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Petrini di Slow Food a Parma: “Futuro sostenibile è mercati contadini”. Pallante: “Decrescita è taglio agli sprechi non recessione”

 

“Il ritorno alla terra. Se non c’è quello, non ne usciremo”. È netto Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, intervenuto al Festival dello Sviluppo Sostenibile, accompagnato da Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice.

Nella splendida cornice del Labirinto della Masone, i due esperti si sono confrontati nel dibattito dal titolo “Alimentazione sostenibile garanzia della salute e del futuro comune“, moderato dal docente universitario Alessio Malcevschi, e introdotto da Antonella Ferrari di Slow Food Parma e dai saluti del sindaco Federico Pizzarotti.

“Se non rinnoviamo il processo produttivo che parte dalla dignità del mondo rurale la situazione diventerà presto ingovernabile” ha detto Petrini “nel mio Piemonte oggi al contadino che produce si pagano 7 centesimi un kg di carote, 30 centesimi un litro di latte e, pensate, 1 quintale di grano è tornato al prezzo di trent’anni fa. Chi di voi accetterebbe uno stipendio ai livelli di trent’anni fa?“.

La risposta, per il fondatore di Slow Food, è semplice: “È giunto il momento di restringere la filiera produttore-consumatore, e lo si fa con i mercati contadini. Uno alla settimana non basta. In America stanno nascendo delle community di supporter, che invece di mettere i soldi in banca finanziano i contadini che poi restituiranno con i prodotti della terra”.

Dal canto suo Pallante ha dichiarato subito: “L’unica soluzione, all’attuale situazione di crisi, è la decrescita. Piaccia o non piaccia il termine. Ma attenzione: decrescita non significa recessione. Non vanno confusi i concetti. La decrescita è una riduzione selettiva delle merci senza utilità, degli sprechi, ad esempio quelli alimentari”. Poco prima infatti Petrini aveva gelato la platea affermando “il 30% della produzione di cibo biologico finisce in compost, perché per questioni estetiche si scartano le verdure con dei bozzi. Ma intanto produco e uso risorse”. Risorse che Pallante quantifica così: “Oggi per produrre una caloria alimentare se ne impiegano dodici di origine fossile. Un processo che consuma più energia di quella prodotta non ha futuro. Lo stesso vale per il riscaldamento delle nostre case. In Italia in media si consumano 20 metri cubi di gasolio o metano per ogni metro quadro all’anno. In Germania non si può andare oltre i 7 metricubi, e le case migliori ne consumano 1 solo. La decrescita è questo: tagliare spreco e creare posti di lavoro per la riqualificazione energetica“.

“Abbiamo bisogno di una ridistribuzione della ricchezza – indica Petrini – che è concentrata in poche mani, se è vero che 8 persone al mondo detengono il 50% delle ricchezze mondiali. Il problema è che questa economia uccide. E non lo dico io, ma Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato Sì, che parla di ecologia integrale mentre i primi a pagare sono i poveri. Ma la questione non riguarda solo loro, ma tutti  perché sta saltando la nostra casa comune. Non vi dico che è una battaglia che vinceremo, ma ci sono dei buoni segnali, rappresentati da persone che sono dei fenomeni. Uno è, appunto, Papa Francesco. Un altro è Bernie Sanders. I segnali stanno crescendo, ma serve una comunicazione gigantesca, per toglierci da questa economia che ci ha preso l’anima, ossessionati dal Pil. Dico ai giovani abbiate grinta per affrontare questa situazione”.

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