Da una parte la Camera di San Paolo, che finalmente rimarrà aperta la domenica e nei pomeriggi, dal primo gennaio. Dall’altra, il Castello di Torrechiara, che aprirà solo il mattino, dal lunedì al sabato, per “prestare” il personale alla Camera di San Paolo per consentirne l’apertura.
In mezzo, il polo museale che ha la coperta troppo corta, e deve togliere ad un plesso che da gennaio ha ricevuto oltre 72mila visitatori, cifra record, il personale, per garantire l’apertura di un’altra eccellenza cittadina. Mentre l’amministrazione di Torrechiara protesta ha scritto al ministro Franceschini per scongiurare le riduzioni di orario, è montata la polemica.
Non ci sarà un “nonno Auser”, uno studente di storia dell’arte o un richiedente asilo, magari di quelli arrestati per spaccio nei poco lontani giardini di San Paolo, da adibire all’apertura della camera, senza sacrificare altri monumenti?
La decisione è stata presa dai vertici del polo museale dell’Emilia Romagna. I cittadini però non ci stanno e per manifestare contro la decisione hanno organizzato, nella prima domenica del nuovo anno, avvolti in una fitta nebbia, una visita esclusiva alla fortezza attraverso il sentiero nel bosco delle Favole scoprendo quello che una volta era l’ingresso principale della fortezza. L’escursione, a cui hanno alcuni hanno partecipato in abiti medievali, è stata organizzata dall’associazione Val Parma.