di Titti Duimio
‘L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo’
Questa la definizione di cultura dell’enciclopedia Treccani. Cultura non e’ solo nozioni e sapere didascalico ma anche civilta’ e rispetto degli individui.
Tutti gli individui, anche quelli che questo rispetto non l’hanno dimostrato e che hanno violato leggi e commesso reati e per questo privati della loro libertà’ personale.
Il carcere come luogo educativo e non solo punitivo, come momento di confronto e di riconoscimento della dignita’ dell’essere umano al di la’ delle azioni commesse, un atto di coraggio da parte di una societa’ solida che tenta di migliorarsi senza ignorare gli errori e gli orrori che la circondano, un momento di critica che mette al centro il rispetto di se’ e del diverso da se’ senza pre-giudizi, questo e’ il merito, forse, dell’iniziativa dell’associazione Solares.
Presentato martedi’ pomeriggio 26 settembre nella Sala Stampa del Comune il progetto ‘Cinema in Carcere’ che prevede 6 ore al mese di proiezioni all’interno della casa protetta di via Burla in orari pomeridiani fuori dalle normali attività’ ricreative e formative programmate. Un progetto sostenuto dall’assessorato al Welfare del Comune di Parma, gli Istituti Penitenziari e dall’associazione Solares Fondazione delle Arti-Cinema Edison in un’ottica di miglioramento delle condizioni dei detenuti nel carcere di Parma.
“Un atto di civilta’-l’ha definito l’assessore Rossi nel corso della conferenza stampa-in un momento delicato per la nostra casa circondariale senza un direttore in carica e poche risorse da utilizzare abbiamo voluto dare un segnale di presenza e di attenzione alle condizioni dei nostri carcerati. Fino a pochi anni fa era impensabile dialogare con l’interno della prigione ma grazie a iniziative come questa ora ci sono segnali di grande apertura e di collaborazione”
“Spazi di libertà’ personale in cui, a luci spente, i carcerati si trasformano in normali spettatori senza giudizi e senza il peso delle colpe ritagliato addosso. Semplici persone che liberamente diventano individui che si confrontano con il cinema attraverso le proprie esperienze e le proprie emozioni, un riconoscimento di ‘evasione’ momentanea dalla realtà’ quotidiana che non può’ permettersi di lasciare spazi all’ascolto del singolo” dice Michele Zanlari responsabile del progetto per Solaris Fondazione delle Arti-Cinema Edison.
“Cinema d’autore concordato con i detenuti, nessun intento didattico ma un vero confronto costruito insieme, per questo credo che questa seconda edizione sia una grande opportunità’ per coltivare interessi in una comunità’ costretta alla reclusione e isolata dal mondo reale. E i segnali positivi ci arrivano anche dai normali cittadini che chiedono di poter assistere alle proiezioni insieme ai detenuti provando a comprendere e non a giudicare chi vive dentro un carcere. Una grande operazione non solo educativa ma anche di grande umanità”.
Anche Roberto Cavalieri, garante per i detenuti del Comune di Parma ha espresso la sua gratitudine per l’iniziativa dell’assessore Rossi in un momento drammatico del carcere.
“Ci vuole coraggio ad esporsi in questo periodo in cui via Burla e’ al centro di episodi particolarmente negativi, ma la volontà’ di dare dignita’ ai carcerati rimane un dovere civile per una citta’ come Parma” dice il garante.
La prossima programmazione prevede, il 27 e 28 settembre, la visione di ‘La La Land’, proiettato a sei mesi dall’uscita italiana, seguito, l’11 e 12 ottobre, da un film da Oscar come ‘Manchester by the Sea’, ai quali si aggiungeranno, l’8 e il 9 novembre, un’opera indipendente come ‘Paterson’, e infine, il 6 e 7 dicembre, ‘Il Grande Dittatore’, un classico restaurato dalla Cineteca di Bologna con la presentazione di Andrea Peraro.