene, perchè la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perchè oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l”impudicizia e l”impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un”altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello Perchè anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell”amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti (Marco Baliani)
Prossimo titolo in cartellone, sabato 14 aprile 2018 alle ore 21.00: lo spettacolo dialettale Sott’a chi tòcca di Luigi Orengo con la Compagnia Dialettale della Famija Pramzana diretta da Franco Greci
Costo dei biglietti: da 30,00 a 17,00 euro.
Biglietti e informazioni presso Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica in Piazza Giuseppe Verdi, 10 – 43011 Busseto (PR); tel 0524-92487; e-mail: [email protected], www.bussetolive.com
Orari: da martedì a domenica 9,30/13,00 – 14,30/17,30. Nei giorni di spettacolo l’apertura si protrae sino all’inizio della rappresentazione. La biglietteria accetta prenotazioni telefoniche a partire dal 2° giorno di apertura della vendita. I biglietti potranno essere ritirati fino a mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo esibendo la ricevuta di pagamento.