Cultura non e’ solo leggere libri, e’ anche ascoltare, e’ curiosita’ del diverso da te, attualita’ e impegno sociale e molto altro e la Libreria Diari di bordo queste cose le fa tutte.
Con la loro bella iniziativa ‘Un libro sospeso’ permettono ad associazioni di assistenza sociale di fornire letture agli ospiti gratuitamente.
Un progetto premiato dal Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali, che per il terzo anno consecutivo vede Antonello Saiz e Alice Pisu della libreria Diari di Bordo impegnati a raccogliere libri donati dai loro clienti per aiutare persone disagiate a costruirsi una vita migliore.
Quest’anno la piccola biblioteca sara’ regalata all’associazione ‘Agevolando’ che si occupa di neo-maggiorenni con percorsi difficili che la legge reputa ormai autonomi ma che ancora hanno bisogno di appoggi per inserirsi completamente nel tessuto sociale.
Nel pomeriggio di venerdì’ 7 luglio in occasione della presentazione del libro di Paola Barbato ‘Non ti faccio Niente’ ed.Piemme, presso la libreria di borgo Santa Brigida, la responsabile cittadina di ‘Agevolando’ Vanessa Farris ha ringraziato Antonello e Alice per l’aiuto con la testimonianza di un giovane del Gambia, da tre anni in Italia, che dopo un periodo di integrazione e formazione ha voluto lui stesso scrivere un libro per raccontare la sua storia.
La serata e’ proseguita con un piacevole dibattito sul filo dell’ironia e della capacita’ di gioco dialettico tra lo scrittore Ivano Porpora e l’autrice del libro Paola Barbato che si sono confrontati sulla forma della scrittura e sul percorso creativo che produce buone trame e buone letture.
‘L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.’
Con queste parole di Italo Calvino tratte da ‘Le citta’ invisibili’, Porpora introduce il nuovo thriller di Paola Barbato che torna al romanzo dopo 7 anni da ‘Il Filo Rosso’ del 2010.
Autrice storica di racconti noir la ha la grande capacita’ di creare suspense e di inchiodare alla pagina il lettore descrivendo perfettamente le paure e i lati oscuri nascosti tra le pieghe dell’imprevisto che appartengono a tutti.
Una storia che inizia negli anni ’80 con un rapitore seriale di bambini infelici che per tre giorni riempie di affetto e di regali per poi restituirli alla loro quotidianita’. Una figura che genera compassione al di la’ della logica repulsione per il reato commesso e che sposta l’attenzione dell’errore da se agli altri, ai genitori colpevoli dell’infelicita’ dei figli che lui tenta di rimediare colmando vuoti di cui lui stesso sente la colpa.
Anni dopo Vincenzo apprende dal telegiornale che un nuovo rapitore sta agendo con le sue modalita’ ma senza l’happy end, uccidendo le piccole vittime e cerca disperatamente di fermare gli omicidi ai quali si sente legato da un passato ancora presente.
‘L’inferno e’ la paralisi-dice Paola Barbato– e’ l’incapacita’ di agire davanti a qualcosa che ha il sopravvento su di noi e ci immobilizza senza riuscire a provocarci una reazione. In realta’ l’inferno e’ una nn-cosa, esiste per negazione e forse e’ riassumibile nel verbo subire contro la nostra volonta’. Per questo credo negli eroi fragili, in quelli non scontati, i miei sono eroi imprevedibili pieni di errori umani che diventano eroi perche’ devono agire costretti dalle circostanze e non perche’ vogliano. I miei sono eroi ‘fallati’ in cui il lettore si identifica di piu’, diventano una specie di moto intestinale della storia’
Fino all’ultima pagina ci si chiede dov’e’ il bene e dove il male, qual’e’ il confine e qual’e’ il perche’ di questa sfumata morale mai netta e mai annunciata, perche’ cosi’ e’ la realta’: il bene e il male non sono mai assoluti, ma sempre contaminati uno dall’altro in un gioco di equilibri precari che spostano le certezze e minano le banalita’ delle convinzioni immergendo nel dubbio ogni gesto senza la possibilita’ del giudizio.
Paola Barbato è una fumettista e scrittrice italiana.
Fa parte dello staff di sceneggiatori del fumetto italiano Dylan Dog edito dalla Sergio Bonelli Editore. Ha pubblicato ‘Bilico’ nel 2006, seguito nel 2008 da ‘Mani Nude’ (vincitore del famoso Premio Scerbanenco) e ‘Il filo rosso’ nel 2010 per Rizzoli Editore.
Ivano Porpora ha pubblicato il romanzo ‘La conservazione metodica del dolore’ (Einaudi 2012), le poesie ‘Parole d’amore che moriranno quando morirai’ (Miraggi 2016), la favola per bambini ‘La vera storia del leone Gedeone’ (Corrimano Editore), le fiabe per adulti ‘Fiabe così belle che non immaginerete mai’ (LiberAria 2017). Tiene corsi di scrittura in giro per l’Italia e pubblica una newsletter gratuita di scrittura.
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