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Orizzonti: inaugura la mostra di Stefania Guidastri alla Galleria Sant’Andrea

Sabato 28 ottobre apre presso la Galleria S.Andrea la mostra personale di dipinti di Stefania Guidastri dal titolo Orizzonti Naturali. Come spiega Stefania Provinciali nel catalogo della mostra: “Orizzonti e natura sono elementi chiave per una prima lettura delle opere di Stefania Guidastri pittrice che, dopo un lungo silenzio, torna ad esporre presentando la produzione recente. Opere che non si discostano a prima vista dal percorso avviato agli inizi del 2000, anzi, lo consolidano con uno sguardo sempre più attento alle primordiali passioni: il gesto pittorico, il colore, i grandi spazi di natura. Orizzonti e natura sono, infatti, elementi di per sé distintivi del paesaggio, colto attraverso alcune essenziali coordinate visive e mentali che sintetizzano una visione personale e profonda, dove il tema del paesaggio nella sua continuità si apre al presente, sul filo di una consequenzialità col passato fatta di combinazioni di colore, di invenzioni materiche capaci di rendere nuova creatività all’impianto pittorico che, pur perdendo la primaria gestualità, si abbandona ad una visione fluida del colore, dettata da una capacità di far vivere la materia seguendo un pensiero immediato, colorato di emozioni.(…).” E prosegue ancora evidenziando quanto il titolo sia esemplificativo di “una natura pur interpretata che si apre al piacere del racconto là dove diviene padrona della scena. Ecco allora i grandi fiori, quasi ad altezza d’uomo che sono protagonisti con le fitte foglie, i petali, i colori reali volti a suggerire pagine di pittura.

Ma il gesto è lì, in agguato, e se la riconoscibilità dell’oggetto appare tanto palese, subito si fa strada la certezza che la “pittura d’azione” di Stefania Guidastri rimane strettamente legata ad una visione d’origine, a quel gesto che fa del paesaggio e della natura gli elementi rappresentativi della visione interiore.

Si può allora affermare che, pur nella modernità d’azione, questa pittura si avvicina maggiormente ad una pacatezza padana fatta di ombre e di luce, di abbandoni ad una terra sommersa da nebbie e calure, da ricordi e pensieri.

E’ così che le colature diventano arbusti sottili, si aprono per diventare fiore, macchia all’orizzonte; si perdono nell’ampiezza di un orizzonte piano per filtrare gli effetti del colore che va a tratti componendosi, a tratti sfumando. Pollock, De Kooning e gli altri appaiono allora lontani, “maestri” di una passione per il gesto e il colore”.

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