di Titti Duimio
Dopo un breve saluto dell’assessore alla cultura Michele Guerra si e’ tenuta martedi’ 31 ottobre nell’Aula Magna dell’Universita’ di Parma il primo appuntamento della rassegna ‘Il rumore del lutto’, un viaggio tra i significati del fine vita giunta ormai all’undicesima edizione.
‘Aspettami al ponte dell’arcobaleno. Etica, diritti, ambiente, fine vita e lutto per gli animali’ questo il titolo del convegno a cura della Prof.ssa Maria Cristina Ossiprandi docente del Master in Death Study dell’Universita’ di Padova che ha ripercorso le tappe fondamentali per il riconoscimento sotto l’aspetto etico, antropologico e giuridico dell’animale domestico e del ruolo affettivo all’interno del nucleo familiare.
Ideata e curata da Maria Angela Gelati tanatologa e Marco Pipitone esperto di fotografia, la rassegna nel 2007 apri’ con un solo evento dedicato a Pierpaolo Pasolini e oggi comprende oltre 70 eventi e conferenze sul tema spinoso e spesso rifiutato della morte come compagna di vita, un tentativo riuscito di parlare del dolore del lutto e imparare a conoscerlo per accettarlo come parte integrante della vita stessa.
“Abbiamo voluto far interagire varie discipline che hanno indagato la morte per rendere piu’ completa la commemorazione dei defunti che si celebra in questi giorni. Due approcci differenti: il mio da tanatologa piu’ vicina al mondo degli operatori che gestiscono la tematica del fine vita e Marco Pipitone con una visione artistica umanistica del tema che hanno prodotto una rassegna che spazia dal mondo scientifico a quello rappresentativo passando per quello giuridico ed etico” cosi’ racconta la nascita del progetto Maria Angela Gelati.
“Nei tempi moderni si e’ tentato di rimuovere il concetto di morte dal racconto della vita, forse anche per i grandi successi medici che hanno spostato l’eta’ media sempre piu’ in alto e hanno immaginato la morte come una sconfitta del progresso invece che parte integrante della vita stessa. Cio’ ci ha resi piu’ deboli sull’argomento e ci ha portato a separare due parti inseparabili che noi vorremmo tentare di avvicinare. Ci sono progetti anche con i piu’ giovani che vedono la morte attraverso la spettacolarizzazione mediatica e non ne percepiscono in toto il significato fino a sfidarla e a giocare con essa” conclude la tanatologa curatrice della rassegna.
La giornata inaugurale si e’ conclusa all’Antica Farmacia San Filippo Neri in vicolo san Tiburzio dove l’artista Enrico Azzolini ha esposto la sua produzione dal titolo ‘Ogni sua ombra’ curata da Camilla Mineo di Cubo Gallery.
“La mia poetica e’ il divenire-spiega l’artista- e la mia ricerca parte da dettagli anatomici che si ricompongono sulla carta con processi tecnici lunghi ed elaborati. Sovrapposizioni di colore,in cui domina il rosso, che danno la sensazione di profondita’ di un processo creativo che trasforma il soggetto diventando altro. Mi affascinano le grandi dimensioni e sperimento percorsi di composizione con olio su carta e resine lucide per esaltare il risultato cromatico”
Volti e soggetti che escono deformati dal processo di un’umana alchimia che confonde l’oggetto originario in un mondo sospeso e impalpabile come se il tempo ne avesse sfilato l’essenza sfidando l’assenza. Sguardi che puntano un altrove come suggerimenti soltanto intuiti in una dimensione che sembra non appartenere piu’.
Alla mostra e’ seguito il Dj set a cura di Laboteck.