I 21 quadri di Modigliani esposti nel marzo scorso a Palazzo Ducale di Genova sono stati sequestrati dopo l’esposto dell’esperto toscano Carlo Pepi che li ritiene tutti falsi. Originale invece sarebbe uno dei disegni sequestrato.
Palazzo Ducale rende noto di essere “parte fortemente lesa” nella vicenda. La procura sequestrò nel luglio scorso 21 opere esposte. Tre gli indagati tra cui il curatore della mostra Rudy Chiappini.
“Se le perizie relative all’esame sui pigmenti confermassero il giudizio negativo della perizia depositata il consiglio direttivo della Fondazione Palazzo Ducale deciderà quali iniziative intraprendere” – questa la prima reazione alle indiscrezioni sulla falsità delle opere.
Il perito Isabella Quattrocchi avrebbe scritto nella perizia depositata in procura che le tele esaminate sono state “grossolanamente falsificate” sia “nel tratto che nel pigmento”. Le cornici sono “provenienti da paesi dell’est europeo e dagli Stati Uniti, per nulla ricollegabile ne come contesto ne come periodo storico a Modigliani”.
Le tele sequestrate a Palazzo Ducale durante la mostra su Modigliani e dopo i dubbi espressi da alcuni esperti d’arte toscani come Carlo Pepi sono ancora sotto custodia nel caveau del Nucleo Tutela patrimonio artistico dei Carabinieri. Le opere sequestrate sono 21: la Testa scultorea, 1910-11, disegno a matita grassa su carta, la Cariatide Rossa/Gli sposi, del 1913, olio su tela, il Ritratto di Moricand, del 1915, olio su tela, il Ritratto di Jean Cocteau del 1916, disegno a matita su carta, il Ritratto di Cham Soutine del 1917, olio su tela, la Cariatide à genoux, del 1913 circa, matita e gouache su carta, il Nudo seduto del 1913-1914, matita e acquarello blu su carta, la Cariatide del 1914, tempera su carta, il Nudo disteso (Ritratto di Cèline Howard) del 1918 circa, olio su tela, il Ritratto di Mose Kisling del 1916, disegno a matita su carta, la Testa di donna del 1917, olio su tela, la Testa di donna dai capelli rossi del 1915, olio su tela, la Donna seduta del 1916, disegno a matita su carta, il Ritratto femminile (La femme aux macarons) del 1917, olio su tela e il Ritratto di Maria, 1918 circa, olio su cartone.
Tra i dipinti sequestrati anche quelli attribuiti a Moise Kisling, dopo che l’esperto Marc Ottavi, catalogatore ufficiale dell’opera del pittore polacco, ne aveva dichiarato la falsità. Le opere sono Madame Hanka Zborowska nell’atelier, 1912 circa, olio su tela; due L’atelier, 1918 circa, olio su tela; Natura morta con ritratto, 1918 circa, olio su tela; Giovane donna seduta, Kiki, 1924 – 26 circa, olio su tela; Grande nudo disteso (Portrait d’Ingrid), 1929-1932 circa olio su tela.