Da tutta la regione per sostenere le vittime di mafia. La manifestazione del 21 marzo organizzata da Libera porta a Parma quest’anno l’onore di essere città della memoria e lotta contro la mafia.
Le strade del centro storico si sono riempite di persone e striscioni, tantissimi i giovani partecipanti, arrivati dopo un prezioso lavoro fatto anche nelle scuole in questi mesi.
Il corteo è partito alle 9 da piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa e ha proseguito all’interno del Parco Ducale, con la delegazione dei familiari delle vittime in testa e i gonfaloni dei Comuni sul Ponte Verdi. Il percorso ha toccato viale Mariotti, Toschi, ponte di Mezzo, via Bixio, via Benassi, piazzale Rondani con sosta la Monumento delle Barricate, ponte Caprazucca, viale Toscanini, strada Mazzini, via Garibaldi, piazzale della Pace, con sosta al monumento del Partigiano, via Cavour, piazza Garibaldi.
In piazza Garibaldi poi la lettura dei nomi delle vittime di mafia, seguito dalle testimonianze di Margherita Asta, famigliare di una vittima. Tantissimi i nomi elencati, come un rosario civile per non farli morire mai.
Per i saluti istituzionali il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e il presidente della Provincia di Parma, Filippo Fritelli, introdotti da Emilia Bennardo, referente Libera Parma, e conclusi da Antonella Micele (coordinatrice regionale di Avviso Pubblico).
“Questo primo giorno di primavera in cui ricordiamo le vittime innocenti delle mafie – ha detto il sindaco Federico Pizzarotti – deve rappresentare una nuova rifioritura del nostro senso di appartenenza allo Stato e alla comunità, attraverso la “semina” di una nuova politica e di un rinnovato impegno delle istituzioni nel contrastare le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale che veda come terrenoprivilegiato le giovani generazioni, perché il futuro ce ne possa far raccogliere i frutti”.
“L’amara riflessione che voglio condividere oggi – ha sottolineato Filippo Fritelli, presidente della Provincia di Parma – è che il dibattito pubblico sulle mafie è in decrescita: noi dobbiamo invece perseguire l’obiettivo contrario e rendere prioritario del nostro quotidiano lavoro di amministratori rialzare la bandiera anti-mafia”.
“I codici e le leggi – ha sottolineato Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna – non sono sufficienti senza una offensiva di carattere culturale, che rappresenta lo strumento più efficace nella lotta a quella che don Ciotti definisce “la mafiosità dei comportamenti”: solo attraverso di essa potrà realizzarsi una idea nuova di comunità fondata sulla rettitudine morale e sull’onestà”.
La mattinata si è conclusa con l’incontro, nella sala di Rappresentanza del Comune di Parma, tra i famigliari delle vittimee il sindaco Federico Pizzarotti, alla presenza dei rappresentanti diLibera ed Avviso Pubblico.
Alle 12, in diretta con Foggia dove si è tenuta la manifestazione nazionale di libera, Don Luigi Ciotti ha tenuto il suo discorsi ai cittadini e ai tanti studenti presenti. Oggi per ricordare le vittime delle mafie ci sono 4000 iniziative in tutto il Paese, perché, come ha sottolineato il presidente dell’associazione, Don Luigi Ciotti, “Il problema non sono le mafie, siamo noi. E’ l’omertà e l’ignoranza”. E’ importante invece “mettere in luce l’esistenza di un’Italia che non si arrende”.
Verità,verità, verità quello che chiede Don Luigi Ciotti agli italiani. “Il 70 per cento deli familiari delle vittime non conosce la verità sulla morte dei loro cari, ma le verità camminano per le strade delle nostre città”, questa l’accusa di Ciotti contro l’omertà.
Sul perchè la manifestazioe si sia tenuta a Foggia, Don Ciotti è chiaro: “Era importante farlo qui perché l’intimidazione è arrivata a un punto tale che la gente paga alla prima richiesta di pizzo, senza bisogno di ritorsioni”.
“Abbiamo bisogno- continua Luigi Ciotti – di una memoria viva, una memoria che si traduca in impegno e in responsabilità. Accanto a chi muore “fuori” non possiamo dimenticare coloro che muoiono “dentro”. Sta a noi non lasciarli soli, perché non diventino vittime a loro volta della nostra indifferenza e rassegnazione. Il nostro paese è in emergenza “civiltà”, è necessario un impegno collettivo per uscire dall’ io e organizzare il noi”.
Nel pomeriggio, dalle ore 14,30, si è svolto, presso la sala del Consiglio comunale di Parma, un seminario, organizzato da Avviso Pubblico, dal titolo “Prevenire e contrastare le mafie e la corruzione in Emilia Romagna. Il testo unico regionale e le buone prassi di Comuni“.
Ha moderato l’incontro l’assessora del Comune di Fidenza Alessia Frangipane, coordinatrice di Avviso Pubblico per la provincia di Parma, e interverranno: Federico Pizzarotti, sindaco di Parma;Antonella Micele, vicesindaca di Casalecchio di Reno; Luigi Lucchi, sindaco di Berceto; Giulia Di Girolamo, consigliera comunale di Bologna; Massimo Mezzetti, assessore Regionale e vicepresidente di Avviso Pubblico.
Nel pomeriggio, negli spazi del WoPa, si è tenuto un approfondimento sul processo Aemilia con i giornalisti Luca Ponzi e Paolo Bonacini.
La giornata del 21 marzo coincide, idealmente, con l’inizio della primavera: dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto l’elenco di circa mille nomi di vittime innocenti delle mafie in un momento che vede la presenza di vedove, figli senza padri, madri e fratelli. Ogni anno partecipano i parenti delle vittime conosciute, quelle il cui nome richiama subito un’emozione forte, ma anche i familiari delle vittime il cui nome dice poco o nulla, nella consapevolezza sia un dovere civile ricordarle tutte.
Dal 2016 per favorire una partecipazione più ampia abbiamo deciso di celebrare un 21 marzo diffuso su tutto il territorio nazionale. Il 1° marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
In occasione della ricorrenza del 21 marzo, Poste Italiane ha emesso due francobolli con la rappresentazione dei volti di Peppino Impastato e Pino Puglisi.