Una sala gremita al Circolo di Lettura di via Melloni per accogliere un ospite di rilievo internazionale, l’astronauta Paolo Nespoli. L’appuntamento di Parma che si è tenuto nella serata del 20 marzo, dopo la mattinata all’Università di Parma, è stato uno degli ultimi impegni in Italia prima di ripartire per Houston, Texas, dove si preparano gli astronauti di ESA, l’european space agency.
Con lui il celebre fumettista parmigiano, Leo Ortolani. L’ultima opera dell’artista infatti vede il superereo meno supereroe di tutti, Rat-Man, seguire il “supereroe” terrestre Paolo Nespoli nel suo viaggio nello spazio. C’è spazio per tutti è stato realizzato da Ortolani e Panini Comics in collaborazione con A.S.I. (Agenzia Spaziale Italiana) e E.S.A. (European Space Agency) e racconta principalmente della vita sulla I.S.S., la Stazione Spaziale Internazionale, progetto lanciato nel 1998 in collaborazione tra vari stati e avente finalità scientifiche.
C’è spazio per tutti è anche il primo fumetto ad aver volato nello spazio. L’astronauta Nespoli ha infatti portato con se la copertina e alcuni estratti dell’opera in anteprima lo scorso ottobre, mentre era in missione fuori dall’orbita terrestre, facendo sperare alla Panini di poter ottenere un guinness world record.
Dopo i saluti del sindaco Federico Pizzarotti, che ha ricordato come il fumetto diventi anche un importante strumento di comunicazione e di divulgazione, l’assessore alla Cultura del Comune di Parma, Michele Guerra, ha moderato il dibattito tra l’astronauta e il padre di Rat-Man. In prima fila anche il presidente della Provincia di Parma, Filippo Fritelli.
Sono interenuti anche il fidentino Tommaso Ghidini, responsabile della sezione di Tecnologia dei materiali all’Agenzia spaziale europea, e Francesco Rea responsabile della comuncazioen di ASI, Agenzia Spaziale Italiana, che ha ricordato come l’Italia sia la sesta forza spaziale e come sia italiano gran parte del lavoro per la realizzazione della prima navicella che è atterrata recentemente su una cometa a 6 miliardi di anni luce dalla Terra. La punta del missile dell’ultima missione con Nespoli e i suoi colleghi a bordo, invece, è stata realizzata da Dallara.
“Costruiamo i razzi che ci portano allo spazio, ma monitoriamo anche costantemente il pianeta. – ha spiegato Tommaso Ghidini di ESA – C’è un solo modo per anticipare alcuni fenomeni e comprenderli ed è dallo spazio. Siamo in grado di anticipare vulvani e terremoti. Comunicazione? Gps, telefonini, tv: tutto è possibile grazie ai satelliti spaziali”.
Un’opera, C’è spazio per tutti, forse tra le più difficili per Ortolani, ha spiegato Paolo Nespoli, “Dietro di me ci sono centinaia di persone, il lavoro della Nasa, dei russi”. “Ortolani è stato piu meticoloso di Nespoli stesso” ha commentato Francesco Rea.
“Chi è Rat-Man? – ha raccontato invece Ortolani rispondendo a quale sia il segreto di questa intesa tra il personaggio immagnario e l’astronauta – Voleva fare il supererore senza super poteri ma ce l’ha fatta lo stesso solo persistendo. Come lui!”. Nespoli ha confessato di aver conosciuto il personaggio di Rat-Man solo per la realizzazione di questo libro ma che rappresenti perfettamente il messaggio che vuole mandare: “Chiunque può andare nello spazio”. “Quando abbiamo pensato a questo libro ci siamo detti, cosa farebbe una persona qualsiasi nello spazio? Cosa farebbe Ortolani nello spazio?”. “Probabilmente vomiterei” ha subito ribattuto il preso in causa. “Non abbiamo lavorato molto in realtà per realizzare questo libro” ha continuato Nespoli nel botta e risposta. “Beh – ha replicato il disegnatore – io mi sono letto tutto il tuo libro sulle tue missioni, che ho poi già dimenticato, ma erano molti dati”.
Un lavoro, infatti, fatto di studio e attenzione per i particolari quello svolto da Leo Ortolani per disegnare queste tavole. “Mi sono guardato tutte le foto degli strumenti e navicelle dal 1998 in poi. Sono partito dalle basi ma mentre scrivevo questo libro era già vecchio da quanto vanno avanti queste tecnologie. Quindi ogni vignetta rappresenta un periodo storico. Ho osservato ogni dettaglio, per colpa del logo di Leonardo ho anche dovuto rifare un sacco di disegni”. Ma Rat-Man sapeva di essere nello spazio? “Nei suoi occhi c’è sempre la sua inconsapevolezza di sapere dove sia. Quando vede il razzo per lo spazio, infatti, dice “speriamo non cambi a Bologna”.
Nespoli ha poi raccontato il lungo lavoro di preparazione prima di volare: “Ci sono voluti 9 anni di addestramento prima di ottenere una missione nello spazio. Poi un altro anno e mezzo per volare. Questo perché quando sei in orbita devi essere tutta la forza lavoro: idraulico, meccanico ecc…”. “Senza gravità devi rimparare a camminare, respirare a rifare tutte le cose, ma quando ci riesci è la cosa piu bella. Anche bere le prime volte sembra di annegare. Ci mettiamo dalle 4 alle 6 settimane per diventare extraterrestri ma vedere la terra da lassù ti cambia la prospettiva di vita”. Quando si riatterra però, “ti sembra un viaggio medievale, come disse un mio collega. Una serie di eventi catastrofici finché poi non impatti sul suolo che, come dice Ortolani, sembra uno scontro frontale di un’utilitaria contro un Tir in autostrada, e tu sei sull’utilitaria ma viene comunque definito in gergo tecnico un “atterraggio morbido”. Quanto atterri arrivano e ti coprono con una semplice coperta ma che a te sembra essere di piombo. Ogni cosa è pesante. Dopo mezz’ora puoi scendere dalla navicella ma a te sembra che qualcuno ti stia mandando la testa sottosopra, visto che l’apparato vestibolare non aveva più dovuto funzionare durante il volo. Ho trovato un forte senso di oppressione nel tornare ma poi ci son le cose belle che ti sono mancate sulla Terra, l’odore dell’aria pulita che lassù manca, l’odore della neve”.
A stupire Paolo Nespoli le tante domande dei bambini presenti che con curiosità tecnica hanno chiesto i dettagli del funzionamento della navicella e dei pannelli solari che la alimentano: “Ma cosa date da mangiare ai bambini a Parma?”.
L’astronauta Nespoli ha poi regalato al sindaco Federico Pizzarotti e a Parma una targa del progetto VITA (Vitality, Innovation, Technology, Ability) dell’ESA con la speranza che venga esposto nel palazzo municipale.
(AriBe)