Cappato andrà a processo per aver aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera per praticare il suicidio assistito. Una storia che aveva diviso l’Italia tra chi era favorevole e chi contrario all’eutanasia.
E’ stato il Gip di Milano, Luigi Gargiulo, a rigettare la richiesta di archiviazione e disporre l’imputazione coatta per il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e Radicale, Marco Cappato. L’accusa è “aiuto al suicidio” ma erano stati proprio i pm a chiedere di archiviare la posizione di Cappato sostenendo che il suo fu “un aiuto a esercitare diritto alla dignità e che il suicidio assistito non viola il diritto alla vita”.
Il giudice, secondo l’avvocato di Cappato, non avrebbe tenuto conto del dubbio di legittimità costituzionale della norma che prevede l’istituzione e l’aiuto al suicidio.
Dj Fabo aveva mandato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, spiegando la sua passione per la musica, il suo incidente, i suoi anni nel tentativo disperato di una riabilitazione e infine chiedeva: “vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire”. Il rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni, sin dall’annuncio della morte del dj 40enne, rimasto cieco e tetraplegico a causa di un incidente stradale, si era detto pronto ad affrontare un processo. E così sarà. Come annuncia lui stesso su un post su Facebook: “E’ ufficiale: sarà processato per l’aiuto a Fabo. Così ha deciso oggi il giudice. Rispetto la decisione. Il processo sarà anche occasione per processare una legge ingiusta”. Una legge infatti approvata in epoca fascista che, come riferisce il radicale a Il Fatto Quotidiano, “nel nome di un concetto astratto e ideologico di vita, è disposta a sacrificare e calpestare le vite delle singole persone in carne ed ossa”.
LA LEGGE SULL’EUTANASIA- Dopo 10 anni dalla morte di Welby, è arrivato il caso Fabo a cercare di smuovere la politica italiana. Intanto il provvedimento sul testamento biologico è ancora in Senato in attesa di essere votato il 25 luglio dopo l’approvazione alla Camera dello scorso marzo. Nel marzo del 2016, invece, si era iniziato a parlare della proposta di legge sull’eutanasia presentata nel 2013 dall’associazione Luca Coscioni e firmata da 67mila cittadini. Legge che resta per ora fossilizzata tra i ritmi della legge italiana e l’ostracismo della parte politica clericale.
Nel marzo 2015, al fine di incentivare il via alla discussione della legge, Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli avevano iniziato una disobbedienza civile fornendo informazioni e dando supporto logistico alle persone malate terminali che vogliono rivolgersi alle associazioni svizzere. Da quel momento, si legge sul sito dell’associazione, sono state aiutate 230 persone presentatesi in forma non anonima.
Sulla vicenda Dj Fabo anche un senatore del Pd e componente della Commissione Giustizia, Sergio Lo Giudice, si schiera: “Marco Cappato ha messo a disposizione della libertà di scelta la propria libertà. Un gesto di grande valore politico e morale che non può rimanere inascoltato e che dovrebbe essere accompagnato dall’approvazione definitiva a Palazzo Madama del disegno di legge sul testamento biologico prima della pausa estiva. Occorre, in ultimo, un’assunzione di responsabilità del Parlamento sulla legalizzazione dell’eutanasia essendo esso tecnicamente responsabile della criminalizzazione del gesto di altruismo che molti italiani farebbero – o hanno già fatto – per un proprio caro.”
CAPPATO A PARMA- Cappato era venuto a Parma per sostenere la lista di Federico Pizzarotti, Effetto Parma. Un “compagno” radicale nonché rappresentante dell’associazione Luca Coscioni a Parma, Marco Maria Freddi, era infatti nella lista di Pizzarotti ed è ora entrato in Consiglio Comunale. Diverse proposte e punti del programma elettorale rispecchiano inoltre la visione radicale.
“Poco tempo fa sulla mia pagina scrivevo di Marco Pannella ad un anno dalla morte e di antiproibizionismo. –commenta Marco Maria Freddi alla notizia del processo – Raccontavo che durante l’estate del 1995, prima di essere arrestato per una disobbedienza civile lesse una dichiarazione dove denunciava come “i Radicali dovessero divenire come coloro che sono costretti a delinquere a soffrire e a morire perché lo scandalo di leggi, di giustizia ingiusta, vengano superate, perché venisse corretto l’errore politico…”
“Marco Cappato andrà a processo per aver aiutato Dj Fabo nell’esercizio di un suo diritto, poi, tra poco, ci andrà anche Mina Welby per aver aiutato Davide. Poi qualcuno si ricorderà anche dell’aiuto dato a Dominique Velati e di quello dato alle 350 persone che in questi due anni hanno contattato l’Associazione Luca Coscioni. Qualcuno poi scoprirà che non è solo l’Associazione Coscioni ad aiutare queste persone, qualcuno si accorgerà infine che “se tu vuoi vietare l’esercizio di una facoltà umana praticata a livello di massa, tu fallirai e sarai costretto all’illusione autoritaria del potere”. Marco Pannella lo diceva nel 1973 parlando di sostanze ma il filo del discorso è lo stesso. Qualcuno se ne accorgerà e forse, dico forse, questo Paese inizierà a parlare laicamente di questioni, di facoltà, che non possono essere regolate dallo Stato che pretende di dirci ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Questa è lotta nonviolenta, questa è disobbedienza civile, questa è la nostra storia, storia di libertà per tutti, storia di Marco Pannella e dei Radicali“.