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8 Marzo- Non solo festa delle donne ma sensibilizzazione: “Iniziare dall’asilo per insegnare il rispetto”. E “Non una di meno” tappezza Venezia di frasi shock

di Titti Duimio

Messaggi con frasi sulle donne sono apparsi sui muri di Venezia in questi giorni che precedono l’8 Marzo, storica giornata dedicata al femminile in tutto il mondo.
Frasi provocatorie, luoghi comuni come ‘Ma va lá che le piace’ oppure ‘Brava non è, avrà altre doti’ che la sezione locale del movimento ‘Non una di meno’ ha voluto spargere per la città “dopo che le urne hanno premiato chi del razzismo, del sessismo e dell’omofobia ha fatto una bandiera” spiegano sulla loro pagina Facebook.

“Un’iniziativa controversa e quindi molto utile-dice Samuela Frigeri, avvocatessa e presidente del Centro Anti Violenza di Parma-attira l’attenzione di tutti i cittadini e non soltanto delle donne come spesso succede per gli eventi legati all’8 Marzo che temo abbiano fatto perdere un po’ il senso del progetto rendendo la ricorrenza quasi un’abitudine. Provocare vuol dire suscitare un dibattito e quindi affrontare il problema anche tra persone che forse mai l’avrebbero fatto.
L’8 Marzo non è solo una festa ma un momento di riflessione sul ruolo femminile all’interno della nostra società e se l’iniziativa di Venezia ha suscitato tanta curiosità vuol dire che è riuscita nell’intento.”

Puntualmente come ogni anno sono stati pubblicati dal Coordinamento dei Centri Anti Violenza dell’Emilia Romagna i dati sulle donne vittime di soprusi che si sono rivolte ai Centri nella nostra regione, e come ogni anno si registra un aumento del fenomeno in tutti i capoluoghi. Circa 4000 richieste d’aiuto con un incremento del 5,6% rispetto all’anno precedente.
Parma rispetta il trend e per il 2017 ha registrato 310 casi “e sfatiamo la credenza diffusa che il fenomeno riguardi ‘qualcun’altra’ come spesso si sente dire, il 65% delle donne che si rivolgono a noi sono italiane, parmigiane e solo il 35% invece straniere” sottolinea la presidente Frigeri e aggiunge “spesso si tratta di professioniste, lavoratrici perfettamente inserite nel tessuto sociale della città e non sacche di subcultura ai margini come molti pensano”

Un fenomeno trasversale, quindi, che colpisce donne di ogni ordine e grado e che mette in luce il problema sotto un’ottica non esclusivamente femminile o maschile ma di rilievo sociale. “Un’educazione alle relazioni e al rispetto è indispensabile e con il Centro di Parma abbiamo messo in pratica una serie di iniziative nelle scuole per ‘insegnare’ il corretto rapporto tra uomo e donna a partire dagli asili dove si forma il concetto di relazione, prima ancora che nelle scuole superiori dove è già più difficile correggere le storture assorbite in famiglia o nei gruppi di appartenenza.”

Rispetto, ascolto e accettazione del rifiuto in un momento storico in cui pare che i codici di comportamento siano dettati dall’assenza di dialogo e da episodi di rabbia incontrollata davanti al rifiuto percepito come fallimento; violenza e soprusi in nome di un abusato concetto di amore che nulla c’entra in realtà con il nobile sentimento ma piuttosto con il possesso e la bassa autostima di chi prova a dominare con la forza quello che non sa gestire con le parole.

“Esistono segnali inequivocabili che preannunciano una relazione a rischio di soprusi che spesso le donne non ascoltano, o non vogliono ammettere in nome di un amore idealizzato che sembra solo esagerato ma che amore proprio non è.
Il non-amore si riconosce tutte le volte che c’è un controllo ossessivo, quando subentra lo svilimento della persona, l’insulto e le vessazioni, la gelosia morbosa che non e’ mai un sintomo d’affetto ma di possesso e controllo e infine mai sottovalutare gesti d’ira che nascondono sempre un problema di gestione della rabbia facilmente degenerabile.” avverte la presidente del Centro Anti Violenza di Parma.

Ma le violenze sulle donne non sono solo fisiche ma anche psichiche ed economiche e fin quando non sarà completamente debellato il luogo comune di donna-madre-moglie ovunque e non sarà loro riconosciuto il diritto alle pari opportunità, difficilmente si potrà parlare di società evoluta in equilibrio e di problema risolto.
Il concetto di ‘insieme’ e non una somma di individualismi e’ diventato un concetto femminile e la festa dell’8 marzo e’ un esempio di quanto sia indispensabile sentirsi parte di un progetto comune di miglioramento sociale per smuovere il cambiamento.

“Oltre alla celebrazione di noi stesse è indispensabile contaminare la comunità con pensieri e riflessioni che arrivino a tutti e non solo a chi è già consapevole e per questo ben vengano le iniziative tipo Venezia che anche noi a Parma intendiamo proporre. Il ruolo femminile non può essere ricordato solo nella giornata a noi dedicata ma deve cominciare ad essere riconosciuto a tutti i livelli dal privato al pubblico-prosegue Samuela Frigeri-raggiungere chiunque per sgretolare luoghi comuni e modelli famigliari sbagliati che vedono le donne in ruoli stereotipati deve essere il nostro scopo. La violenza si combatte insieme ogni giorno”

 

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