LITTORAL
di Wajdi Mouawad
traduzione Giulia Pizzimenti
con Davide Gagliardini, Silvia Lamboglia, Luca Nucera, Gian Marco Pellecchia, Giulia Pizzimenti
Massimiliano Sbarsi, Emanuele Vezzoli
scene Mario Fontanini
luci Luca Bronzo
regia Vincenzo Picone
assistente alla regia Mattia De Luca
produzione Fondazione Teatro Due
L’eredità dei nostri padri, uno dei temi fondanti di ogni società, ovvero il rapporto tra Tradizione e Innovazione, tra Padri e Figli, tra Passato e Futuro; l’eredità di quel Padre che rappresenta la responsabilità dello stare nel mondo, la linea guida, la direzione da intraprendere. Ma quale è oggi questa direzione? Che mondo ci hanno consegnato i nostri Padri? Quali sono le nostre responsabilità rispetto al domani?
Domande vibranti che lacerano le coscienze e che attraversano la creazione letteraria e teatrale fin dagli albori.
È questo il nucleo palpitante della nuova produzione di Fondazione Teatro Due, Littoral di Wajdi Mouawad, messo in scena da Vincenzo Picone in Prima Nazionale a Teatro Due il 4 novembre alle ore 20.30 (in replica il 5 novembre alle ore 16, l’ 11 novembre alle ore 20.30 e il 12 novembre 2017 alle ore 16.00).
Wajdi Mouawad è uno degli autori più interessanti della nuova drammaturgia europea. Nato in Libano nel 1968, si è trasferito in Francia e poi in Quebec, prima di ritornare convertito in drammaturgo di successo in Europa. Artista poliedrico, Mouawad è al contempo scrittore, drammaturgo, regista e attore; in Canada e in Francia, dove è stato nominato Chevalier de l’Ordre National des Arts et des Lettres, è considerato uno degli autori di teatro contemporaneo più importanti degli ultimi anni. Il suo testo Incendies è stato riadattato nel film La donna che canta del cineasta Denis Villeneuve, ottenendo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2011. E dal 2016 è direttore di uno dei maggiori teatri nazionali parigini, il Théâtre La Colline.
Questi brevi e incompleti cenni biografici sottolineano la straordinarietà di una figura artistica ancora troppo poco conosciuta – e finora mai rappresentata – in Italia e ora finalmente tradotta e messa in scena per la prima volta dal Teatro Due di Parma, anche grazie all’appassionato studio del regista Vincenzo Picone.
Littoral (1997), insieme a Incendies e Forêt forma la trilogia Le sang des promesses che ha come centro nevralgico il tema dell’Eredità.
Wilfrid è il giovane protagonista di un viaggio di ricerca e di formazione, un’ odissea necessariamente dolorosa che vede il suo principio con l’inaspettato compito di seppellire il corpo di un padre mai conosciuto. Inizia da qui un percorso ironico, grottesco e a volte surreale in cui Wilfrid si muove nei meandri della sua memoria accompagnato da un fantomatico cavaliere – memoria della sua infanzia perduta – da una troupe cinematografica, che continuamente interrompe la sua ricerca cercando di fissare i suoi ricordi in un montaggio filmico, e dallo stesso padre ormai defunto che lo accompagna verso il luogo della sepoltura, la terra natia dei suoi avi.
Qui, in un luogo abbandonato e distrutto dalla guerra Wilfrid incontra altri ragazzi come lui, altri giovani che hanno perso il Padre e che per diventare gli uomini di domani devono fare i conti col proprio passato, con la propria infanzia, con le proprie origini.
Attorno al protagonista di Littoral ruotano tre personaggi fondamentali della letteratura e del teatro occidentali: Edipo, Amleto, e Il principe Myškin de L’Idiota. Tutti personaggi giovani che portano sulle spalle, più o meno consapevolmente, il peso dell’Eredità. Il loro rapporto col Padre sostanzia tutta la loro ricerca e determina le loro azioni.
Un gruppo di attori molto giovani, Davide Gagliardini, Silvia Lamboglia, Luca Nucera, Gian Marco Pellecchia, Giulia Pizzimenti, giocano tutto il testo dividendosi di volta in volta il percorso di Wilfrid, come se il suo processo di ricerca e di cambiamento fosse quello di tutta una generazione. Attorno a questi aleggia la presenza di un personaggio onirico (Emanuele Vezzoli) che accompagna Wilfrid e rappresenta il suo legame con l’infanzia, e il Padre defunto che è cadavere ma anche memoria personale e storica (Massimiliano Sbarsi), in cerca di essere perdonato e di una degna sepoltura.
Vincenzo Picone, regista siciliano che da anni esplora il teatro come campo di indagine pedagogica, ha già incontrato la drammaturgia di Wajdi Mouawad ispirando liberamente alla sua produzione Prof., cosa vuol dire essere vivi?, una classroom play – cioè uno spettacolo immaginato per essere rappresentato a scuola, dentro le classi – che ha come centro d’interesse il tumultuoso mondo dell’adolescenza con tutte le sue contraddizioni e le sempre più attuali problematiche legate al conflitto generazionale. Nell’arco della scorsa stagione Prof., cosa vuol dire essere vivi? è diventato un piccolo-grande fenomeno fra le scuole di Parma, sorprendendo per la potenza delle reazioni emotive ed intellettuali dei giovani spettatori.
Dopo Hikikomori di Holger Shober, con Littoral Vincenzo Picone prosegue con Fondazione Teatro Due nel percorso che mette le nuove generazioni e le problematiche del loro mondo al centro di una riflessione teatrale, creando una sana opportunità di riflessione su quello che accade oggi.
Nel 1998 Littoral trionfa al XV Festival International des Francophonies de Limoges e, nel 1999, al Festival di Avignon. Per Littoral Mouawad nel 2015 ha ricevuto il premio Molière come migliore autore francese vivente, premio che ha rifiutato per protestare contro l’indifferenza dei direttori dei teatri verso la creazione contemporanea.
Informazioni e biglietteria: [email protected] – Tel. 0521.230242 – www.teatrodue.org