di Titti Duimio
Presentato la sera del 8 agosto il catalogo della mostra itinerante ‘Figli d’Arte’ con le forme, i colori e i racconti di questa edizione in corso nel centro storico di Vernazza (SP) dal 28 luglio.
L’iniziativa della pittrice spezzina Anna Russo e dell’artista parmigiana Liuccia Buzzoni segue, a due anni di distanza, ‘Spiagge d’Arte’ esposizione del 2015 dedicata alla ricostruzione del borgo delle 5 Terre dopo l’alluvione del 2011.
Una vera e propria rinascita di una comunita’ duramente colpita da un evento naturale ma che ha saputo reagire alla distruzione con tenacia e determinazione, riappropriandosi del proprio territorio ricominciando a vivere e a dare vita.
‘Figli d’Arte’, infatti, celebra la nascita di 13 bambini nati sul territorio nell’ultimo anno, figli di questa terra straziata e di chi la rifondata con rispetto, simboli di una rinascita reale e spirituale che restituisce un futuro al paese con l’orgoglio dell’appartenenza.
“L’arte ed il superfluo che essa regala non possono certo salvare la vita, ma riescono a lievitarla.
Gli artisti che partecipano alla rassegna condividono l’essenza del luogo: per nascita, per frequentazione, per privilegio di bellezza.
Le loro opere sono ospitate in luoghi pubblici e privati, scelti come i più giusti per esprimere molte verità quelle estetiche, quelle autobiografiche, quelle metaforiche, quelle simboliche. Vengono chiamati “spazi mobili”, sono dotati di insite possibilità per divenire “case” se pur momentanee, di eventi artistici.L’arte contamina la storia, la memoria, il presente.
Chi guarda vive un percorso nel quale temi, geografie, suggestioni offrono opportunità di riflessione e di emozione. Nel nostro tempo è ancor più difficile definire che cosa è l’arte, se non come la più importante modalità di conoscenza.
Il progetto ‘Figli d’Arte’ , oltre al suo valore culturale, si configura come una festa dello sguardo, una promessa di futuro, una cura di bellezza” cosi’ la critica d’arte Giovanna Riu racconta il percorso espositivo nel catalogo presentato.
L’intero paese coinvolto dialoga con le opere esposte, creativita’ e creazione disseminate in spazi di vita reale contaminano d’arte il racconto gia’ magico di una rinascita che e’ cultura lei stessa, nuova vita di un cambiamento costretto che mantiene radici per generare futuro.
E ancora nascite, maternita’, vita e amore come soffio generatore, acqua come distruzione ma anche acqua come elemento indispensabile alla vita, e pesci, uccelli e scorci di paesaggi che citano luoghi di appartenenza di una ricostruita comunita’.
Un inno alla vita come progetto comune raccontato, dipinto, scolpito quadi per fissarne le regole nella memoria e non perdersi mai. E l’arte come amplificatore di emozione e di bellezza condivisa.
“Tutto fu travolto..E per tutte le storie di vita vissuta che in essa vi sono custodite..” scrive nel volume l’artista Liuccia Buzzoni ” e prosegue:
“Era II 2015 e con queste parole si presentava un evento: Spiagge d’Arte…e tanti artisti presentarono le loro idee e in altrettanti luoghi del borgo furono accese le luci per esaltarne i contenuti.
Ma se si volesse ripetere sarebbe impossibile, fu una incontenibile spontaneità a fare da protagonista.
Ma se si volesse rifare qualcosa? pensare a qualcosa d’inedito per Vernazza ? da mettete in prima pagina come fatto insolito? un fatto altrettanto epocale da ricordare? Si… qualcosa
E’ accaduto!
A molti di quei giovani intraprendenti artisti e nei luoghi magici dove si sono accese quelle luci esaltanti… sono nati dei bimbi, e tanti: Incredibile ma vero. figli del sereno dopo la tempesta.
Sul palcoscenico di Vernazza ecco: “FIGLI D’ARTE”, una sorta di titolo da dedicare ai nuovi nati che li unirà nel loro cammino e per sempre”
Anche il sindaco della cittadina ligure Vincenzo Resasco ha voluto commentare l’iniziativa sottolineando l’importanza del rispetto della propria terra e della propria cultura:
“Tredici bambini è il più bel regalo che i nostri giovani potevano fare a noi ed a Vernazza. Un segno di speranza, di rinascita, è successo ed era da troppo tempo che non accadeva. Forse un altro segno del destino.
Un paese vive se ha radici profonde, se ha i suoi abitanti, la sua cultura, le sue tradizioni. Trasmettiamo a questi bimbi l’essenza, la spiritualità che traspare dalle pietre di Vemazza. Hanno la fortuna di essere nati in un luogo unico, di rara bellezza, ma bisognoso di rispetto.
Un paese vuol dire non essere soli. Sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti ” e questa è e deve essere per noi, ma soprattutto per loro, Vernazza”
La mostra e’ visitabile fino al 15 agosto a Vernazza, borgo rinato in terra ligure.