È la capacità di influenzare i membri di un dato gruppo sociale con il proprio modo di parlare, di agire o anche soltanto di essere. Quello della leadership è un tema da sempre dibattuto, una attitudine presente atavicamente nell’indole umana ma che di recente è entrata a far parte anche del mondo dei professionisti e del lavoro.
Sono tante le aziende che vanno alla ricerca di figure con spiccate doti in ambito di leadership; così come sono tanti gli ambiti lavorativi all’interno dei quali si va a inserire lo studio della materia prevedendo, per i dipendenti, veri e propri corsi per imparare l’arte della leadership.
Un leader è ben diverso da un capo: ecco perché il concetto di leadership è profondamente differente da quello di comando. Un leader è fonte di ispirazione per i propri collaboratori, non di coercizione; in sostanza non ha bisogno dell’uso della forza per farsi seguire. Basta la sua presenza e il suo modo di fare per invogliare gli altri ad agire come lui.
Un qualcosa di innato, non c’è che dire; ma che sempre più viene ricercato anche in modo empirico, attraverso la conoscenza. Ecco perché vanno per la maggiore, soprattutto nelle aziende con un certo numero di dipendenti, i corsi di cui parlavamo sopra. Tante realtà lavorative interessate a creare e forgiare la figura di un leader, che diventa quindi un insieme di doti innate e conoscenza acquisite.
In ambito lavorativo la leadership diventa fondamentale per essere da stimolo peri collaboratori; un leader deve essere un esempio, colui che detta i ritmi e guida il branco. Una sorta di capitano su una nave; e per chi ama il mare e tutta la letteratura ad esso legata, non sfuggirà il particolare che si dice sempre che un vero capitano esce fuori quando il mare è in tempesta.
Come a dire, con il mare calmo tutti sono in grado di capitanare una barca; e, uscendo fuori dalla metafora, di mandare avanti un gruppo di lavoro. La vera leadership emerge quando si iniziano a intravedere problematiche e difficoltà.
Al di là del carisma innato, cosa occorre ad un leader per imporsi? Prima di tutto l’autorevolezza intesa come conoscenza e competenza; la leadership si esplica con l’autorevolezza dei propri contenuti. Non si può essere leader se si parla di un qualcosa del quale si sa poco o nulla. Quante volte capita, in ambito lavorativo, di trovarsi ad avere a che fare con un team leader che magari ne sa meno di noi? Ecco, con ogni probabilità quella persona non verrà mai vista come un leader.
Oltre all’autorevolezze quello che fa la differenza è la credibilità: avere credito nel gruppo, essere effettivamente preso a riferimento e riconosciuto come una guida reale. Se i collaboratori si accorgono che realmente conviene seguire ciò che un leader dice, inizieranno a prenderlo come modello.
Un leader deve anche essere in grado di trasmettere sicurezza e calma in tutte le occasioni; anche quale legate all’esempio di prima, ovvero del mare in tempesta. Quindi ai problemi in ambito lavorativo che in un ufficio non mancano mai.
Come ultima peculiarità un buon leader deve sapersi adattare agli altri, deve quindi essere al contempo forte ma malleabile, tale da capire chi ha di fronte e adattarsi al suo modo di fare. Il tutto sempre finalizzato al raggiungimento di un obiettivo comune; vero e proprio porto di approdo verso il quale un leader, nella veste di capitano di una nave, deve guidare il proprio equipaggio.