di Lucia De Ioanna
Nell’ambito della rassegna “Il rumore del lutto”, lo spettacolo-presentazione di “Mamorì”, libro d’artista di Elisa Frascà, con illustrazioni di Elena Dall’Aglio, è occasione per pensare il tema della fine e le forme attraverso le quali è possibile parlarne a bambini e ragazzi.
All’ingresso della libreria di borgo Regale, Elisa Frascà accoglie gli spettatori di quello che sarà un breve e intenso percorso di teatro-sensoriale raccontando la scintilla occasionale che ha dato l’avvio alla realizzazione dell’opera: Luca è un bambino che vuole evitare un appuntamento dallo psicologo. Nel percorso che lo porta all’incontro, Luca osserva i passanti e inventa su di loro una sorta di breve, fulminante racconto, costruito legando assieme la percezione di un attimo di vita e la fine, inevitabile, di quella stessa vita: “c’era un signore che fischiettava pedalando, ma morì”.
“E quella vecchietta tutta elegante col cagnolino?” “C’era un’anziana signora che guardava le vetrine del centro col suo cane…ma morì”.
Il carattere di ripetizione del gioco allegerisce i timori di Luca: come osserva Luisa Romei, psicologa e counselor, nella prefazione, “sapere che ogni situazione si caratterizza con la ‘chiusura’ fa nascere un pensiero di liberazione”. Lo scopo di questo libro è quello di “trasformare ciò che spaventa di più in qualcosa di possibile, di narrabile”. E di propriamente raffigurabile nel momento in cui “le illustrazioni disegnate da Elena hanno la capacità di suscitare emozioni, sensazioni, ricordi, identificazioni”.
Un libro che vuole essere strumento per aiutare i lettori più giovani a dare una forma al dolore della perdita, della fine, non necessariamente legata alla esperienza della morte, educando all’espressione emotiva del dolore.
E così gli spettatori vengono condotti, a piccoli gruppi, lungo un percorso le cui fermate sono costellate di simboli scomodi, ominosi quanto inevitabili, rispetto ai quali non è possibile ricorrere a facili distrazioni: una sfida a tris giocata con delle uova una delle quali viene gettata via, mettendo fine, imprevedibilmente, alla partita; dentro una scatola laccata di nero, sulla quale sono dipinti un ramo di pesco ed una farfalla, richiami ad una condizione di effimera bellezza, c’è una forbice: chi, tra gli spettatori, sa recidere uno dei fili che ha di fronte? Un dialogo muto, nella terza sosta, con i volti di uomini e donne che hanno vissuto con intensità, coraggio e passione la loro esistenza: certo, anche loro sono morti, ma forse un po’ meno di chi spreca il presente nella futilità di obiettivi vuoti; ultima tappa di questo percorso, condotto da attori del Teatro Tocco: bendati si riceve una frase, tratta dalle pagine del libro, e, sul palmo della mano, una leggera polvere talcata che nel profumo riporta all’infanzia, all’inizio ma anche, nello sesso tempo, nello stesso gesto, alla fine ed allo svanire necessario di tutto. E questo sembra essere il segreto di un piccolo libro dalla copertina di un giallo squillante, che, a fine percorso, viene impreziosito da un disegno-dedica della giovane illustratrice: illuminare l’immagine di un istante di vita, di un attimo che brilla e che è destinato a non tornare, sapientemente raffigurato dalla talentuosa Elena Dall’Aglio, avvertendoci, attraverso una ripetizione che ha carattere rituale e poetico, del fatto che quell’uomo, quella donna, quel medico, quella cantante, ognuno di loro è vissuto, bene o male, eroicamente o banalmente, di ideali o di buoni sconto da ritagliare, lasciando tracce e ricordi più o meno marcati, più o meno necessari, cambiando la storia o subendola: ognuno di loro, in qualche modo, è vissuto, mamorì.
Un libro che ha il coraggio di andare controcorrente, mettendo la prua nella direzione dell’ultimo orizzonte, unico modo, forse, per tornare ad avvertire il carattere di unicità di ogni istante in cui ci accade di essere al mondo.
Elisa Frascà
Mamorì
illustrazioni di Elena Dall’Aglio
Atene del Canavese Editore
10 euro