di Titti Duimio
‘Materia, colore e forme’ come espressione di sentimento degli artisti emiliani Claudio Barabaschi, Paolo Bottioni e Massimo Violi e’ il titolo della mostra inaugurata sabato 14 ottobre negli spazi dell’ex chiesa di Sant’Andrea di via Cavestro.
Colore che prende il sopravvento e si fa materia per Paolo Bottioni, pittore parmigiano gia’ allievo del maestro Alfredo Chiapponi, equilibri quasi geometrici disposti attorno all’emozione principale sfruttando il simbolo cromatico come perno di una storia in bilico tra il personale e la realta’.
Il racconto e’ sempre un paesaggio, un orizzonte a volte descritto a volte annunciato, tra forme naturali di cui coglie l’essenza fino a citarne l’idea arrivando all’astratto poetico in cui il colore ha il potere evocativo di una parola imparata a memoria.
Conosce la storia dell’arte Bottioni e cita,rivisitandone il pensiero. di Cezanne e di Gauguin e le avanguardie del ‘900 italiano, inventando un nuovo linguaggio in cui il colore dialoga con lo spettatore attraverso il perfetto equilibrio di un’emozione rassicurante.
Materia pesante che nelle sue mani vola, invece quella di Claudio Barabaschi, imprenditore e scultore, che usa ferro e marmo per scolpire aforismi e li rende leggeri come pensieri positivi, usa il colore come nota di vita, come traccia e presenza umana in mezzo a forme fantastiche e surreali che tendono sempre alla verticalita’. Un mondo ipotetico e ironico quello di Barabaschi che descrive sempre le sue opere con una didascalia personale per non dimenticare mai la presenza della mano umana nella citazione di un pensiero che poi cosi’ astratto non e’.
Materia aggiunta e corposa per dare spessore al discorso quella usata da Massimo Violi, quasi sculture i suoi quadri, stati d’animo rapidi fissati su tela in cui il tema accennato sembra quasi un pretesto per raccontare fatti, per fissare idee concrete.
Lo spessore lo aggiunge con materiali diversi come gesso, stoffa o carta che prendono vita attraverso il colore che semplifica e amplifica la percezione con note vivaci a volte metalliche, leggere e utili come l’accento di alcune parole in una frase indispensabile.
Materie, colore e forme ovvero liberta’, come spiega Annalisa Mombelli curatrice della mostra, interpretazioni di sensazioni personali che tradiscono, in tutti e tre gli artisti, una centralita’ umana e una volonta’ positiva per soluzioni contemporanee, un nuovo Umanesimo di consapevolezza che unisce i tre linguaggi differenti in un trionfo di vita e di entusiasmo contagioso.
Paolo Bottioni nasce a Parma il 17 giugno 1944 dove attualmente vive e lavora; inizia a dipingere come autodidatta verso la fine degli anni sessanta con lavori dedicati prevalentemente al paesaggio e alla natura morta. Nel 1975 frequenta il circolo culturale “La Pilotta”, dove conosce il pittore Alfredo Chiapponi che diventerà suo maestro d’arte determinando una crescita culturale ed artistica costante. Il periodo che va dal 1975 al 1985 è fecondo di mostre (collettive e personali), ed è nutrita la partecipazione a vari concorsi nazionali ed internazionali.
In seguito in Bottioni, spirito inquieto, cresce il desiderio di capire e conoscere in modo profondo l’arte contemporanea e nel 1984 si iscrive all’ Università di Bologna dove si laurea al DAMS.
Nel 1992, presso “le stanze del S. Paolo”, con la personale dedicata alla sua Parma, con ben 38 opere, ottiene un ampio consenso di pubblico e di critica. Altre collettive e personali accompagneranno la sua costante evoluzione pittorica che lo porterà nel 2004 alla sua attuale, felice, fase astratta-informale.
Claudio Barabaschi è nato a Castell’Arquato (Pc) nel 1945, sebbene la sua forma scolastica e lavorativa sia prettamente tecnica la passione per l’arte si è sviluppata continuamente negli anni. I corsi di scultura con il Prof. Pompili e di pittura con la Proff.sa Somacher che hanno collaborato ad affinare la sua tecnica e le sue qualità espressive. Sono passati 15 anni dalle prime esposizioni. L’attività di imprenditore e progettista nel settore acustico lo ha sempre impegnato moltissimo ma ciò nonostante prosegue il suo personale percorso di ricerca artistica.
Massimo Violi nato nel ’53 si avvicina all’arte restaurando un’antica cassapanca di cui ammira le inserzioni floreali. Affascinato dal colore inizia a sperimentare da autodidatta l’abbinamento cromatico fino a frequentare la bottega del pittore Enzo Rabboni imparando i piani di colore. Affascinato dalle opere di Burri e dal materico Mattioli scegli la strada dell’informale con materia con convinzione affinando ricerche stilistiche del tutto personali.
La mostra rimarra’ aperta dal 14 al 26 ottobre 2017
Orari ad ingresso libero: da martedì a sabato 10-12 e 16-19; domenica 16-19; lunedì chiusura