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21 marzo- Le storie dei paladini di Francia raccontate da Mimmo Cuticchio a Palazzo del Governatore

Mercoledì 21 marzo,  ore 17 – Palazzo del Governatore

 

Presentazione del volume “Alle armi, cavalieri!

Le storie dei paladini di Francia raccontate da Mimmo Cuticchio”

alla presenza dell’autore e dell’illustratrice Tania Giordano.

Per la prima volta in un libro tutte le storie dell’Opera dei pupi.

Parma, 19 marzo 2018 – Nell’ambito della residenza artistica di Mimmo Cuticchio a Parma, mercoledì 21 marzo alle ore 17 il maestro oprante e cuntista, attento interprete della tradizione palermitana dell’Opera dei Pupi, presenterà a Palazzo del Governatore il volume “Alle armi, cavalieri! Le storie dei paladini di Francia raccontate da Mimmo Cuticchio” recentemente uscito per Donzelli Editore.

Il libro raccoglie più di 100 storie, illustrate dalle tavole di Tania Giordano che da vent’anni realizza manifesti, pitture, scene e costumi per la Compagnia Figli d’arte Cuticchio.

A dialogare con l’autore e l’illustratrice sarà il professor Luigi Allegri, docente di Storia del teatro e dello spettacolo dell’Università di Parma.

 

L’incontro è aperto al pubblico gratuitamente fino ad esaurimento dei posti disponibili.

«Nato e cresciuto tra i pupi e in una famiglia di teatranti girovaghi, – racconta Mimmo Cuticchio – ho imparato a vivere fianco a fianco con personaggi immaginari, come se fossero reali e in carne e ossa. Ogni sera, nel teatrino, andava in scena una puntata diversa della Storia dei paladini di Francia, proprio come diverse erano le storie del nostro quotidiano; e quando durante il giorno c’era da risistemare o ripulire i pupi, era normale per noi chiamarli per nome, come si fa con un amico o un parente. Eravamo sette figli e insieme a mio padre, mia madre e ai nostri trecento pupi costituivamo una specie di famiglia allargata, dove lo zio o il nonno di Orlando e Rinaldo erano anche per noi bambini uno zio e un nonno. Quando poi mi capitava di andare con mio padre a trovare i suoi amici cuntisti – come si chiamano in siciliano i contastorie che da sempre raccontano il ciclo dei paladini – io seguivo rapito le loro voci, e i personaggi che evocavano mi sembravano vivi e presenti proprio come quando nell’Opera dei pupi li guardavo muoversi sul palcoscenico. […]Divenuto grande, ho cominciato a vestire io stesso i panni del cuntista e ancora oggi, con i pupi e il cunto, continuo a raccontare queste storie antiche, tramandatemi oralmente.

Quando ho deciso di raccoglierle in un libro, la strada maestra è stata di lasciare scorrere la penna all’inseguimento dei personaggi nelle loro avventure. La sfida che mi si è presentata è stata di suscitare l’immaginazione del lettore come se ascoltasse il mio cunto dal vivo. Questa è la prima volta che un lunghissimo ciclo passato di bocca in bocca, di generazione in generazione, si fissa sulla pagina scritta, e il mio intento è stato di conservarne l’originaria impronta orale. […]Cervantes, nel suo Don Chisciotte, salva dal rogo dei libri l’Orlando furioso purché venga letto ad alta voce, così io mi auguro che un giorno un giovane appassionato di questi racconti, leggendo il mio libro, possa fare suoi questi cunti e reinterpretarli con nuova voce».

Durante l’incontro sarà allestito un bookshop a cura della Libreria Piccoli Labirinti di Parma.

 

Mimmo Cuticchio

Mimmo Cuticchio, erede diretto e attento interprete della tradizione palermitana dell’Opera dei pupi, ha saputo innovare un’arte che sembrava destinata a inesorabile decadenza, diventando una delle voci più autorevoli del teatro italiano contemporaneo. Raccolta l’eredità del padre Giacomo, che aveva aperto a Palermo il suo primo teatro di pupi nel 1933, Cuticchio comincia negli anni settanta l’attività di puparo e oprante con i suoi spettacoli itineranti. Nel 1977 dà vita all’Associazione Figli d’arte Cuticchio e insieme alla cura per l’arte antica del cunto – il racconto orale delle gesta dei paladini – inizia quel lavoro tenace di reinvenzione di una tradizione che contribuirà al riconoscimento conferito dall’Unesco all’Opera dei pupi come parte del Patrimonio orale e immateriale dell’umanità.

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