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7 aprile- «La vita ferma», il debutto del premio Ubu Lucia Calamaro al Teatro al Parco

Il 7 aprile la rassegna sulla scena contemporanea del Teatro delle Briciole ospita lo spettacolo di una delle più importanti autrici della scena contemporanea, un “dramma di pensiero” in tre atti, profonda riflessione sul lutto e sulla tragica insostituibilità di ogni persona cara scomparsa.


Per la prima volta al Teatro al Parco di Parma arriva la preziosa scrittura di Lucia Calamaro, una delle autrici più importanti di questi anni, premiata con l’Ubu per la drammaturgia. Il suo «La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo» è in programma il 7 aprile alle 21 nell’ambito di «Serata al Parco», la rassegna del Teatro delle Briciole dedicata alla scena contemporanea. «La vita ferma» inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque – padre, madre, figlia – attraverso l’incidente e la perdita. E’ un “dramma di pensiero” in tre atti sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti, che il dolore del ricordo è il solo a colmare. Scritto e diretto dalla Calamaro, che firma anche scene e costumi, con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua, contributi pitturali di Marina Haas, lo spettacolo è prodotto da SardegnaTeatro, Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro di Roma, coproduzione Festival d’Automne à Paris / Odéon-Théâtre de l’Europe, in collaborazione con La Chartreuse – Centre national des écritures du spectacle e il sostegno di Angelo Mai e PAV. «La vita ferma», racconta la Calamaro nelle note di regia, è «un racconto che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti. Non la morte dunque, e non il problema del morire e di chi muore, che sappiamo tutti risolversi sotto la misteriosa campana del nulla, che strangola sul nascere ogni comprensione. Ma i morti, il loro modo di esistenza in noi e fuori di noi, la loro frammentata frequentazione interiore e soprattutto il rammendo laborioso del loro ricordo sempre cosi poco all’altezza della persona morta, cosi poco fedele a lei e cosi profondamente reinventato da chi invece vive». Quella elaborata dallo spettacolo è dunque una riflessione aperta sul lutto, la cui elaborazione non è detto sia l’unica soluzione. Anzi, precisa l’autrice, «là dove una certa vulgata psicologizzante di malcerte origini freudiane comanda, esige, impone di assegnare il più velocemente possibile al proprio desiderio un oggetto nuovo per rimpiazzare l’oggetto perso, forse è li che interviene un racconto, anche uno piccolo come questo, a sdoganare il diritto di affermare la tragica e radicale insostituibilità di ogni oggetto d’amore perso, di ogni persona cara scomparsa. Il dramma di pensare o meno ai morti è comunque il dramma di pensiero di chi resta e distribuisce o ritira, senza neanche accorgersene, un esistenza».


Nata a Roma, vissuta molti anni a Montevideo, dà corpo alla propria scrittura scenica in spettacoli come “Medea, tracce, di Euripide” , “Woyzeck” “Guerra”, “Cattivi maestri”, “Tumore, uno spettacolo desolato”, “Magick, autobiografia della vergogna”. Nel 2011 con “L’origine del mondo, ritratto di un interno” ha vinto 3 premi Ubu tra cui quello per il miglior nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica. Nel 2012 vince il Premio Enriquez per regia e drammaturgia.

Informazioni e biglietteria 0521 992044, www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole, biglietti online su www.vivaticket.it.

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